Gorino, Italia, purtroppo

Pubblicato il 28 ottobre 2016, da Politica Italiana

La paura è un sentimento che accompagna sempre la vita umana. Più nasce da aspetti irrazionali più è difficile da vincere e più danni può provocare.

Un sentimento che spesso fa chiudere occhi ed orecchi. Non si vuol capire, non si vuol vedere, non si vuole ascoltare. E perciò si chiude il cuore, ritenendo di avere tutte le sacrosante ragioni per farlo. Così è successo a Gorino. Il frutto di una continua predicazione di odio, di rancore, di chiusura, di allarme sociale. Rilanciati in tanti format televisivi nazionali e locali, amplificati nei social da parte dei noti raccontatori di fandonie: dati inesistenti, allarmi sanitari, ecc. Ogni manifestazione di protesta anche minore raccontata come manifestazione di massa, raccontare sempre chi protesta e mai chi si rimbocca le maniche in silenzio.

Perciò gli abitanti di Gorino scendono in strada. Per bloccare l’arrivo di 11 donne ed otto bambini, ad occupare le cinque stanze di un ostello. Sentiamo le solite voci. “Qui non c’è niente per noi, figurarsi per gli altri”. Se non c’è niente cosa possano portare via queste altre? O magari quel niente appare a queste donne qualcosa. Al piano terra dell’ostello c’è un bar, forse sarebbe stata l’occasione per ascoltare qualche storia diversa. Di cosa succede nel mondo. Ad esempio cosa pensa una donna stuprata, torturata dagli sgherri di Boko Haram, che ha mezzo corpo sfigurato dalle fiamme della tortura. Per capire le vere sofferenze, le vere paure, le vere miserie. Ed essere più sereni. “Ne portano 10 e poi invadono il paese”. Ma a Gorino non ci sono caserme dismesse ed altri spazi utilizzabili oltre le 5 stanze dell’ostello. E l’immancabile “Noi non siamo razzisti”. Che è l’eterna giustificazione. Per il momento. Perchè arriverà il momento in cui non ci si vergognerà più a definirsi razzisti. La campagna di Trump insegna. Mi domando se scenderebbero ancora in strada se portassero 10 terremotati.

Bisogna capire. Certo. Se è irrazionale la paura non è un sentimento meno vero. Ma se tutti ragionassero così che Italia avremmo? Quale guerra civile ci sarebbe? Capire, ma allarga il cuore sentire il Sindaco (che si definisce leghista) di Roccagloriosa nel Cilento “Disgustato da quanto successo a Goro, sono pronto ad accogliere le donne respinte da quel comune”. Un comune di 1700 abitanti, certo non avrà più di Gorino.immigranti

E sì che gli abitanti delle basse ferraresi e venete hanno ben conosciuto la durezza dell’immigrazione. Di Italiani emigrati additati all’odio popolare, uccisi a bastonate. Emigranti abbandonati alla miseria più nera. Così diceva qualche anno fa, in puro talian come viene definito il veneto degli emigranti nostri in Brasile, il rettore di una università brasiliana: “No ghe xera tempo da pianser. E se de le volte la gente se comove, xe par pianser par quei che no ga podesto. Qua però ghemo vinto. El Brasil ga fato el monumento al Imigrante. Xe la vitoria del lavoro. Levemo la testa e cantemo. Orgoliosamente semo veneti”. Raccontando quello che subirono. Racconti che non hanno niente da invidiare a quelli degli odierni profughi, compresi braccianti assassinati da lavoratori negri che temevano che gli togliessero il lavoro. Storie che ritornano, che sono nostre storie. La memoria servirebbe per comprendere il presente. Per non aver paura del futuro. Per liberarsi di questa idea che se stanno peggio i nostri simili noi staremmo meglio.

Quando sento parlare anche in casa nostra con troppa leggerezza, a proposito di questo infinito dibattito sul referendum, di svolte autoritarie vorrei che si riflettesse di più sui veri mali che si stanno affacciando nelle opinioni pubbliche europee. Che non è la modifica di qualche articolo di una costituzione che ha 70 anni. E’ il disinteresse se non il disprezzo per le regole della democrazia, il disprezzo per una visione solidale della vita, l’odio, il rancore e l’invidia sociale come regola di comportamento. Si può ben dire che sono sentimenti che si rinvigoriscono per il crescere delle disparità sociali, per l’incertezza del lavoro, per il venir meno di sicurezze scontate. Ma certo devono preoccupare.

A proposito: avete mai sentito Grillo e soci dire una parola di condanna per questi comportamenti che si ripetono? Silenzio assoluto. Sa che una parte dei propri elettori, educati al disprezzo e al vaffa li condividono. Quando però si rappresenta un quarto dei voti arriva il momento che bisogna scegliere. Perderne una parte per essere credibili.

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