Tsipras e il Nazareno in salsa greca

Pubblicato il 14 luglio 2015, da Nel Mondo

Dopo qualche giorno di vacanza nella bella Basilicata ritorno sul dramma greco. Qualcheduno mi ha accusato di scarsa sensibilità per le sofferenze del popolo greco. Se ha voglia di leggere i fatti dovrà ricredersi. E dovranno ricredersi coloro che erano andati ad Atene, un po’ per poter alzare il pugno in una piazza piena (nostalgie anche comprensibili) un po’ in odio a Renzi.

Il paradosso è questo: che Tsipras ha dimostrato la stessa spregiudicatezza che i critici da sinistra imputano a Renzi.

Vediamo un po’ i fatti. Tsipras vince con promesse chiaramente insostenibili. Oggi nessuno lo può negare. Per parecchi mesi tratta, ma tratta con la doppia verità: realista a Bruxelles, un po’ bugiardo in patria. Quando si accorge che il tempo è finito e che per fare le cose che deve fare gli mancano i voti il colpo di genio del referendum. Ma un referendum fatto su un testo vecchio, sulle prime richieste della troika superate dalla trattativa successiva. Il che formalmente gli consente di continuare la trattativa rispettando formalmente le indicazioni del referendum. Quel testo era già bocciato. Il referendum non gli serve affatto per rafforzarsi in Europa, anzi infastidisce parecchio e porta sciagure ulteriori (la chiusura delle banche). Gli serve a rafforzarsi in patria. Per fare che cosa? Udite, udite critici di Renzi: un Nazareno all’ennesima potenza. Scarica la parte più radicale di Syriza e trova (troverà?) i voti alla sua destra, con la scusa dell’emergenza nazionale.

Un capolavoro potremmo dire, se non fosse per l’errore esiziale che commette Tsipras, l’unico errore che un grande leader politico non può permettersi: non valutare i reali rapporti di forza.grecia

Così oggi Tsipras si ritrova senza una vera maggioranza politica, ha fatto pagare al popolo greco un prezzo molto più caro di quello che avrebbe potuto ottenere con una rapida e coerente trattativa, ha perso molto di dignità politica (fare in tre giorni le riforme che si è rifiutato di fare in cinque mesi) e al popolo greco ha tolto molto più dei denari: ha tolto la speranza che aveva suscitato. La riprova che i migliori sentimenti non bastano, anzi possono produrre guasti irrimediabili, come la storia insegna.

Facendo un danno enorme anche in Europa. Perché ha dato forza politica ed argomenti consistenti a quella visione europea angusta, egoista, senza lungimiranza che sempre c’è stata ma che era stata contenuta da grandi leader. Quella dell’Europa solo finanziaria, quella dell’Europa a due velocità (i virtuosi del nord ed i cialtroni del sud). Quella che voleva tener fuori l’Italia dell’euro. Solo che allora Prodi e Ciampi avevano una importante credibilità personale ed in Germania c’era un immenso leader politico, Helmut Kohl, che seppe imporre la visione politica.

E spero che finalmente, misurandosi con la dura realtà dei fatti, si finisca di fare una rappresentazione barzellettistica della Germania, con Frau Merkel padrona assoluta. Come si è chiaramente visto Merkel è alla prese con una difficile situazione politica interna, è attaccata da destra da chi vorrebbe davvero una Europa dei “forti” lasciando cadere il resto. E si dimentica che Merkel governa con una coalizione con i socialdemocratici, i quali a loro volta non mi sembra si siano molto distinti sulla solidarietà alla Grecia. Perché le opinioni pubbliche esistono per tutti.

Non so come andrà a finire. E sono preoccupato: per il popolo greco, per la sua democrazia (i nazisti di Alba dorata pronti ad incassare il dividendo degli errori della sinistra), per l’Europa. L’accordo ha ancora moltissime variabili aperte, in Grecia ed in Europa e molti guasti sono stati fatti: dal populismo di Tsipras al rigorismo ideologico di certi forti circoli europei. Servono insieme visione e realismo. Non superficialità ideologiche: quelle della lotta a sinistra senza strumenti reali per costruire nuove solidarietà e quelle di un rigorismo finanziario astratto incapace di risolvere i problemi di una necessaria buona crescita.

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