Industriali & Artigiani in Veneto L’alleanza virtuosa

Pubblicato il 12 maggio 2015, da Dai giornali
Venezie Post, 12 maggio 2015
DI PAOLO GIARETTA

Una notizia positiva: le più rappresentative Associazioni del mondo industriale e di quello artigiano vogliono fare massa critica, diventando insieme interlocutori più forti con il mondo delle istituzioni.
Notizia positiva per due motivi. Il primo è che è utile ogni iniziativa che serva a recuperare fino in fondo la cultura della manifattura. Messa in ombra da una lettura superficiale della globalizzazione, mentre invece resta un motore essenziale per lo sviluppo, in Italia e nel Veneto. Certamente il mondo artigiano da sempre, ma oggi anche quello confindustriale, non sono fatti solo di manifattura. Ma nella manifattura hanno il loro punto di forza. Anche la ragione del futuro. E come sottolinea il saggio di successo di Stefano Micelli non c’è solo il classico rapporto produttore/subfornitore tra industria ed artigianato.
Il secondo motivo è che è buona ogni iniziativa che vada contro la frammentazione della rappresentanza. La debolezza della rappresentanza non vale solo per la politica. Ma se gli interessi non trovano espressione adeguata e si diluiscono in una rivendicazione solitaria non è più debole solo la democrazia, è debole la tenuta sociale e la capacità di produrre futuro.
I documenti proposti da Confartigianato Imprese Veneto e da Confindustria Veneto per le prossime elezioni regionali ( “Veneto 2020” e “Verso il Veneto 2020”, convergenti fin nel titolo) costituiscono una piattaforma interessante ed omogenea. E diciamo la verità: sono anche una impietosa analisi dei ritardi e delle occasioni perse dalla regione in questi anni. Se chi vincerà vorrà sfruttarli con intelligenza e non porli nel cassetto come è fin qui accaduto. E se gli stessi proponenti vorranno farne un cavallo di battaglia davvero. Piuttosto che accantonarli accontentandosi di qualche finanziamento a pioggia per i propri associati, che pagherebbero comunque molto di più di quel poco che ricevono a causa del malfunzionamento del sistema regione. veneziepost
Finanziamento a pioggia è una espressione un poco ambigua. Se la pioggia arriva sul terreno del tessuto produttivo vitale e lo irriga va bene. Il problema è quando le condutture sono bucate, sul terreno arriva poco, e troppo si ferma sulle burocrazie associative. E le responsabilità delle Associazioni ci sono state. Pensiamo alla politica per i distretti, che pure sono stati una base produttiva importante. Una moltiplicazione da parte della Regione, con il consenso delle Associazioni, di distretti virtuali, senza una effettiva integrazione economica, con finanziamenti a sovrastrutture burocratiche.
Naturalmente possiamo chiederci: anche in passato non sono mancati documenti preelettorali di associazioni economiche (anche se meno corposi ed innovativi), perché questa volta dovrebbero contare? Voglio essere ottimista. Ci sono buone ragioni perché questa volta possano contare di più, sia che vinca Zaia, sia che vinca Moretti. Se vincesse Zaia vincerebbe comunque in un quadro politico fortemente alterato, molto affannato, con una maggioranza che sarà comunque indebolita. Con la necessità di tentare di aprire un nuovo ciclo. Bisognoso di idee per ritrovare fiato. Se vincesse Moretti  vi sarebbe un nuovo gruppo dirigente per un nuovo inizio, certamente bisognoso di rinsaldare rapporti con i ceti produttivi sulla base di un progetto condiviso.
Del resto è evidente che la dimensione della crisi che abbiamo attraversato, la perdita evidente di competitività del sistema Veneto, richiedono solidi e condivisi progetti per competere nel futuro. È quello che abbiamo cercato di evidenziare anche con il documento “Torniamo a competere”. Alleanze virtuose cercansi. Se ci sono appoggiamole.

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