La lezione delle primarie di Padova

Pubblicato il 3 febbraio 2014, da Pd e dintorni

Cosa ci insegnano le primarie di Padova? Perché dai fatti politici che avvengono bisogna sempre cercare di imparare.

Intanto: sono stati pochi i votanti? Difficile dare una risposta, perché ogni primaria ha una logica a parte, ed è la prima volta che si faceva una primaria sul Sindaco. Penso che abbia molto influito il maltempo davvero pessimo e la sensazione (sbagliata) che il risultato fosse scontato, per cui non servisse ad andare a votare. C’è però oltre a questo un dato strutturale: le primarie devono essere sempre uno strumento, non un fine in sé, e più primarie ripetute a distanza ravvicinata esauriscono anche la disponibilità dei militanti oltre che degli elettori.

In ogni caso resta sempre un fatto molto positivo che il PD abbia scelto di farle, abbia offerto anche a cittadini ed altre forze politiche la possibilità di esprimersi e che 7.086 cittadini siano usciti, invece di stare a casa in pantofole, pagando due euro per esprimere la loro preferenza. Compresi quei pochi che sono andati a votare lamentandosi di scucire due euro dicendo “con tutti i soldi che prendete” non pensando di avere di fronte delle persone che gratis  stavano sacrificando la loro domenica per consentire a chi si lamentava di esprimere il proprio voto.

Esce indebolito o rafforzato Ivo Rossi? Esce rafforzato. Sarebbe stato indebolito se non avesse fatto le primarie perché era un Sindaco uscente, ma subentrato a quello eletto. Ha vinto. Cosa appunto non affatto scontata, perché in altre città come è noto il candidato ufficiale del PD ha subito sonore sconfitte. O ha vinto (vedi Renzi la prima volta a Firenze o recentemente Manildo a Treviso) con percentuali ancora inferiori. Perché non sono più i tempi in cui l’uscire governando facilita. Oggi piuttosto chi deve farsi carico della responsabilità di governo paga sempre qualcosa. Naturalmente se i numeri dei partecipanti sono bassi prevale il voto militante rispetto a quello di opinione. Ed è sempre più agguerrita la militanza  dei movimenti nuovi rispetto ai partiti più consolidati. C’è anche una differenza importante. I nostri segretari Bettin e Bressa hanno fatto una importante operazione politica costruendo con Piron le ragioni di una candidatura unica. Cosa che non è avvenuta tra Fiore e Zan. Naturalmente i voti non sono mai sommabili, ma se non ci fosse stato il ritiro di Piron o ci fosse stata la confluenza tra Zan e Fiore l’esito avrebbe potuto essere diverso.rossipadova

C’è un vincitore chiaro, il PD ha avuto coraggio, ed ora bisogna impostare le “secondarie”, le elezioni vere. Non ci devono sfuggire due questioni.

La prima: pur con i caveat che ho sopra descritto resta il fatto che anche queste primarie esprimono una voglia profonda di novità. A questa voglia bisogna dare espressione, attorno ad un Sindaco sperimentato occorre costruire novità di metodo di lavoro, di squadra di progetto.

La seconda: non bisogna scambiare una parte per il tutto. Le primarie non sono un campione significativo, raggiungono la parte più motivata e militante dell’elettorato, ma bisogna anche parlare al resto. Fiore ha fatto un importante lavoro di progetto e di metodo (segnalo che la forte differenziazione del voto per i singoli seggi è legato certamente alla presenza di attivisti ma anche alla capacità di aver raccolto opinioni di movimenti, associazioni di cittadini, ecc.) che va studiato con interesse perché è certamente una risorsa per tutto il centrosinistra. Tuttavia parliamo sempre di 2.700 voti su un universo molto più grande.

