Corruzione e dintorni: chi si adegua e chi la combatte

Pubblicato il 30 marzo 2015, da Politica Italiana,Realtà padovana

apsC’è la corruzione vera e propria, che scopriamo così diffusa e così devastante. Perché ci sia corruzione occorrono corrotti e corruttori. Poi ci sono altri fenomeni, magari meno rilevanti dal punto di vista penale, ma che producono egualmente danni devastanti per il costo dei servizi. Qui magari non ci sono proprio corrotti e corruttori. Ci sono altre cose non meno gravi dal punto di vista dell’etica pubblica. Ci sono gli interessi lobbistici, che riescono a piegare le norme a propria protezione, scaricando costi sulla finanza pubblica. C’è la distrazione della politica che invece di svolgere fino in fondo il proprio ruolo di tutela del bene comune si accontenta di fare da spettatrice. I singoli (uomini di governo, parlamentari) che si mettono a servizio di interessi particolari, pensando così di sentirsi importanti. C’è la superficialità di chi non vuole disturbare gli interessi esistenti, perché è difficile, si va in cerca di grane, qualche piacere si può sempre ottenere dagli interessi “forti”. “Piaceri” magari innocenti dal punto di vista penale, ma sempre rilevanti per indebolire l’indipendenza di giudizio.

Ce lo insegna un episodio che qui racconto. Il Corriere della Sera del 27 marzo 2015 ha dato notizia che l’Agenzia garante per la concorrenza ed il mercato ha elevato una multa di 12 milioni alle Generali e di 16,9 milioni di euro alla Unipol – SAI Assicurazioni per avere fatto cartello nelle gare per il trasporto pubblico locale. A tanto ammonterebbe quindi il danno procurato da queste intese per il sistema delle aziende pubbliche locali. In pratica nelle gare che le aziende di trasporto locale facevano per  assicurare i propri mezzi i due maggiori gruppi italiani si mettevano d’accordo per tenere alti i prezzi, con danni gravissimi per le aziende oppure mandavano deserte le gare per obbligare l’azienda a riaffidare l’incarico alla stessa assicurazione. Si può approfondire leggendo il provvedimento dell’autorità

Bisogna sapere che questa condanna nasce da una iniziativa coraggiosa  (perché ci vuole sempre coraggio per infrangere stati di fatto, convenienze e connivenze) del nostro padovano Amedeo Levorato che in qualità di presidente di APS Holding fece un esposto all’Autorità e sollecitò altre quindici aziende a muoversi contro questo stato di fatto. Della cosa mi interessai anch’io insieme all’on. Naccarato, con una interrogazione al Senato ed alla Camera, senza naturalmente ottenere riscontro. Perché poi le cose sono possibili non solo perché c’è chi si schiera dalla parte degli interessi che si muovono con prepotenza. C’era una Autorità di controllo specifica sulle assicurazioni, l’Isvap, che era però a servizio del mondo assicurativo, invece di tutelare gli assicurati. Il presidente Giannini riceveva incarichi, benefit, assunzioni dalle aziende che avrebbe dovuto vigilare. Le nomine venivano fatte distrattamene, per collocare qualche politico in disarmo invece di nominare esperti in grado di essere autonomi rispetto agli interessi delle imprese. Perché parliamo di grandi gruppi assicurativi, con legami e protezioni nel mondo politico a 360 gradi. Parliamo di Ligresti (vi ricordate il figlio del Ministro Cancellieri? Ma prima ancora i rapporti strettissimi con Berlusconi e la famiglia La Russa) parliamo di Unipol, con ciò che esso significa nel mondo delle cooperative “rosse”. Ora giustamente l’Isvap è stato abolito e la funzione di controllo è passata all’Autorità per la Concorrenza.

Anche Levorato poteva far finta di non vedere, di continuare con il solito tran tran. Ha fatto invece ciò che dovrebbe fare ogni civil servant: tutelare l’interesse generale. Cosa non semplice quando ci si muove contro interessi rilevanti ed organizzati, che certo avranno fatto pressioni perché cessasse l’iniziativa tesa a svelare questo accordo collusivo a danni della collettività e quando si deve aspettare cinque anni dalla denuncia per ottenere una decisione da parte dell’Autorità che agisce su un mercato, in cui ogni mese è significativo. So anche che in questi casi non è che siano molte le solidarietà…Ed invece pochissimo succederebbe degli atti corruttivi di cui sono piene le cronache se ci fossero più mamnager che si comportano come Amedeo Levorato.

Scrive oggi Levorato: “La giustizia alla fine prevale, come risulta dalla condanna, a seguito di lunga istruttoria, delle compagnie che continuano a dirsi estranee.

APS Holding dal 2010 e successivi spese oltre un milione di euro l’anno in più del 2009 per le polizze.

Spero che ora APS Holding si costituirà civilmente sulla base di questa sentenza e procederà al recupero immediato di almeno cinque milioni di Euro di premi pagati in più dal 2010 al 2015.

Per fare emergere la verità occorre efficacia, trasparenza e anche forza d’animo perché non sempre chi viene incolpato è generoso e riconosce le proprie responsabilità. L’ultima deposizione davanti al collegio giudicante l’ho fatta il 30.06.2014, quando già sapevo di essere fuori da APS Holding.”

Perché naturalmente Levorato invece di ricevere un premio come avrebbe meritato per aver salvaguardato l’interesse generale ed avere ben amministrato con rigore e rispetto del denaro pubblico è rientrato nello spoil sistem del sindaco Bitonci che doveva collocare qualche amministratore trombato della Lega, infischiandosene del merito e del buon governo.

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