Ma Bitonci lo vogliamo davvero sconfiggere?

Pubblicato il 15 febbraio 2017, da Realtà padovana

A Padova stiamo facendo tutto il possibile per non ritrovarci Sindaco Bitonci? Passi in avanti se ne stanno facendo. C’è stata la Direzione del PD con l’indicazione di Giordani, l’indizione delle pre-primarie per la scelta di un candidato da parte di Coalizione Civica e ci sarà la loro decisione su accettare o meno le primarie.

Queste cose le vedo. Però mi domando: riusciamo a trasmettere all’opinione pubblica una idea sulla straordinarietà della situazione e su cosa vorrebbe dire la rielezione di Bitonci, che – mentre noi faticosamente tentiamo di comporre una “armata” da contrapporgli –  sta già battendo la città quartiere per quartiere?

Dobbiamo essere chiari anche con noi stessi. L’interruzione di un mandato di Sindaco è una alterazione della normale procedura democratica. Con uno strumento previsto dall’ordinamento, le dimissioni della maggioranza dei consiglieri comunali, perché in democrazia non esistono mai poteri assoluti ed ogni potere ha un bilanciamento. Però rimedio eccezionale.

A cui avrebbe dovuto seguire una eccezionalità nella impostazione della strategia politica. Non si può dire che questo sia successo. Perché il film che abbiamo offerto ai cittadini non ha fin qui avuto nulla di eccezionale. Le solite divisioni del PD, amplificate dai media perché non manca mai la dichiarazione di qualcuno che deve distinguersi, le solite cose della politica politicante, sulla diversità di Coalizione Civica (diversa, ma piena di divisione profonde ed aspre sulla strategia da adottare), sul grado di capacità innovativa, sulla delimitazione al centro, ecc. Tanto metodo e poco merito: sull’idea di città finora poco o niente.stemma

Tutte cose che abbiamo visto tre anni fa. Perché non dovrebbero avere lo stesso esito? La donna è mobile, canta il Duca di Mantova nel Rigoletto. Volubile, ma non proprio scostumata. Anche il voto è mobile, ma fino ad un certo punto. Mi fa piacere che dalle parti di Coalizione Civica ci sia ottimismo sulle proprie capacità di intercettare nuovi elettori. Abbiamo bisogno di ottimismo. Ma di ottimismo che abbia qualche parentela con la realtà. Perché nel 2014 il PD prese il 24,9, la lista civica per Rossi il 5,8. Padova 2020 l’8,07 e Sel l’1,8. Ognuno può immaginare rivoluzioni elettorali ma bisognerebbe avere il buon senso di partire da questi dati. E ricordarsi che il tema non è come si redistribuisce il voto nel fronte progressista, ma come allargare il voto al fronte progressista. Anche perché nel 2014 c’era a livello nazionale un Renzi in piena forma, oggi c’è un clima politico in cui la destra populista (quella di Bitonci) è galvanizzata dal risultato e dalla predicazione globale di Trump.

Così appaiono stucchevoli le distinzioni su chi possa essere “ammesso” all’onore di combattere Bitonci. Appunto, mi sembra che non si avverta sufficientemente la drammaticità della situazione. Di cosa vorrebbe dire per la città la riconferma di Bitonci. La gente normale ragiona in modo più semplice. Benvenuti tutti quelli che vogliono impedire quella riconferma. Anche se in passato Bitonci lo hanno sostenuto. Se lo hanno sfiduciato hanno corretto l’errore fatto. E dove vorremmo che andassero? A casa, al non voto, al voto di nuovo per Bitonci? Non dovremmo essere contenti che si uniscono alla battaglia, con voti che valgono doppio, visto che son voti sottratti al precedente insediamento di Bitonci? E mentre nel nostro campo ci si dedica all’esame del sangue, con il vecchio vizio della sinistra di ritenersi superiore eticamente e intellettualmente e quindi in grado di distribuire le pagelle con il voto di ammissione, se non ce ne siamo accorti intanto Bitonci ha ricompattato per quanto possibile la sua maggioranza.

Non entro nel merito dei processi politici, dei tempi e dei modi con cui si sta procedendo. Non ho ruoli decisionali, vedo che le cose che stanno sui media, e quindi ho un orizzonte che può essere limitato. Però ho occasione di parlare con tanta gente. Gente che sta nel PD naturalmente, ma anche gente di Coalizione Civica, non del PD, o dei partiti di centro, o semplicemente cittadini che vorrebbero dare una mano per impedire la riconferma di Bitonci.

