Lo stile è l’uomo. Nel caso di Bitonci si vede

Pubblicato il 16 gennaio 2017, da Realtà padovana

“Lo stile è l’uomo” scrisse George Louis Buffon, il famoso naturalista del secolo dei Lumi. Lo stile dell’ex sindaco di Padova Bitonci è stato già conosciuto, a Cittadella prima, a Padova poi: una idea dei rapporti con gli avversari politici basato sull’insulto, sulla mancanza di rispetto, su bugie, su strampalate querele tutte perse con spese a carico dei cittadini.

Per non smentirsi ha iniziato con attacchi personali ad uno dei possibili candidati contro di lui, Sergio Giordani. Si vede che lo teme e capisce che può essere competitivo in tanti ambienti cittadini che la volta scorsa pur di cambiare avevano votato il cittadellese. Ora delusi ed alla ricerca d’altro. Poi se la prende con le associazioni di categoria che vogliono difendere gli interessi dei commercianti, definendoli analfabeti giuridici (tale sarebbero perciò anche il prof. Domenichelli che ha vinto la causa, uno dei migliori amministrativisti italiani ed i giudici del TAR che hanno dato torto al Comune sul Piano del Commercio, con grave danno per la città).

Poi naturalmente se la prende con il PD, parlando di centri commerciali concessi dal PD. Si confonde forse con quelli dati dall’amministrazione forza leghista ai tempi della giunta Destro e con quelli resi possibili dalle generosissime previsioni della giunta regionale, dello stesso colore politico.

Ride a ragione per le balle che racconta

Ride a ragione per le balle
che racconta

Nel merito ha risposto l’interessato sulla stampa e non aggiungo altro. Se non che affermare con leggerezza che da sindaco di allora avrebbe subito pressioni da parte di una società che comunque non ha nulla a che fare con Sergio Giordani e che ha riferito a chi di dovere può andar bene al bar tra un gruppo di amici di fronte ad una buona ombra ma non va bene da parte di un amministratore pubblico. Se ha qualcosa da dire lo dica pubblicamente alla città con fatti circostanziati e lo denunci all’autorità giudiziaria.

Che per la verità si sta occupando semmai di altri fatti e di altre pressioni, come il fatto che un gruppo di imprenditori hanno acquistato aree dove dovrebbe insediarsi il futuribile nuovo ospedale quando ancora nessuno sapeva se non loro della decisione dell’amministrazione di collocare l’ospedale a Padova Est. Sostenitori bitonciani ad alto tasso di interesse. Oppure di ciò che ha combinato il fidatissimo capo dei vigili fatto venire da Cittadella, motivo non ultimo delle dimissioni dall’assessore Saia.

C’è poi l’idea che si possa raccontare ogni balla senza contraddittorio. Come quando, nelle stesse dichiarazioni, per giustificare la figura barbina fatta fare al Comune di Padova nel bando per le periferie riuscendo ad arrivare 107esimo tra 120 concorrenti, dice che non c’è da preoccuparsi perché per il momento “hanno ammesso prima le 24 città metropolitane: Nel secondo finanziamento legato alla finanziaria 2017 con 2,2 miliardi sarà inserita anche Padova e i 17 milioni richiesti”. Riuscendo in un colpo solo a dire tre bugie e a fare una omissione.

L’omissione è riconoscere al Governo sempre criticato che c’è un intervento di grande rilievo a favore dei comuni, che potranno intervenire con una cospicua dote finanziaria sul tema strategico della ricucitura delle periferie.

Per il resto le tre bugie: le città metropolitane sono in Italia 14 e non 24. E se uno scorre l’elenco dei progetti vincitori non c’è stata affatto la decisione di finanziare intanto le città metropolitane, che non c’entrano nulla nei criteri di assegnazione. Infatti tra i 24 progetti finanziati compaiono solo 3 città metropolitane, accanto a città medie e piccole, da Vicenza, a Modena, a Bergamo, a Grosseto, a Oristano, a Mantova, a Latina. Medie, piccole, piccolissime città che semplicemente hanno presentato progetti migliore rispetto all’accozzaglia di interventi presentati da Padova, senza alcun riferimento alle periferie.

Infine per l’aggiudicazione degli ulteriori finanziamenti verrà usata la stessa graduatoria e Padova sarà sempre al posto 107. Potrà aspirare ad essere finanziata solo se il Governo coprirà con i propri interventi l’intera graduatoria, con nessun merito dell’amministrazione Bitonci. Potrà consolarsi dicendo di essere riuscito a far meglio delle amministrazioni di destra e leghiste di Rovigo (112) e Venezia (113). Se lo stile è l’uomo lo stile del Bit è lo stile dell’inaffidabilità e della menzogna.

  • Facebook
  • Twitter
  • LinkedIn
  • RSS
  • Pinterest
  • Add to favorites
  • Print
  • Email

Tags: , , , ,

Scrivi un commento