Comunque il centrosinistra può essere competitivo. Bisogna incominciare a lavorare sul programma. Con realismo sulle cose non modificabili. Ad esempio è chiaro che la seconda linea del tram o si fa così o non la si fa perché si perderebbero i soldi dello Stato. Nell stesso tempo cogliendo forti segnali di innovazione. Inizia un’altra partita. Il buon governo del passato è una garanzia, ma non basta per vincere nel futuro.

 

  • Facebook
  • Twitter
  • LinkedIn
  • RSS
  • Pinterest
  • Add to favorites
  • Print
  • Email

Tags: , , , , ,

5 commenti

  1. Mario
    4 febbraio 2014

    Fare squadra? La vedo dura, con chi?


  2. Roberto
    4 febbraio 2014

    Ringrazio Paolo Giaretta per la sua analisi sempre equilibrata e competente. Vorrei aggiungere altri concetti che queste primarie hanno fatto emergere:
    1.Fiore ha fatto un ottimo lavoro perché si è messo in ascolto dei bisogni dei cittadini, ora deve trovare accoglienza dentro il Centro Sinistra;
    2.Piron ha fatto un passo in avanti di notevole peso politico, perché per primo ha colto l’importanza delle primarie e subito dopo la sua scelta di candidarsi è stato ostacolato da molti dentro il PD, sottraendo energie e tempo al progetto primarie. Nel mentre Claudio ha continuato a crederci creando un forte e coeso gruppo di persone che è riuscito ad arginare su più ambiti l’ascesa di Fiore, ora anche qui necessita accoglienza;
    3.Il passato è la base per rinnovare il futuro e si deve riconoscenza a quanto di valido si è costruito, ma sappiamo tutti che alcune cose non vanno e bisogna migliorarle: ambiente, territorio, stato sociale, legalità, trasparenza e dialogo, lavoro, ecc…
    Questi ambiti possono essere molto ben presidiati da più persone competenti e democraticamente serie, presenti nella coalizione di Centro Sinistra.
    4.Rossi è la persona giusta per guidare una squadra politica che sappia incontrare le pressanti aspettative di una Grande Città. Deve però sganciarsi dai metodi sinora usati dalla politica. Non è un vanto che certi aiuti possano arrivare a Padova perché abbiamo il ministro Zanonato ed il relatore Santini, i finanziamenti devono arrivare perché siamo stati bravi a costruire dei progetti validi, che possono trovare approvazione dagli organi competenti.
    Grazie. Solo la Buona Politica ci salverà!


  3. Paolo
    6 febbraio 2014

    Caro Roberto, condivido. Un’unica osservazione. I progetti devono essere validi (e non sempre questo succede) ma occorre che in Parlamento ed al Governo vi siano persone in grado di illustrarli, evidenziarli, sostenerli in modo competente. Non è che nei ministerici ci siano delle personalità “angelicate” che decidono astrattamente sulla bontà dei progetti. Risentono di interessi, pressioni, punti di vista. E comunque in genere a parità di validità in genere i soldi sono sempre meno dei progetti. Lì entra la politica, anche la buona politica che mette in luce priorità, valorizzazione di sistemi urbani efficienti, ecc


  4. Paolo
    6 febbraio 2014

    Caro Mario,
    con chi ci sta. Intanto chi ha accettato di fare le primarie conil PD riconoscendo il metodo. Chi ha vinto da le carte. Poi SCelta Civica e liste civiche che si stanno organizzando. Mi sembra che l’Udc segua altre prospettive, ma non è detto…


  5. Luigi
    7 febbraio 2014

    Bisogna creare una certa discontinuità in alcuni settori dell’amm.ne rispetto al governo corrente.
    Ad esempio avere il coraggio di spostare risorse sulla sicurezza per almeno un triennio, come e’ stato fatto in altre città, facendo tagli e/o ottimizzando spese di altri settori.
    Questo potrebbe diventare contestualmente:
    – un progetto credibile per la cittadinanza;
    – una soluzione vera per riqualificare i quartieri e per sconfiggere spaccio e degrado;
    – un carta vincente per la competizione di maggio.


Scrivi un commento