La politica e gli altri poteri

Pubblicato il 8 aprile 2016, da Politica Italiana

 La vicenda del Ministro Guidi promette molte sorprese, man mano che gli inquirenti fanno filtrare sapientemente il contenuto di interrogatori più o meno secretati, come è regola che non sarebbe una regola. Quello che per il momento è emerso è sufficiente per capire tuttavia che il Ministro non aveva evidentemente la personalità adatta a sostenere l’onere di un Ministro della Repubblica. Che non è un posto di presidente del Rotary, a cui ognuno può aspirare con un po’ di buona educazione e di buona volontà. Si lamentava perché il suo compagno la trattava “come una sguattera del Guatemala” (non so come siano le sguattere del Guatemala, ma penso che abbiano molta più dignità dei personaggini che frequentava Federica Guidi), ma accettava di essere trattata così e così facendo sacrificava gli interessi pubblici alle relazioni private.

Tuttavia potremmo anche affrontare l’argomento da un altro punto di vista. Il potere della politica si è indebolito. Per molti errori commessi, per personaggi improbabili, per crimini commessi, perché i partiti hanno cessato di essere luoghi adeguati di formazione e selezione, ma anche per campagne mediatiche in cui si è costantemente screditata tutta la politica senza distinguere tra persone, ruoli, meriti, onestà. Eravamo comunque la casta, tutti eguali, da additare al pubblico disprezzo in blocco. Anche l’ormai noto Gemelli, mentre maneggiava per avere favori illeciti sputava veleno sui social.

Viene però anche da pensare che tutta una serie di poteri, che abbiamo visto all’opera, anche ben rappresentati nelle proprietà dei media, avessero un interesse elementare a rendere debole la politica, per contare di più loro. E’ quel mondo di interessi che emerge dalle intercettazioni, appoggiati a pezzi di burocrazia confindustriale, pezzi di burocrazie ministeriali, uomini dei servizi e dintorni, improbabili consulenti che vivevano ai margini dei ministeri, tutti uniti dall’idea che tanto i politici passano e sono loro a comandare. Proprio la vicenda Guidi dimostra quanto sia distorto il luogo comune che i politici non fanno nulla e che per fare un Sindaco o un Ministro non servono “quelli che non hanno mai lavorato” (i politici) ma va bene la cosiddetta società civile. C’è invece una specifica competenza del politico, che può essere chiunque, naturalmente anche un uomo d’impresa, purché acquisisca le competenze necessarie: individuare gli interessi, metterli in fila secondo un criterio di priorità per gli interessi generali, per il bene comune, avere una visione generale del paese e non di pochi ambienti ristretti che si scambiano per il tutto.vespa

Io questi interessi lobbistici li ho conosciuti, quando ho fatto il relatore alle leggi finanziarie o nel breve periodo in cui ho fatto il sottosegretario proprio al Ministero dello Sviluppo. Ho detto molti no quando necessario, qualche volta mi avranno fatto fesso, ma certo ho cercato di tenere distante tutto quell’inviluppo di personaggi equivoci, spesso con ottime relazioni e conoscenze, sempre disponibili alla piaggeria (salvo sparlare dietro le spalle), sempre pronti a ricavare un vantaggio personale pensando che tutto sia corruttibile o disponibile a compiacere. E devo dire che ho avuto la fortuna di avere un Ministro come Pierluigi Bersani che la pensava come me.

Il fatto è che su questo mondo i media non hanno mai acceso dei fari. Anzi, personaggi ben introdotti e ben protetti. Facevano parte dello stesso mondo. Politica debole, interessi forti. Con politici deboli, disponibili a subordinare l’interesse generale a piccole convenienze personali.

