W i terroni

Pubblicato il 23 luglio 2015, da Realtà padovana

“Va via terrone” lo si può anche sentire nei bar, come effetto di un po’ di alterazione alcolica. E ce la possiamo cavare con un “va via maleducato”. Ma se la frase è detta in Consiglio Comunale dal Sindaco leghista Bitonci ad un consigliere comunale nell’esercizio delle sue funzioni non è solo questione di maleducazione. Il consigliere Foresta (nato in Calabria, e a Padova c’è una attivissima comunità calabrese) ha il difetto di non stare zitto. Di non accontentarsi delle verità di comodo. Fa insomma diligentemente il consigliere comunale. Eletto nella maggioranza imputa al Sindaco, quando è il caso, le promesse mancate.

C’era stata qualche giorno prima la consigliera leghista Mazzetto, capitata a presiedere il Consiglio, che comandava ai vigili di espellere dall’aula i consiglieri che chiedevano di intervenire, perché a lei davano fastidio…

Maleducazione, ma maleducazione istituzionale, che è una aggravante. E soprattutto una idea fissa: coltivare sempre e comunque una inimicizia civica. Progettare una comunità divisa tra amici e nemici, di qua o di là, in cui crescano odio, rancore, paura, in tutte le forme possibili. Salvo magari alle cerimonie ufficiali usare altre parole più concilianti, smentite un’ora dopo da qualche twitter.teron

L’inimicizia è nemica di ogni convivenza pacifica e tollerante. Ed accresce il male del vivere, la comunità vissuta come disagio. Ai mali reali se ne aggiungono di psicologici. Fa venire la sindrome dell’assediato. La politica leghista pensa di sguazzare in questa pozzanghera fangosa, ma semplicemente rende più difficile la soluzione dei problemi.

Vuol dire rifiutarsi di misurarsi con la complessità che è caratteristica della società contemporanea. A Padova sono residenti regolari 33.000 stranieri, il 15,7% della popolazione. In alcune zone urbane le percentuali salgono ad un terzo. Pensiamo che in una città siffatta aiuti la cultura del sospetto, del disprezzo della chiusura? Non aiuta i cittadini nati a Padova, accrescendo paure e sospetti, non aiuta i nuovi cittadini che dalla predicazione dell’esclusione possono coltivare sentimenti di rancore. Siccome indietro non si può tornare (e questa è l’illusione che si coltiva, ma non ha alcun rapporto con la realtà) bisogna andare avanti con coraggio, lungimiranza e coltivazione di amicizie civiche, non inimicizie.

Quanto ai terroni a Padova vivono 29.000 persone che sono venute a Padova provenienti da fuori Veneto. In gran parte meridionali che sono venuti a Padova studiando all’Università, vincendo concorsi, per avvicendamenti nelle pubbliche amministrazioni, cercando e trovando un lavoro. Cittadini che con i pregi e difetti di ognuno di noi animano la nostra comunità, le nostre associazioni, le nostra parrocchie, producono reddito.

Ecco: rifiutarsi di misurarsi con la complessità, non avere argomenti ma insulti, non essere capace di tolleranza e comprensione è qualcosa di diverso dalla maleducazione. Segnala aspetti caratteriali insufficienti alla complessa missione di Sindaco di una grande citta. L’importante non è che lo capisca Bitonci, l’importante è che lo capisca chi lo ha votato senza essere militante leghista, pensando che un cambiamento fosse comunque utile. Ma cambiando non necessariamente si va in avanti, si può anche andare indietro…

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