Avanti, ma pensando al dopo

Pubblicato il 27 aprile 2015, da Politica Italiana

Siamo in una settimana decisiva per le sorti della legislatura, ed io credo anche per il PD. Mi auguro che si riesca a concludere senza ferite mortali, per l’una e per l’altro.

Ho già scritto in un post (per la verità con molti dissensi di amici) che ho trovato fuori luogo le battute di Renzi contro Prodi e Letta. “Molti nemici, molto onore” non ha portato fortuna in passato.

Non condivido i giudizi di Prodi sui pericoli per il bipolarismo o la battuta di Letta sul metadone. Tuttavia Prodi è un signore che ha suscitato passioni e speranze nel nostro campo, che ha battuto due volte il cavaliere nel pieno delle sue forze, che ancora oggi se gira per l’Italia riempie le sale. Letta se ne andrà a insegnare in una prestigiosa Università parigina ed in una settimana è già alla ristampa del suo libro. Dunque due persone da rispettare e che qualcosa contano per l’opinione pubblica, interna ed internazionale. Il passato, certo. Con deficienze anche nell’azione di governo, ma forse bisognerà ricordare che mai hanno potuto godere della larghissima maggioranza parlamentare di cui può godere oggi Renzi. E comunque anche per Renzi ci vuole il suo tempo per fare le cose. E Renzi esiste perché Prodi ha seminato l’Ulivo, da cui è nato il Partito Democratico di cui è segretario.assembleacost

Tuttavia chi critica la decisione di Renzi dovrebbe riflettere sul perché. Io vedo due motivi. Il primo sta nella scelta di Renzi di puntare molto sull’immagine di chi decide, di chi dice e fa. Non sono un estimatore del genere, nel senso che io ritengo per la solidità dei risultati che conti anche come si fa, il consenso strutturale che si acquisisce nel paese, al di là dell’emotività nel momento. Ma oggi piace così e Renzi interpreta questa aspettativa.

Il secondo motivo è l’enorme ritardo accumulato. In parlamento ci sono stato ed ho memoria delle occasioni perse da parte nostra per pigrizie intellettuali, conservatorismi eccessivi, ideologismo un po’ astratto. Ad esempio nella precedente legislatura si erano realizzate le condizioni per uno scambio virtuoso con il centrodestra. Un presidenzialismo temperato nella Costituzione (un po’ meno della attuale soluzione…) ed una legge elettorale basata sul doppio turno alla francese che secondo me meglio dell’Italicum sarebbe stato un compromesso positivo tra rappresentanza e governabilità.

I critici dunque dovrebbero fare un serio esame di coscienza su dove porti un atteggiamento che considera inesistente la variabile tempo e ritiene che ci sia sempre davanti un tempo disponibile per rinviare le decisioni al futuro.

Vorrei solo che fossimo tutti maggiormente attenti alle conseguenze. Alla fine io penso che la legge passerà, ma poi bisognerà saper gestire le conseguenze. Un PD diviso non è una risorsa.

E così potremmo tener presenti le parole che pronunciò il 22 dicembre 1947 Meuccio Ruini, presidente della Commissione per la Costituzione presentando all’aula il testo definivo della Costituzione: “Una Costituzione non può essere l’opera di uno solo, o di pochissimi. Deve risultare dalla volontà di tutti i rappresentanti del popolo; e i rappresentanti del popolo non si conducono con la violenza; l’unico modo in democrazia di vincere è di convincere gli altri”.

Per inciso sapete come fu approvata la Costituzione il 22 dicembre 1947? Con 453 votanti a favore, 62 contrari. Il voto fu espresso a scrutinio segreto…

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