C’entra davvero l’identità territoriale con la politica?

Pubblicato il 7 gennaio 2016, da Politica Italiana

Propongo qui un saggio che ho scritto per un volume curato dal prof. Filiberto Agostini con il titolo “Il Veneto nel secondo novecento, politica ed istituzioni”, edito da Franco Angeli.

Penso che il libro offra una lettura interessante per chi si occupa di politica e vuole cercare di capire l’evoluzione che ha avuto nel Veneto. Ci sono una ventina di saggi che indagano sui diversi aspetti dell’evoluzione del rapporto politica ed istituzioni dalla Liberazione dal fascismo ad oggi. Tra gli altri hanno scritto oltre allo stesso Agostini Marco Almagisti, Ferdinando Camon, Enzo Pace, Francesco Jori, Gianni Riccamboni e parecchi altri.venetoagostini

Io mi sono occupato del tema ”Identità e rappresentanza politica nel Veneto”, cercando di indagare come sia evoluto il concetto di identità e come abbia costituito un capitale culturale a cui hanno attinto in diverso modo le forze politiche, dall’organizzazione democristiana del capitale sociale cattolico, al leghismo delle origini con il territorio come identità distintiva, al forzaleghismo, ai tentativi generosi di Giorgio Lago per un partito dei sindaci. In forme diverse c’è stata nella storia politica del Veneto una specificità, un rapporto forte con l’identità. E oggi? Anche nel Veneto si leggono i segni della debolezza della rappresentanza: scarsa partecipazione al voto, crisi di partiti, sindacati, associazioni di categoria. Resta la vitalità di un capitale sociale offerto da una ricca articolazione del volontariato, tuttavia in difficoltà a darsi una rappresentazione unitaria della società veneta. Penso che non sia male fare un po’ di memoria per cercare di interpretare meglio il presente e orientarsi su un futuro possibile. Indico nella pagina finale del saggio la necessità di “Una identità che si fa risorsa per il futuro. Non una identità spaventata. Perché il vecchio proverbio trevigiano “come noialtri non ghe n’è altri, se ghe n’è ancora che vegna fora” non era espressione di una presuntuosa autosufficienza ma della forza vitale di un popolo che voleva cambiare il proprio destino. Che non si faceva spaventare. Che non aveva paura del mondo di fuori, ma lo considerava una risorsa su cui basare la propria crescita. E dentro l’identità ci sta anche l’accettazione delle diversità, il fatto di essere geopoliticamente destinati all’apertura ed allo scambio…Scriveva il veneto istriano Niccolò Tommaseo “Havvi dei popoli o dei frammenti di popolo posti dalla provvidenza siccome ponti dall’una all’altra nazione e civiltà” Tommaseo pensava all’Istria ed alla Dalmazia. Che vedeva legate ad una grande comunità adriatica”. Identità come risorsa, come consapevolezza di opportunità, non come ostacolo alla comprensione del presente ed alla intelligenza degli eventi.

Identità e rappresentanza politica nel Veneto del secondo novecento

  • Facebook
  • Twitter
  • LinkedIn
  • RSS
  • Pinterest
  • Add to favorites
  • Print
  • Email

Tags: , , , , , , ,

Scrivi un commento