Capitani (poco) coraggiosi

Pubblicato il 18 aprile 2018, da Politica Italiana

“Capitani coraggiosi è un famoso romanzo di Kipling, romanzo di formazione, come si dice, con il ricco figlio di un milionario caduto in mare durante una crociera e ripescato da un peschereccio, dove fa amicizia con il mozzo di bordo. È stato anche un evento televisivo di successo con Claudio Baglioni e Gianni Morandi: “Noi siamo quelli che son cuccioli del mondo/ che inseguono le nubi e cantano alla luna/ che sotto la tempesta vanno fino in fondo”.

Adesso abbiamo due capitani vincitori. Ma sono coraggiosi? Vanno fino in fondo sotto la tempesta? Al momento si direbbe di no. Manca proprio il coraggio.

In ambedue nell’assumersi la responsabilità di dichiarare agli elettori che le promesse elettorali erano appunto promesse alquanto dissennate. Che per realizzarle ci vorrebbero molti soldi e molto tempo. Il tempo si può far passare ma i soldi non ci sono. Ci si può magari incamminare lungo la strada promessa ma la realtà è molto diversa.

Di Maio fa quel che può. Cambia il testo dei programmi che aveva fatto votare ai militanti, riconosce che la Nato bisogna accettarla. Si avventura con minor classe sulla teoria andreottiana dei due forni, riducendola ad un ricatto mercantile. Arriva perfino a far la corte al PD, i pidioti di una volta. Affida ad un professore universitario (!) la comparazione dei programmi elettorali per vederne le compatibilità. Non sa più che fare per tenere accesi i forni.

Ma gli manca il coraggio di fondo. Di spiegare ai propri elettori che se si fa il governo con Salvini non cambia molto riconoscere il ruolo di interlocutore a Berlusconi. Che si accontenterebbe di poco. Berlusconi no, ma la Lega sì, quella Lega che è stata sempre al governo con Berlusconi, servizievole stampella per ogni esigenza, dalle leggi ad personam alle nipotine di Mubarak. E del resto si è votata a Presidente del Senato una sua sfegatata sostenitrice. Con lui la Lega sta governando in Lombardia, in Veneto, in Liguria, in Sicilia, ecc. Ma tutto è ridotto a vuota simbologia.

A Salvini manca il coraggio di mettere Berlusconi con le spalle al muro. Perché a ben vedere è un giovanottone di 45 anni (con due figli da due compagne diverse, mentre se ne è trovata una terza, per entrare nel privato…), che ha dimostrato indubbio fiuto politico, ma ora appunto dovrebbe dimostrare più coraggio. Invece dice che aspetta le elezioni regionali. Un leone, visto che in Friuli Venezia Giulia si sa già che vince Fedriga ed è un po’ ridicolo pensare che la nascita del governo sia legata all’esito delle elezioni in Molise, una regione che conta poco più di 300.000 abitanti, meno della metà della provincia di Padova.

In fondo avrebbero un vento a favore. Per la maggior parte dei loro elettori questa è la formula giusta, sui programmi elettorali possono trovare un cemento di fondo che è un linguaggio populista, popolato di nemici altri. E poi agli italiani (ed ai poteri forti) piace sempre salire sul carro del vincitore. Ma manca appunto il coraggio.

Insomma due Capitan Fracassa, più che capitani coraggiosi. Che senza batter ciglio stanno riesumando tutti i riti della disprezzata Prima Repubblica: esploratori, traghettatori, tatticismi, trattative sui posti, e se i posti non bastano si prendono anche quelli che spetterebbero agli altri. Non è che dobbiamo aspettarci un bel governo balneare? Un sempre verde della Prima Repubblica…

P.S. Intanto bene fa (finalmente fa) il PD a porre alcuni temi di contenuto, obbligando chi sta menando il can per l’aia ad assumere posizioni di merito.

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