Azione, non commozione

Pubblicato il 20 aprile 2015, da Nel Mondo

Facile commuoversi e indignarsi di fronte a tragedie in cui centinaia di disperati muoiono annegati. Solo uno come Salvini può dimostrarsi umanamente spregevole pensando alle elezioni alle porte. “Se questo è un uomo” scriveva Primo Levi pensando all’umanità umiliata dei campi di sterminio. Se questo ha cuore umano viene da dire, sentendo Salvini.

Ci si commuove perché sono settecento. Perché sui morti quotidiani, quelli che conosciamo ed i moltissimi che non conosciamo, nei deserti africani o nel Mediterraneo, abbiamo fatto il callo e li consideriamo ormai come una consuetudine, come le malattie che non si possono sconfiggere.

Ritorna il problema evidente che riguarda il mondo globalizzato. La politica che non riesce ad essere all’altezza. Perché è debole e screditata e più è debole meno risorse ha. Politici lungimiranti, da Kohl a Mitterand seppero affrontare la svolta epocale del crollo dell’impero sovietico mettendo in campo una politica diversa, una idea diversa di Europa, parlando alle opinioni pubbliche, aprendo e non chiudendo. Evitando che caduto un muro se ne erigesse un altro, fatto di prevenzioni, di egoismi, di luoghi comuni, che avrebbe ricacciato i popoli dell’est verso la Russia, con una Europa più piccola.naufragio

Questo manca oggi. Non è solo questione di soldi che l’avarizia degli stati alle prese con la crisi fiscale nega all’operazione di salvataggio dei profughi. E’ non volersi fare carico di un problema che è un problema del nostro termpo, che più si fa finta di non vedere più entra nelle nostre comunità. Perché è evidente che un’Europa che sostanzialmente non va oltre un comunicato di circostanza di fronte a tragedie che sono nostre (di europei) tragedie è un’Europa che tradisce la propria missione. Bene ha fatto Renzi a richiedere una riunione urgente su questo tema (e forse qualche riflessione la starà facendo se valeva la pena quando è stata fatta la Commissione Europea di accettare come fu proposto la delega all’immigrazione).

Per una volta Zaia a differenza di Salvini ha detto sostanzialmente anche parole di buon senso: “Non è il momento delle polemiche, ma dell’essere uniti, affinché queste tragedie non abbiano più modo di verificarsi. Questo lo si può fare cercando una soluzione, aiutando i profughi a casa loro e creando le condizioni affinché il popolo africano non scappi dall’Africa» e sul no ai campi profughi, afferma “il no mio si aggiunge al no dei sindaci e dei prefetti perché l’accoglienza in tendopoli o in caserme abbandonate che sono discariche a cielo aperto non è rispetto della dignità, la risposta deve essere un’altra”.

E’ il famoso benaltrismo. Aiutare in Africa è possibile dove si sono governi. Dove c’è il caos chi governa è la delinquenza, sia essa degli scafisti, dei fondamentalisti, delle bande criminali che lucrano sulla disperazione. Ciò non esclude che si possa fare qualcosa a livello mondiale. Ci vogliono tante risorse e tanto impegno politico e militare. Organizzare campi di accoglienza sul territorio africano significa non solo avere interlocuzione che ad esempio in Libia non ci sono, ma poi garantire una accoglienza nei paesi dove i profughi pensano di andare. Distruggere le reti dei nuovi schiavisti (navi, basi logistiche) richiede tanta intelligence sul campo ed impegno militare. E’ qui che dovrebbe impegnarsi l’Europa. E Zaia sarebbe credibile se invece di girare la testa dall’altra parte avesse in questi anni organizzato una rete di campi che appunto non fossero discariche a cielo aperto, in un numero proporzionale al nostro peso demografico, garantendo servizi sanitari, integrazione quando richiesta, mettendo anche un tetto rigido se necessario.

Vedo che anche qualche sindaco del PD si fa trascinare dall’emotività. Raccogliendo le paure dell’opinione pubblica, che ci sono, ma diventandone anche prigioniero. Diventando perciò inutile. Lamentarsi che il prefetto non informa  è una grande ipocrisia, perché l’informazione si accompagnerebbe certamente al no dell’Amministrazione. Anche con numeri modestissimi. Ecco: non serve a niente commuoversi se poi comunque il profugo arrivato nel nostro territorio viene visto un nemico della nostra pace.

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1 commento

  1. Paolo
    20 aprile 2015

    Giusto quello che dici , io morto penso che se usa e Francia non avessero attaccato la Libia questo non sarebbe successo, sono loro i due maggiori responsabili di queste tragedie.


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