ME Boschi, gli encomi e gli oltraggi

Pubblicato il 11 maggio 2017, da Politica Italiana

Chi segue questo blog penso possa riconoscere che nei confronti di Renzi e del suo giglio magico io sono manzonianamente “vergin di servo encomio e di codardo oltraggio”. Nel senso che non ho mai mancato di criticare le cose che mi sono sembrate sbagliate, dalle modalità della liquidazione di Letta in poi, ma senza mai associarmi appunto al codardo oltraggio nei momenti di difficoltà.

Con questo spirito ora dico che la vicenda Boschi ha veramente poco fondamento. Si sa, i grillini sono in campagna elettorale permanente e davvero devono cercare la armi di distrazione di massa dai molti problemi che attraversano, dal fallimento amministrativo di Roma, alle oscure vicende palermitane, alle divisioni nei territori, ecc. ma cerchiamo di andare alla sostanza

Il fatto riferito da de Bortoli sarebbe che la Boschi a suo tempo avrebbe richiesto all’allora amministratore delegato di Unicredit, la più grande banca italiana, di valutare la possibilità dell’acquisto della Banca Etruria. Lo stesso de Bortoli ha poi precisato, escludendo che la Boschi abbia fatto “pressioni”. Ora, sempre per la questione del “vergin di servo encomio” a suo tempo scrissi che gravemente imprudente fu la decisione di papà Boschi di assumere incarichi sociali rilevanti nella Banca, conoscendone lo stato precario ed essendo padre di un ministro in carica.

E tuttavia in sé il fatto che un politico del territorio si preoccupi dello stato di una azienda che dà lavoro a molti cittadini ed il cui fallimento sarebbe un dramma sociale ed economico rientra nei doveri di quel politico. Forse che non sono all’ordine del giorno delle cronache interventi di tutti i parlamentari e di ministri anche senza competenze specifiche a favore di interventi per risolvere problemi occupazionali e produttivi? A partire da M5s ad esempio, a favore di un ennesimo intervento a carico delle tasche dei contribuenti per mantenere in vita fuori mercato la decotta Alitalia? Se poi emergesse qualcosa di diverso pronto a ricredermi, ma allo stato delle notizie e dei fatti riferiti siamo alla panna montata.boschi1

Perché non risulta al momento un abuso dei poteri da parte del Ministro. Lo esclude lo stesso de Bortoli, oltre all’attuale management di Unicredit. Si fece una verifica e si chiuse il dossier senza alcun intervento, mentre il governo Renzi assumeva (finalmente) interventi normativi per dare regole migliori al sistema delle banche popolari, oggettivamente contro anche il “sistema” Etruria ed altre.

Dunque a che pro de Bortoli ne parla? C’è un fatto di marketing naturalmente. Però è un po’ singolare. Leggerò il libro, perché comunque è uno spaccato delle storie recenti del nostro paese. De Bortoli è stato per due volte direttore del Corriere della Sera e una volta direttore del Sole 24 Ore. Due giornali molto influenti nel sistema dei poteri italiani. Un giornalista valido. Lo abbiamo invitato anche per questo al convegno che abbiamo fatto con Sentieri Veneti ed altre associazioni a Vicenza. Lì ho tra l’altro detto che de Bortoli è una persona che un potere lo ha esercitato, è stato a contatto con i veri poteri forti che ha trattato con rispetto però senza farsi condizionare sulle cose essenziali, e per questo anche pagando prezzi personali (anche se ha avuto sempre i suoi risarcimenti).

I veri conflitti di interesse erano molto presenti nel mondo conosciuto da de Bortoli. Banca Intesa, Mediobanca, la Fiat di Gianni Agnelli. Azionisti di riferimento del Corriere, decisivi nelle scelte del direttore. E non è un caso se il Corriere è stato capofila di tuta la campagna contro la casta. Esclusivamente quella politica, perché della casta bancaria non si è mai parlato, degli stipendi principeschi degli amministratori, dei conflitti di interesse appunto, dei malfunzionamenti che hanno poi dato origine ai noti disastri.

Perciò leggerò con interesse il libro, per sentire raccontare dal di dentro quello che promette il titolo Poteri forti (o quasi). Spero di trovare quelli veri.

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2 commenti

  1. Paolo
    11 maggio 2017

    Sono altri tempi ma nel 1954 Fanfani eletto presidente del consiglio fece vendere dei titoli di stato alla moglie perche’ non ci fosse un minimo di conflitto d’interessi…mi risulta che qui con la Boschi si va ben oltre…


  2. Paolo
    11 maggio 2017

    Sì, sotto questo profilo erano altri tempi. Per questo ho detto che Boschi padre avrebbe dovuto astenersi dall’assunzione di ogni carica sociale in una banca come Etruria. però nel merito delle iniziative di Boschi figlia non emerge nulla che abbia rilievo penale. Ed anche sotto il profilo dell’opportunità si dovrà capire, escluse le pressioni, dove sia un abuso di potere che allo stato non appare.


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