Spirito costituente?

Pubblicato il 4 agosto 2014, da Politica Italiana

Il cammino delle riforme al Senato procede. Più lentamente di quanto  Renzi auspicasse ma procede. Le parti più sostanziali sono state approvate ed ora la strada è in discesa.

Diciamola: in una sostanziale indifferenza dell’opinione pubblica quanto al merito, un moderato interesse quanto al principio che finalmente si arrivi a un risultato. Certo, si arriva male, tra schiamazzi esagitati, solite grida, critiche alla presidenza, accuse di autoritarismo, aventini senza la dignità che gesti così gravi richiederebbero.

Ci potrebbe pur essere una terza via tra l’ostruzionismo ad oltranza, con l’espediente usurato della moltiplicazione di emendamenti senza senso (e senza decoro per le istituzioni, perché la sghignazzata goliardica non c’entra in quelle aule) e l’abbandono dell’aula come via d’uscita da un cul de sac. Ci vorrebbe uno spirito costituente, hanno scritto in molti. E invece: si applaude e si festeggia per l’approvazione di un emendamento che riattribuisce al Senato le materie eticamente sensibili. Definizione quanto mai generica, che si presterà ad equivoci (ed invece la Costituzione dovrebbe essere di una chiarezza cristallina) e mi domando cos’abbia da festeggiare SEL e quei grillini che si ritengono di sinistra l’approvazione di una norma presentata dalla Lega con l’intento di rendere più difficile una legislazione evolutiva in queste materie. Calderoli continua a sedere sul banco dei relatori, mentre il suo partito vota contro tutti i testi da lui presentati insieme all’altra relatrice sen. Finocchiaro.

Altro che spirito costituente. Diciamo la verità. La partita è diventata una partita simbolica. Renzi vuol dimostrare che lui ce la fa dove altri hanno fallito. E la considera a ragione una cartina di tornasole del cambiamento della politica. I contrari hanno paura di un ulteriore successo di Renzi. In mezzo ci sta la Costituzione, che meriterebbe qualche riguardo in più, nello stile e nella elevatezza del dibattito. I conservatori ci sono. Perfino il nuovo Presidente della Corte Costituzionale dice che è sbagliato essere troppo veloci! Cosa si intende per troppo veloce? Ai tempi della bicamerale D’Alema (legislatura 1996 -2001) presentai un emendamento che prevedeva la soppressione delle province nella Costituzione. Dopo una quindicina d’anni finalmente ci arriviamo.

Per il Presidente Tesauro è troppo veloce? Intanto si fa nominare Presidente (con il suo voto determinante) ma resterà in carica una sola seduta…Il che non gli impedirà di avere (a vita!) tutta una serie di benefit che ancora spettano ai Presidenti della Corte. Perché le riforme si raccomandano agli altri, ma i casi di autoriforma sono piuttosto rari.

Il Senato sarà uno dei pochi esempi. Io mi auguro un’ approvazione conclusiva. Per concentrarsi sulla legge elettorale. Lì davvero ci sono dei limiti da correggere.

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