Domenica 2+2: due papi santi, due papi in piazza

Pubblicato il 23 aprile 2014, da Cattolici e società

Domenica prossima sarà una giornata importante per moltissimi cattolici. Due papi proclamati santi alla presenza di due papi, sia pure uno “emerito”.

Due personalità diverse Papa Giovanni XXIII e Papa Giovanni Paolo II. Diversa la formazione, il carattere, l’epoca. Eppure due papi che sono entrati egualmente e prepotentemente nel cuore della gente, superando gli stessi steccati della appartenenza di fede. Papi di popolo, innovatori coraggiosi, fatti santi nella coscienza comune prima che dalle procedure della Chiesa Cattolica.

Hanno avuto un carisma particolare, che è simile a quello di Papa Francesco: saper parlare direttamente alla coscienza delle persone, superando riti, abitudini, convenienze.  Papa Giovanni con uno speciale spirito di paternità, Papa Woytila con il carisma del condottiero, Papa Francesco con l’umiltà.2014-03-24-0203

Devo all’amico Toni Bodon la possibilità di aver avuto nei giorni scorsi a Sotto il Monte Giovanni XXIII una lunga conversazione con il cardinale Loris Capovilla, che di Papa Roncalli fu segretario particolare fin dal 1953, prima quando era Patriarca a Venezia e poi da Papa. E’ stata l’occasione di ascoltare un po’ di memorie e di giudizi sulla contemporaneità da parte di un vivacissimo e acutissimo 99enne, cresciuto alla grande scuola dei preti padovani. Una mente aperta, severissimo nel giudizio contro gli “atei devoti” e l’ascolto che settori della gerarchia hanno dato loro in anni passati. Nei confronti di chi vorrebbe usare la stampella della religione per sorreggere un zoppicante potere civile e di chi nella chiesa si è prestato a questo scambio ineguale, gli uni e gli altri dimentichi del messaggio evangelico. Felice di poter vivere la stagione di Papa Francesco, ma fermo nel difendere il carisma particolare di tutti i papi che ha conosciuto. Ad esempio ci ha detto che certamente il nome di Papa buono dato a Giovanni XXIII era del tutto meritato, citando molti esempi di bontà nascosta di papa Roncalli, ad esempio nei confronti di preti in difficoltà, nei cui confronti ha sempre preferito lo strumento del perdono rispetto a quello del rigore disciplinare. E tuttavia Paolo VI, che appariva in pubblico più distante, meno comunicativo, è stato nel ricordo di Mons. Capovilla un uomo di eccezionale bontà e finezza d’animo.

Ci ha raccontato di come ad ogni conclave c’è sempre qualche giornalista che gli chiede: “ci dia qualche previsione di chi sarà il prossimo papa” e lui risponde sempre: “Ma io lo so già chi sarà” e alla meraviglia dell’intervistatore precisa “quello che è certo è che sarà un cristiano e perciò un uomo bisognoso di aiuto”.

Un uomo che ha conservato la semplicità del prete di campagna pur avendo attraversato tanti luoghi in cui il potere ecclesiale è stato esercitato. Naturalmente con una fede salda che non ricerca appoggi esterni nel potere politico, ma che al potere politico richiede principi altrettanto saldi, rispetto dei valori costituzionali, lealtà con il popolo.

Una bella esperienza con una persona di qualità.

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