Bitonci, la Fiera delle parole e i fatti non detti

Pubblicato il 28 gennaio 2016, da Realtà padovana

Sarebbe un errore impostare l’opposizione a Bitonci solo inseguendo la sua agenda apparente. Fatta di slogan di cattivo gusto o di interventi censori. Come sulla Fiera delle Parole. Con motivazioni risibili. Che una parte di ospiti di successo, quelli che riempiono il Salone, possano essere qualificati di sinistra (è così ampia la sinistra…) è anche vero, ma certo i padovani non hanno riempito le sale per l’appartenenza politica degli Augias, o Vecchioni, o Lella Costa, o Guccini, ma semplicemente perché piace ciò che cantano, scrivono, recitano. Con un notevole vantaggio anche economico per la città. Per il sistema turistico e per il miglioramento della sua immagine. Ci si dovrebbe ricordare che siamo una città universitaria. Che i migliori scelgono a quale Università iscriversi certamente per la qualità degli insegnanti, per la qualità delle strutture, ma anche per il contesto urbano. Non attrae certo una città chiusa, prigioniera di localismi e pregiudizi, poco interessata al confronto culturale, ecc.

Però bisogna anche tener conto che ben più gravi sono scelte di fondo che possono dare un danno permanente alla città. Non rimediabili da un cambio di amministrazione. E’ su questa agenda che bisogna accendere i fari.

Perchè mai a tutti i costi si è voluto inaugurare la peripateticità dell’Ospedale, atterrato per il momento a Padova Est? Nonostante la perizia degli uffici tecnici dell’amministrazione provinciale attesti che la superficie è di molto inferiore a quella richiesta e concordata? Mancherebbero ben 46.000 metri quadrati.

E perché ci si imbarca in una costosissima operazione di trasferimento dello Stadio Euganeo al Plebiscito, quando sono evidentissimi i rilevanti effetti negativi: per il calcio, perché solo spendendo molti soldi si può adattare lo stadio, a meno che non si pensi al Padova bloccato per i secoli nelle serie inferiori; per le molteplici attività sportive che si svolgono nell’area, dal rugby, al nuoto, al baseball; per i residenti, perché è evidente la totale assenza di una viabilità adatta. E cosa se ne fa dello Stadio Euganeo, che comunque ospita degli uffici e che comunque ha bisogno di manutenzione?

C’è solo il gusto di fare diverso da chi lo ha preceduto o c’è qualcosa d’altro?padovaest

Una chiave di lettura ce la può dare una intervista rilasciata qualche tempo fa al Mattino di Padova dal presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Rodolfo Cetera, che è un imprenditore nel campo immobiliare: “La Padova dell’immobiliare è nel mirino dei fondi di investimento internazionali…sono molti i fondi di investimento che hanno dimostrato una notevole attenzione alle possibilità di Padova, particolarmente nell’ambito commerciale” Tra le aree di interesse “Padova Ovest ormai libera dai vincoli per il nuovo Ospedale” e naturalmente “il nuovo ospedale e l’Alta velocità ferroviaria”.

Affermazioni interessanti. Se ci sono investimenti che vengono a Padova e se questi investimenti corrispondono ad un rafforzamento delle funzioni urbane di Padova benissimo. Però ci dicono qualcosa d’altro: ad esempio che naturalmente Padova Ovest non è affatto quella palude descritta dal Sindaco, al contrario è un’area molto appetibile. Che il pubblico lascia ai privati. Per fare che cosa? Altri centri commerciali? Per peggiorare il traffico e desertificare ulteriormente il commercio di vicinato? E a Padova Est perché si insiste con questa storia di una stazione per l’Alta velocità, che le ferrovie non richiedono e che sarebbe un enorme peggioramento per i cittadini? Serve ai cittadini o a valorizzare ulteriormente aree private? Perchè l’ospedale non si sa ancora se e come si farà davvero, visto che finanziamenti non ci sono, i pochi che c’erano sono stati persi. Quello che è certo è che i privati invece potranno realizzare quello che vogliono, senza vincoli, godendo di vincoli rimossi fatti passare sotto banco in Consiglio Comunale. Che privati poi? Scrive Claudio Malfitano sul Mattino: “si tratta della Via San Lazzaro Properties società in liquidazione, Per capirne i proprietari si risale ad una complicata serie di scatole cinesi che passano anche da una società olandese e che alla fine porta alla Napoleone & Partners dell’ingegnere pescarese Antonio Napoleone e a quattro imprenditori trevigiani”. Sarebbe preferire trattare con società trasparenti, in cui è chiaro chi ne è a capo ed assume gli impegni, perché si cambia un pezzo di città. E chi ricorre a società ombra, partecipazioni oscure, ecc. evidentemente ha qualcosa da nascondere.

Ben vengano investimenti internazionali. Ma sia l’Amministrazione comunale a guidare le operazioni, a ricondurle agli interessi collettivi, nella necessaria trasparenza. L’opacità fa sempre male. Anche a Padova, come insegna la vicenda pessima del grattacelo in zona industriale.

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3 commenti

  1. giovanna tempesta
    28 gennaio 2016

    Bravo Senatore, abbi compassione per noi che abitiamo a Montà, attualmente un quartiere in mezzo ai breccani. luogo inabitato e insicuro, lo vogliono così? Giovanna Tempesta


  2. Adina Agugiaro
    30 gennaio 2016

    Caro Paolo, il tuo bel commento ha rimesso assieme un puzzle, i cui riquadri conoscevo. Ho l’impressione tuttavia che non sia così per la maggioranza dei padovani e neppure per i giornali . I quali raccontano tutto, ma in sequenza e senza mai restituire una visione d’insieme della realtà. Mi ( ti ) chiedo perciò come muoverci, TUTTI Noi, perchè le informazioni, assemblate, possano divenire materia di riflessione per l’intera città. Mai come in qs caso, il tutto essendo MOLTO PIU’ delle singole parti. Grazie.


  3. Paolo
    1 febbraio 2016

    Cara Adina, questo sarebbe appunto il compito dei partiti (e dei gruppi consiliari) Assumere le informazioni, metterle in fila, collegarle, in modo che venga fuori un quadro conoscitivo sufficiente per sviluppare una azione politica e convincere gli elettori. Bisogna studiare, bisogna faticare, bisogna ascoltare tutti, occorre entrare nei mondi della città. Più facile un twitter…


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