Bitonci tra paure ed arroganza

Pubblicato il 1 aprile 2015, da Realtà padovana

E’ la paura o l’arroganza che porta un Sindaco a multare con 320 euro l’affissione di tre lenzuola su una rete di un campetto da calcio da parte di un gruppettino di pensionati che contestava il “Sindaco del no”?

Probabilmente un misto delle due cose. L’arroganza di chi non accetta alcuna forma di confronto e di dibattito libero, e già se ne sono avute molte prove. La paura di dover affrontare una città complessa, con molte contraddizioni, con fenomeni tipici delle grandi aree urbane, che non si presta alle semplificazioni del buono/cattivo, bianco/nero. E la paura dei potenti spesso si colora di vigliaccheria: perché non si può usare altro termine con chi abusa del proprio potere per punire un pensionato che lo ha educatamente contestato, secondo le regole della democrazia e secondo le previsioni dell’art. 21 della Costituzione: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione”.Scan

Sul piano legale ci penseranno i tribunali. Perché è evidente che l’affissione transitoria di tre lenzuola in area privata non è in alcun modo assimilabile all’affissione abusiva di manifesti, altrimenti ogni manifestazione (anche quelle della Lega, signor Sindaco!) dovrebbe accompagnarsi ad un uragano di multe. Ma tanto a Bitonci non importa. Perché le spese per tante ordinanze cervellotiche ed illegittime annullate dai tribunali le paga il cittadino, così come il cittadino per far valere le proprie ragioni intanto deve anticipare le spese.

In cosa consiste la vigliaccheria? Prendersela con i “deboli” che propongono un’altra lettura della realtà. Perché non si è capace di affrontare i “forti”, i malavitosi che imperversano sulla città con furti, rapine aggressioni, spaccio, organizzazione della prostituzione. Intendiamoci: resto della stessa idea di prima, l’ordine pubblico è competenza primaria dello Stato, le forze dell’ordine dipendono dal prefetto e dal Questore, al Sindaco spetta la leale collaborazione usando i mezzi che gli sono propri e che comunque non sono pochi. Ero di questa idea con Zanonato e Rossi e resto di questa idea con Bitonci. Ma ci sono un sindaco e l’assessore ex aspirante sceriffo che  promettevano di “ripulire” la città in cento giorni. Facendo credere che bastava volere e che erano quei comunisti al governo della città amici di spacciatori, rom, rapinatori, ecc. che non lo volevano. Adesso che la realtà è molto diversa e che c’è una sgradevole sconfitta del sindaco bisogna prendersela con chi dice la verità ed usare il potere in questo modo.

Quando facevo il Sindaco c’era una signora con forti problemi psichici, assistita dai servizi comunali, la signora Antonia, che stazionava nelle piazze e quando vedeva uscire dal Comune un qualsiasi amministratore, Sindaco in primis, lanciava una serie inesauribile di insulti. In questoincoraggiata dai “piazzaroli” che si divertivano moltissimo allo spettacolo…Ogni tanto mi fermavo a parlare con lei. Quando morì si vide che viveva in un appartamento pieno di rifiuti di ogni tipo che raccoglieva ovunque. Devo presumere che se ci fosse stato sindaco Bitonci l’avrebbe sottoposta a trattamento sanitario obbligatorio, l’avrebbe fatta internare, l’avrebbe multata per schiamazzi, ecc.

Naturalmente mentre il sindaco si occupa della affissione di tre lenzuola tutto il Veneto è ricoperto da manifesti certamente legali ma costosissimi di Luca Zaia. La sua faccia ci guarda da ogni luogo possibile. E questo è il vero scandalo. Che in un momento di crisi si sprechi il denaro in questo modo. Tosi che di costi di affissioni della Lega certamente se ne intende calcola in almeno 1 milione di euro il costo dell’operazione. E chi paga?

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