Non decidere, il tarlo della politica

Pubblicato il 26 marzo 2014, da Dai giornali

Il Mattino di Padova, 26 marzo 2014

Chi è il vero sconfitto del rinvio della decisione sulla fusione della nostra azienda di trasporto? Certo di primo acchito viene da dire Ivo Rossi che l’ha proposta. Così si giudicherebbe secondo le regole della vecchia politica. Ma queste sono appunto le regole che stanno affondando l’Italia.

E se prendessimo le cose da un altro punto di vista? Il Vicesindaco reggente presenta, e sente il dovere di farlo, il punto di arrivo di una complessa trattativa, condotta con capacità insieme al Presidente dell’Azienda, con una soluzione che salvaguardia servizio ai cittadini, occupazione e scongiura il fatto che in una futura gara la mano pubblica sia estromessa dalla gestione di un servizio così delicato. Secondo un principio di verità e di lealtà il Sindaco reggente presenta ciò che gli sembra utile per il bene della città indipendentemente dalle possibilità di successo. Ad ognuno il suo: al Sindaco proporre, al Consiglio decidere, in questo caso.tram

Il Consiglio Comunale decide di non decidere, con il voto decisivo di un certo numero di voltagabbana, tra l’altro non eletti in consiglio per volontà degli elettori, ma subentrati in seguito alle dimissioni degli assessori (in base alla legge, ma è una legge truffa perché fa uscire dal consiglio i più votati per far subentrare i meno votati).

Nel voto di rinvio ci sono naturalmente diverse motivazioni. Di chi pensa che la cosa sarebbe giusto farla ma siccome siamo vicini alle elezioni è meglio rinviare per non dare un vantaggio a chi governa, pensando ai propri comodi e non agli interessi dei cittadini (e difatti la nuova coordinatrice di FI sen. Casellati era presente per impedire che qualche pecorella perdesse la retta via), di chi pensa che i problemi è meglio scansarli che affrontarli, di chi pensa che c’è sempre qualcosa che manca per decidere e se passa il tempo pazienza. C’è sempre un motivo, cantava il buon Adriano Celentano.

E allora chi davvero è stato sconfitto? E’ stata sconfitta la buona politica. Il tarlo della politica italiana, che tanti danni ci ha portato, è proprio l’incapacità di decidere. Il rinvio come regola, come strumento comodo per sottrarsi alle responsabilità nei confronti della comunità che si dovrebbe servire. Si dimostrerà, siccome il tempo è galantuomo, che le condizioni dell’accordo potranno essere solo peggiorate, per il servizio, per le finanze del comune, per i lavoratori.

Si usano espedienti più che argomenti. Come quello del passivo della linea del tram. Che non è dovuto a mala gestione, ma semplicemente al fatto che la Regione, inadempiente su tante cose, non ha adeguato il trasferimento dovuto. E comunque un passivo accettabile di fronte all’enorme miglioramento del servizio e della vivibilità della città per decine di migliaia di cittadini.

Mi auguro che sia un elemento che aiuti anche il cittadino elettore a scegliere. Di politici capaci di proporre solo il rinvio come giustificazione del proprio ruolo non abbiamo davvero bisogno. Abbiamo bisogno di politici capaci di ascoltare, di ponderare, di approfondire ma poi di decidere. E che siano convinti che il tempo è una risorsa da non sprecare. Soprattutto se il conto lo pagano i cittadini.

Paolo Giaretta

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