I giorni del Presidente

Pubblicato il 27 gennaio 2015, da Politica Italiana

Sono arrivati i giorni del Presidente, che spero non siano i giorni del Condor, quelli del fortunato film di Sydney Pollack con Robert Redford. Erano tre, e qui ci saremmo da giovedì a sabato, ma erano pieni di doppi giochi, intrighi ed assassini vari . C’è solo da augurarsi che il Parlamento rimedi alla figuraccia fatta due anni fa. Con il voto vergognoso contro Prodi (e Marini) e con gravi errori di tattica. Se Prodi si fosse votato dopo la terza votazione sarebbe passato (e anche Marini).

Cerchiamo di vivere queste giornate più che con la passione del tifoso con la passione per la Costituzione. Ognuno di noi può avere le sue preferenze, ma il nome viene dopo della sostanza.

Io metterei alcuni punti di riferimento.

Non occorre che il Presidente sia necessariamente popolare (nel senso di conosciuto a livello di massa). Non deve concorrere alle elezioni politiche. Popolare lo diventerà se compirà con disciplina ed onore come richiesto dalla Costituzione il proprio dovere. Neppure l’amatissimo Pertini era conosciutissimo quando divenne Presidente e potremmo dire lo stesso per quasi tutti gli altri Presidenti. L’unica concessione che farei la farei a favore di un Presidente donna. Se fosse possibile sarebbe un segnale di novità utile.images

E’ bene che il Presidente abbia sperimentato dal di dentro la vita delle istituzioni rappresentative. Sapere cos’è il Parlamento ed il Governo non solo perché lo ha studiato sui libri, acquisendo competenza e sapienza, ma perché ha vissuto nel concreto ciò che non si impara sui libri. Perché il Presidente è il punto di equilibrio e di regolazione di tutto il sistema istituzionale. Deve essere indipendente sul serio: dal Governo, dal parlamento, dai poteri che non si appalesano nella politica. Per farlo deve conoscerli. Ed occorre che abbia una mente politica, cioè la capacità di una visione capace di offrire una sintesi attorno al bene comune.

E’ bene che il Presidente non sia troppo giovane anche di età. La rottamazione può essere applicata in altri campi. Ma qui serve una persona che non abbia ambizioni future. Che una volta tornato ex Presidente ( e scartando l’idea di rendere normale l’eccezione prevedendo rielezione dopo il settennato) abbia una età per dare un contributo da senatore a vita, senza altre ambizioni di carriera politica o di protagonismo. Con la tentazione di usare il potere presidenziale (o sembrare che lo faccia) pensando ad opportunità future.

Che era il limite che aveva la candidatura D’Alema, che pure era molto forte in Parlamento, quando fu eletto per la prima volta Napolitano. Con saggezza si ritirò e fu rapidamente eletto Napolitano. Per ricostruire quel passaggio rinvio qui ad un sintetico diario che scrissi allora sul mio blog. Ho vissuto due elezioni presidenziali. Quella di Ciampi che si ridusse ad una sola votazione. Quella di Napolitano, un po’ più lunga. Non che mancassero altre soluzioni. Ma come parlamentari ci attenemmo alle decisioni di chi trattava senza fare di testa propria ed andò bene. Speriamo che la velocità sia la stessa e l’esito sia simile.

8 – 10 maggio 2006 Diario dell’elezione del Presidente della Repubblica

Aggiungo anche una scheda predisposta dall’ufficio legislativo del gruppo PD del Senato sulle procedure per l’elezione del Presidente della Repubblica

elezione Presidente della Repubblica (29 gennaio 2015

 

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