W le Leopolde

Pubblicato il 22 ottobre 2014, da Pd e dintorni

In attesa di conoscere le decisioni del Quirinale e della Commissione Europea sulla legge di stabilità occupiamoci del PD.

E’ giusto criticare l’iniziativa della Leopolda? Può esserci qualche fondamento sul fatto che il partito non organizza manifestazioni simili (e qui c’entra anche la debolezza della nuova segreteria di Renzi, con molti esponenti privi della necessaria autorevolezza nel partito e nella società).

Però è singolare che le critiche vengano da ambienti che al tempo della segreteria Veltroni organizzarono, per indebolirne l’iniziativa riformatrice, una associazione che si chiamava Red, con tesseramento parallelo, con un uso militante della rivista Italiani Europei (rivista comunque meritoria perché le idee danno aria al cervello) e con una contestazione continua del segretario. Così come è stucchevole la critica sugli accordi del Nazzareno se viene fatta da chi fece il “patto della crostata” con Gianni Letta. Iniziativa per me giustificata, perché bisognava concludere con la bicamerale presieduta da D’Alema. Ma allora non si concluse alcuna riforma e neppure si riuscì a scalfire la presa politica di Berlusconi. Oggi non so se si riuscirà a concludere qualcosa sulle riforme (legge elettorale e riforma costituzionale sono in ritardo) ma certamente si è ottenuto il risultato politico di svuotare l’area berlusconiana. Non sarà solo merito di Renzi, ma certo la sua iniziativa politica è stata decisiva.

Guarderei la sostanza e la sostanza è quella che ha indicato Matteo Renzi, l’ambizione di fare del PD un “partito della nazione” (che in fondo non è altro che il partito a vocazione maggioritaria di cui aveva parlato Veltroni), capace di attrarre un elettorato che va dall’area occupata da Sel all’area della delusione post-berlusconiana. Un partito così, che deve raccogliere diversità, tenute insieme poi da una forte leadership, necessariamente deve contenere al proprio interno una pluralità di strutture organizzative, di iniziativa politica, di sensibilità che si confrontano. E anche tante Leopolde.

Palmiro Togliatti, detto il Migliore

Palmiro Togliatti, detto il Migliore

Del resto è la lezione che ci viene dal passato. Così la DC è riuscita a raccogliere un elettorato molto vasto e nella sua migliore stagione a portare voti di destra dentro un disegno di coraggioso riformismo.

Ed era così anche per il PCI, con un modello diverso di centralismo democratico, che tuttavia conteneva forti diversità di prospettive, dai miglioristi di Napolitano alla sinistra di Ingrao se le suonavano di santa ragione. E quanto all’estraneità della sinistra a leadership forti vorrei ricordare agli smemorati che Palmiro Togliatti fu Segretario del PCI dal 1944 alla sua morte nel 1964 (anzi, fu segretario dal 1927, per tutto il lungo periodo della clandestinità , da lui vissuta a Mosca) e che bastava un tratto della sua mitica stilografica a inchiostro verde per distruggere carriere politiche.

E vorrei anche dire che bisogna smetterla di considerare Renzi un rischio. Renzi è la risposta ad una serie di problemi che per il momento alcuni non vedono. Il problema non è quello che succede alla nostra sinistra (dove ci sarà il malessere dei dirigenti, ma molto meno quello degli elettori) ma cosa sarà del voto conservatore scongelato dal declino berlusconiano. Lo hanno capito molto bene due spregiudicati leader politici come Grillo e Salvini, che si disputano un elettorato che in Francia Le Pen ha saputo unificare con le parole d’ordine di una destra xenofoba, con le paure delle conseguenze della crisi economica, con il sempre valido mito della lotta ai comunisti. Contro l’Europa, per un mondo dei nazionalismi in lotta.

Lì sta il rischio. Renzi non è né senza difetti né è esente da errori. Ma meno male che Renzi c’è. Risorsa e non problema. Facciamocene tutti una ragione.

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2 commenti

  1. Mario
    22 ottobre 2014

    Caro Paolo, hai coraggio scrivere questo. Troverai 80% d’accordo, l’altro venti sono in giro per il “MONDO”.


  2. Marco Michelini
    23 ottobre 2014

    Grazie Paolo, concordo con quanto hai scritto. Aspetto da qualche anno che chi utilizza le sue energie, poche o tante, da dentro il Pd, per demolire o demonizzare quanto fatto da Matteo Renzi, o quanto è a lui riconducibile, utilizzi le medesime energie a favore del PD e quindi anche al bene dell’Italia.


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