Il Renzi che mi piace

Pubblicato il 31 agosto 2016, da Politica Italiana

Chi mi segue su questo blog sa bene che non ho mai mancato di criticare un certo stile renziano, un po’ arrogante, semplificatorio e sempre teso a delegittimare che non la pensa come lui. Un atteggiamento che sta anche contribuendo ad una desertificazione del PD nei territori. Un atteggiamento per me poco da segretario, ma certamente è un immagine dovuta al fatto che sono cresciuto in altri contesti politici…

Non mi meraviglia perciò che un combattente come Max D’Alema prenda una iniziativa politica contro, approfittando del tema del referendum costituzionale. Non mi meraviglia, ma certo ricordo questa attitudine dalemiana a distruggere i segretari in carica provocando disastri: ne sa qualcosa Walter Veltroni alle prese del tesseramento parallelo organizzato da Max con l’associazione Red. Max ebbe la sua soddisfazione con la caduta di Veltroni, aprendo la strada ad una nuova stagione berlusconiana. Nè mi è chiaro perché la miracolosa ricetta di modifiche costituzionali fatte di tre articoli che ha preannunciato non sia stata da lui proposta quando era Presidente della bicamerale o Presidente del Consiglio. Con chi poi pensi di riuscire ad approvarla in Parlamento se prevalesse il no e con chi intenderebbe governare…

Partendo anche dalle critiche di metodo che io stesso ho fatto a Renzi vorrei anche sottolineare però che il Renzi statista c’è, e se correggesse questa sua attitudine caratteriale che magari gli deriva dalla toscanità emergerebbe con più nettezza questa sua caratteristica.

Lo dico pensando a come Renzi finora si è mosso sullo scenario internazionale. C’è poca passione per la politica estera, ma i leader si giudicano anche da come si muovono in questo campo: attorno a quali idee strategiche, a quali valori della convivenza internazionale. Cito tre spazi in cui Renzi si è mosso con determinazione e idee chiare.Ventotene

Renzi è stato certamente il leader europeo che con più costanza e determinazione ha posto il tema di un cambiamento di agenda dell’Unione Europea: cambiarne l’impostazione di politica economica, cambiare l’idea di spazio europeo, combattendo il crescente antieuropeismo e nazionalismo andando più avanti in una idea di Europa solidale, capace di promuovere sviluppo ma anche maggiore eguaglianza. I risultati sono ancora modesti, vedremo ora al vertice di Bratislava, ma certamente è stato Renzi a battersi più di ogni altro a volte in solitudine per un cambiamento di agenda.

Renzi ha portato sullo scenario internazionale una idea robusta di tutela dei diritti umani. Consapevole della impopolarità di certi atteggiamenti in una Europa con opinioni pubbliche spaventate, non si è mai spostato dalla linea che non si può lasciar morire le persone in mare. Mentre altri leader della sinistra europea si distraevano, o si impegnavano nella difesa dei confini nazionali dall’”assalto” di qualche centinaio di profughi alla frontiera franco italiana, o abbandonavano a sé stessi altri profughi a Calais o si impegnavano in ridicole battaglie contro il burkini in nome di una laicità repubblicana, Renzi anche da solo nel contesto internazionale ha dato la prova che ci sono dei principi non negoziabili: la vita umana va nei limiti del possibile sempre salvaguardata e le solenni dichiarazioni dei consessi internazionali non vanno lasciate nel cassetto della retorica innocua.

Infine Renzi non si è lasciato attrarre da scenari di guerra. Ai ripetuti e più o meno discreti inviti ad occuparsi della Libia con interventi militari ha sempre risposto no. Facendo tutto quello che si poteva fare sul piano diplomatico e della cooperazione, ma rifiutandosi di impegnare il paese in azioni belliche, ancorchè legittime. Pensando che mostrare i muscoli e legittimarsi come leader autorevole attraverso i bombardamenti (vero Max?) non sempre è una strada saggia e produttiva.

Non sono cose da poco e i critici a 360 gradi di Renzi poterebbero ricordarlo. Epperò anche Renzi potrebbe facilitare il compito, con una diversa gestione del partito.

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3 commenti

  1. pierluigi
    31 agosto 2016

    Sottoscrivo anche le singole sillabe e le stesse pause di lettura…, per questo non ho remore ad indicare la mia -non importante- email…


  2. Paolo
    31 agosto 2016

    grazie mille per il consenso


  3. Gigi pasini
    1 settembre 2016

    Per rettamente d’accordo con te,caro Paolo.:Renzi è sicuramente un male necessario,che a me pare essenzialeninmquesa fase storica .speriamo che si dimentichi,ogni tanto, di essere fiorentino e si concentri sempre più sulll’agenda eurpea ,che ,allo stato, è il,precorso obbligato per recuperare slancio in economia


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