Poi potremmo fare un po’ di conti di cosa succede quando la politica viene costantemente screditata a prescindere dai comportamenti concreti. Si fanno avanti uomini di impresa, i grandi manager, i grandi professionisti. Non voglio generalizzare perché sarebbe sbagliato ed avrei lo stesso difetto di cui mi lamento, ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti: banche depredate da imprenditori e manager, professionisti che chiudevano gli occhi nelle attività di revisione, le Camere di Commercio spesso rinchiuse in circoli clientelari ed amicali, associazioni di categoria di taglia ministeriale, con sprechi, prebende, burocrazie ipertrofiche, ecc.

Bruno Vespa ha recentemente ricordato che è stato tra quelli danneggiati dalla vicenda della Banca Popolare di Vicenza. Solo dopo moltissime insistenze è riuscito a riavere indietro 8 milioni di euro, la gran parte di ciò che aveva investito lì. Ecco, è uno spaccato interessante: è stato un investitore privilegiato, perché molti altri, meno noti e dalle finanze più limitate, hanno perso tutto. Non avevano alcun potere. Mentre Vespa con il suo potere mediatico è stato avvantaggiato, ma si è ben guardato di usare il suo potere per accendere un faro su questa vicenda a vantaggio di tutti. Queste sono le vere caste…

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3 commenti

  1. Tostato Francesca
    8 aprile 2016

    Condivido specie l’ultimo inciso su Vespa , mentre aspetto da divulgare x far capire ai cittadini di che pasta sono i ns tenutari dei dibattiti televisivi che incanalan l’opinione pubblica.


  2. Leonrado Gasparin
    8 aprile 2016

    Che dire… un’analisi politica della situazione perfetta! Non ho ben capito se ci sia qualche consiglio (lo ritengo tale e non sterile critica) per Renzi, che ci sta tutto. Ne parlavo con mio padre, che lei conosce bene, l’altro giorno, e mi diceva le stesse cose “non è detto che tutti siano adatti a fare tutto”. E’ pur vero però che in alcune , rarissime, occasioni il personaggio politico (vecchio stampo), magari con adeguate competenze, magari l’onestà fatta persona, ecc. ecc. mette nelle priorità delle decisioni da prendere il tornaconto elettorale e mediatico per se o per il partito di appartenenza, piuttosto del “bene comune”. Ovvero faccio una cosa che porti visibilità per il futuro mio o del mio partito piuttosto che faccio una cosa per il mio territorio, magari non apprezzabile nel breve termine, e magari giocandomi qualche voto ma so di averla fatta bene e che farà bene al mio territorio. Io credo di essere un garantista e sono da anni vicino alla vita politica locale, quindi la definizione politico = ladro non è e no sarà mai nelle mie corde, è pur vero che forse anche condizionati da un informazione che poche volte porta alla ribalta aspetti positivi, gli esempi di politici onesti del quale sicuramente Lei è un testimone in pima linea sono sempre più rari, e più è alto il livello dell’ente nel quale il politico opera più sembrano rari i (sicuramente tanti – molti di più di quello che si pensa) le persone senza scheletri nell’armadio.


  3. Paolo
    11 aprile 2016

    Caro Leonardo,
    ho sempre sostenuto che il mondo politico, nel bene e nel male, è lo specchio del paese. Quella parte del paese che ritiene normale non timbrare il cartellino, non pagare le tasse, non rispettare comunque le regole poi produce, per scelta, una parte di classe politica che riflette nel palazzo questi comportamenti. I politici onesti naturalmente ci sono. In alto ed in basso (e in famiglia hai un esempio di onestà, dedizione, competenza). Il problema è che l’onestà non fa notizia. Si fa parlare il figlio di Riina piuttosto che qualcheduno che esprima esempi positivi. Consigli non ne ho da dare. O meglio: capire che la rottamazione rischia di essere simbolica se poi non ho ministri all’altezza della sfida del cambiamento del paese: facendo cambiare mentalità, recidendo i rapporti clientelari, imponendosi alle tecnostrutture. Qui il Governo è un po’ debole, perchè ha scelto all’inizio l’immagine (le donne, la gioventù, la novità) più che accertate competenze. E non tutto può essere sulle spalle di Renzi…


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