Diario di un perplesso 3

Pubblicato il 15 luglio 2017, da Pd e dintorni

Terza ed ultima puntata. Poi bisogna guardare avanti. Torno su Renzi. L’altra sera un amico mi ha chiesto: “Ma perché critichi Renzi? Prima ti sei impegnato a convincermi che bisognava credere in lui e poi hai spesso parole di critica?” I veri amici sono quelli che non nascondono le cose che non vanno.

Mi dispiace vedere che Renzi non vuole imparare nulla dalle sconfitte che ha subito. E soprattutto mi dispiace vedere che il PD viene distrutto come comunità politica. Avanza un partito personale in cui idee, dibattito, selezione della classe dirigente con severi criteri di qualità non hanno cittadinanza. Il PD che era ancora una comunità politica viene ridotto a comitato elettorale, a Roma e sul territorio. E’ proprio inevitabile?. Non credo, e comunque quello che è certo è che la democrazia così funziona male e che la diversità costituita dal PD era utile alla democrazia italiana.

Mi sembra che il suo libro “Avanti” confermi che Renzi fatica ad imparare dalle sconfitte. Avanti era la gloriosa testata del Partito Socialista, nata nel 1896. Chissà se lo sa. Il libro non l’ho ancora letto, magari lo leggo in agosto. Ma oggi per vendere i libri (metodo Vespa) si fanno le anticipazioni degli aspetti più pettegoli. È successo anche per l’ultimo libro dei De Bortoli, con i pettegolezzi sulla Boschi e la banca del babbo. Qui del libro si sono fatti conoscere i rancori renziani per Letta e per D’Alema.

A che pro’? Il genere memorialistico è proprio di chi è uscito dalla politica attiva, in età avanzata vuole lasciare ricostruzioni utili agli storici. Ma Renzi è in piena attività, vuole tornare a guidare il paese, a che servono queste ricostruzioni sempre divisive, in cui si devono sempre screditare i compagni di viaggio, additarli al disprezzo popolare? Il ritratto di Letta come un incapace, non in grado di reggere il peso del paese? Si può usare qualche argomento più elegante e veritiero per giustificare il suo licenziamento. Ma resta questo gusto di minimizzare quelli che ritiene suoi avversari.

E che dire della ricostruzione sulla elezione del Presidente della Repubblica? Facendo inconsciamente una offesa a Mattarella. Che sarebbe stato usato come ripiego per impedire un ruolo di D’Alema nell’elezione. Vendicare l’offesa di un presunto accordo alle sue spalle di B. con il suo nemico giurato. Tutta la politica ridotta al protagonismo personale.

Nel libro ci sarà senz’altro di più. Di più robusto culturalmente e politicamente. Ma vorrei che Renzi si mettesse in testa che il paese è sempre più insofferente di questa narrazione della politica come scontro personale, dimostrazioni da maschio alfa. Non basta rimarcare sempre una qualche sottolineatura populista, una descrizione della politica come cosa inutile: “io non parlo di alleanze”, “non mi interessano i caminetti”, “io parlo dei problemi della gente”, “ho preso due milioni di voti”, ecc. Argomentazioni di cui la gente è un po’ stanca. Anche perché ne avverte una qualche insincerità. E comunque sul piano delle sirene populiste ce ne sono di più efficaci.

Non è in quel campo che si può vincere. È un paese che va riconciliato e risanato. Se Renzi non si applica a questa missione è destinato ad essere sconfitto. E con lui una idea riformatrice del paese. E questo sarebbe molto grave.

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2 commenti

  1. Walter
    15 luglio 2017

    Il metodo di Renzi richiama le purghe del tradizionale Partito Comunista. Penso che Renzi sia l’ultimo comunista.


  2. Amedeo
    16 luglio 2017

    Sconfitta una idea riformatrice del Paese? Perche’? Cosa manca ancora?


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