Si può vincere. Se si lavora per il PD e non solo per la propria fazione

Pubblicato il 3 aprile 2015, da Pd e dintorni

Per i cristiani la Pasqua è un grande segno di speranza. Ne approfitto per fare a tutti miei lettori i migliori auguri di buona Pasqua.

Però qui parlo di una speranza molto più terrena e transeunte che riguarda le prossime elezioni regionali del Veneto. Perché i dati presentati ieri a Porta a Porta dimostrano che ormai siamo ad una incollatura. Certo manca tutta la campagna elettorale, c’è una quota elevata (ma non enorme) di incerti od astenuti, ma il fatto sta che all’inizio dell’anno eravamo a 10 punti di distanza, ridotti a 7 con l’avvio del viaggio in Veneto di Alessandra Moretti ed ora il distacco è ridotto da mezzo punto a due punti dopo la discesa in campo di Tosi.

Non parlo della trasmissione di ieri, alquanto “fiappa” (forse stavo già pisolando), con un Tosi evidentemente annoiato. Siamo ai preliminari, comunque Alessandra ha replicato bene alla perfida riproposizione vespiana dell’intervista “Lady Like” e ha tirato fuori le unghie contro Zaia, diventato un po’ meno sicuro dopo la pubblicazione dei sondaggi.vespa

Si può fare perciò e dobbiamo essere convinti che si può fare se tutti puntiamo tutte le energie sulla vittoria del PD e della coalizione di Alessandra Moretti.

Lo dico dopo la pubblicazione di una intervista di un esponente della purezza renziana padovana (quelli che pensano di possedere il diritto d’investitura) che assicurava che uno solo dei candidati in campo era degno dell’elezione e di esprimere la novità renziana (anche se nel campo renziano è arrivato perfino dopo di me…).

Ecco, io invece penso che Alessandra Moretti potrà vincere se ognuno dei candidati (padovani nel nostro caso) sarà messo nelle condizioni di dare il meglio di sé e possa sentire alle spalle un partito unito che rispetta lo sforzo di ognuno.

Io penso che la lista proposta dal nostro segretario Massimo Bettin sia un’ottima lista. E davvero stimo ognuno dei candidati per l’impegno che metterà nella campagna elettorale. Ci sono i due uscenti Piero Ruzzante e Claudio Sinigaglia: gli elettori giudicheranno sulla qualità del loro lavoro e certamente presidiano due aree importanti per il successo elettorale, alla nostra sinistra dove vi sono tanti mal di pancia e in settori tradizionali del mondo cattolico, sempre un po’ dubitanti sul PD. Ci sono tre sindaci (Giancarlo Piva, Mirco Gastaldon, Katia Zorzi) che possono portare in consiglio regionale la concretezza dell’esperienza amministrativa di cui si ha molto bisogno. Ci sono persone stimate nei mondi professionali, come Luciano Greco, ottimo economista ed ottimo Vicepresidente dell’Interporto, o Franca De Lazzari, stimatissimo medico. Infine due donne che possono ben rappresentare il territorio da cui provengono: Cristina Sturaro e Lorena Lorenzato per il conselvano ed il piazzolese.

Non lo dico per ipocrisia o piaggeria, ma certo ognuno dei nostri candidati non sfigurerebbe in Consiglio Regionale e comunque porterà voti personali al PD.

Poi certo la preferenza è unica e si deve scegliere. Io voterò per Giancarlo Piva perché penso che abbia dimostrato competenza, visione, capacità di leadership vincendo due volte ad Este, un comune che ha una maggioranza politica di centro destra, vincendo le parlamentarie (di cui poi a Roma si è alterato il risultato). Ma certo rispetto davvero chi fa scelte diverse.

So bene che la storia del Veneto si cambia se vincerà la Moretti, e non ci potrà consolare la vittoria del nostro beniamino.

Chi invece si disinteressa del risultato generale (pensando che basta Renzi per vincere) e si concentra sulle preferenze, piuttosto screditando gli avversari interni invece di fare in positivo la campagna elettorale fa un errore antichissimo della vecchissima politica, scambiando le elezioni per un congresso di partito.

Si può essere nuovi in politica ma ripetere gli stessi errori dei vecchi. E questo è doppiamente colpevole.

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