Cosa ne ricavo? Che senza fiducia, rispetto e stima reciproca non si va da nessuna parte. Si è credibili se si è capaci di produrre credibile unità pur nella distinzione. Non serve a nulla fare alleanze perché obbligati e non perché convinti. L’elettore lo capisce subito. E lo abbiamo già visto nel 2014. Non partecipo naturalmente alle assemblee di Coalizione Civica. Però ho tanti amici che me ne parlano, vedo sui media i resoconti, seguo i social. Rarissime le parole di rispetto nei confronti del PD, che dovrebbe essere l’alleato maggiore. Piuttosto parole di sospetto, quasi di fastidio perché ci toccherebbe allearci con il PD, semmai coltivazione delle divisioni del PD (quando sono aspre quelle in coalizione civica). A cui magari si aggiunge la critica di qualche dirigente del PD dalla doppia cittadinanza, in cerca di spazio personale, che potrebbe invece di lavorare per fare cose innovative nel PD. Parole di disistima su Giordani, parole imprudenti se si crede sinceramente nella possibilità di una alleanza. Non ho mai sentito dai segretari del PD alcuna parola men che rispettosa nei confronti di Coalizione Civica o dei loro possibili candidati.

Le alleanze politiche non nascono nella disistima e nel sospetto. Perdendo di vista l’obiettivo principale che deve unificare: la costruzione di una Padova alternativa a quella orribile che ha in mente Bitonci. Spazio che c’è, che va riempito di contenuti, di passione e di energia unitaria. È il tempo di farlo.

P.S. Rilevo che di un programma condiviso nulla si sa. E per fare le primarie serve una base programmatica condivisa, se non si vogliono fare proprio tutti li stessi errori della volta scorsa senza nessuna eccezione. Perché francamente o si riesce ad avere una convinta adesione su un unico candidato e su una base programmatica autenticamente condivisa se no meglio essere sinceri con gli elettori. C’è un primo turno in cui misurare i propri consensi ed un secondo in cui riunificarsi (M5S permettendo).

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3 commenti

  1. Franco
    17 febbraio 2017

    Gentile Dr. Giaretta, le anticipo che ho sempre nutrito grande stima per lei e per il suo impegno civile e politico.
    Le confesso però che fatico a nutrire altrettanta stima per l’attuale PD, nazionale e locale, per le sue scelte sui temi ambientali, sociali ed economici, che credo non siano coerenti con le aspettative di tanti elettori.
    In particolare dei tanti che come me hanno partecipato al suo percorso fondativo.
    Non nascondiamoci quindi le difficoltà dentro Coalizione Civica a dialogare senza grande cautela con chi solo poche settimane fa diceva di non andare a votare al referendum sulle “trivelle”, o per chi sostiene il “Jobs Act”, per chi trova 20 miliardi per le banche e non per la carta igienica nelle scuole, ecc. ecc.
    Sul locale, per chi ha privatizzato acqua, trasporti ed inceneritori, solo per farle qualche esempio.
    Ciononstante io ieri sera all’assemblea di Coalizione Civica ho votato per le primarie col PD, perchè credo nella forza e nel valore del nostro programma, nato da da una straordinaria partecipazione di base.
    Mi meraviglio che lei non lo abbia notato e non abbia colto come gli stessi rappresentanti del PD ne abbiano apprezzato i contenuti.
    Che poi sono in buona misura quelli mutuati dal candidato unico Giordani, su ambiente, sociale e mobilità, solo per fare qualche esempio.
    Se fiducia e rispetto dev’essere, lo sia da entrambe le parti……. le “aspre divisioni” interne a Coalizione Civica, che lei cita, sono dialettica e confronto veri e democratici.


  2. Paolo
    17 febbraio 2017

    Caro Franco, ringrazio per la stima che ricambio. El tamiso è una esperienza interessante di altra economia possibile. Non entro nel merito dei temi nazionali su cui abbiamo idee diverse. Sul locale io do sempre giudizi positivi sui processi partecipativi. Purchè non si pensi che siano gli unici o li si contrappongano a quelli degli altri. Le divisioni interne a Coalizione Civica ci sono, come è naturale che sia. Il punto è che per comporle si pongono poi condizioni che penso difficilmente potranno essere accettate dal PD. Se si guarda al passato non se ne esce. Bisogna guardare al futuro. Il passato è fatto di alcuni che hanno sostenuto Bitonci ed ora hanno cambiato idea. Ma anche di chi ha fotto opposizione su tutto alla giunta Zanonato. Di chi ha accettato 3 anni fa le primarie e poi ha fatto un proprio candidato. Ma bisogna credere che sia possibile oggi cambiare. Sul programma ognuno può essere orgoglioso del proprio lavoro. Ma poi il programma deve essere concordato con tutti i soggetti, che possono avere proposte che si integrano o proposte diverse che vanno accettate o mediate. Sempre se si crede che la priorità assoluta sia impedire la riconferma di Bitonci, con tutti quelli che ci stanno. Teniamo l’orizzonte fermo su questo. Si può farlo andando insieme fin dal primo turno o convergendo al secondo. L’importante è il risultato e un po’ più di fiducia reciproca


  3. Amedeo
    19 febbraio 2017

    Si parla di rispetto personale e coerenza democratica un po’ troppo a vanvera. Ad un certo punto è piaciuto molto comandare e imporre i propri cavalli come senatori. Oggi non si fa che pagare gli errori del passato.


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