Le inaccettabili interferenze (inesistenti) o le inaccettabili bugie

Pubblicato il 16 maggio 2018, da Politica Italiana

Qui si vuole gettare la palla in tribuna, si sarebbe detto una volta. L’espediente della squadra di calcio sotto assedio per liberarsi della pressione avversaria.

Quello che ha cercato di fare Salvini, seguito da Di Maio, accusando i commissari europei: “Dall’Europa ennesima inaccettabile interferenza di non eletti. Noi abbiamo accolto e mantenuto anche troppo, ora è il momento della legalità, della sicurezza e dei respingimenti”

Ma cosa hanno detto? Delle banalità. Infatti il commissario europeo alla Migrazione Dimitris Avramopoulos, rispondendo a una domanda sulla situazione politica italiana, ha detto: «Speriamo che col nuovo governo in Italia non ci siano cambiamenti sulla linea della politica migratoria”. Cosa poteva dire un commissario che viene dalla Grecia, il paese dopo l’Italia a dover reggere l’urto maggiore della pressione migratoria?

Così il commissario Katainen, un antipaticone, questo sì, ha detto che la Commissione «è guardiana dei Trattati, dobbiamo essere sicuri che gli impegni assunti siano rispettati e abbiano ragioni di ritenere che l’Italia continuerà a rispettare gli impegni di bilancio anche in futuro». Un altro luogo comune.

Fa sorridere poi l’astio di Salvini per le cosiddette interferenze di “non eletti”. A parte che i commissari hanno alle spalle carriere elettive nei propri paesi Salvini è un signore che ha appena proposto, senza successo, di fare Presidente del Consiglio il prof. Giulio Sapelli, persona dal multiforme ingegno, che non è mai stato eletto da nessuno, e neppure lo sarebbe stato se fosse stato nominato Presidente del Consiglio. Parole senza alcun rispetto della verità e anche di sé stessi, verrebbe da dire, se la linearità fosse considerata una virtù.

Ciò che colpisce di queste vicende è la sovrana indifferenza nei confronti dell’opinione pubblica, che non è fatta solo di tifosi, ancorchè numerosi, a cui si può somministrare qualsiasi bugia senza reazione. Sono passati più di 70 giorni e anche con la presunzione di fare la storia sono molti. Si racconta una cosa mentre ne sta succedendo una molto diversa. “Siamo entrati nella Terza Repubblica, quella che mette al centro temi e proposte per i cittadini!” recita Di Majo. “Continua il lavoro sul contratto di governo, al centro tempi e proposte per i cittadini” e via propagandando. Avendo partecipato a qualche riunione programmatica per il Governo Prodi 2 ricordo ancora le minuziose e maniacali riunioni per mettere a punto il programma di governo, tradottosi in librone di 200 pagine che ovviamente non ha impedito la caduta del governo per implosione della precaria maggioranza. Anche allora caro Di Majo si parlava dei problemi dei cittadini, con le stesse difficoltà che incontrate voi per trovare la famosa quadra.

Sabato dicono che sono pronti a dare tutte le risposte al Presidente della Repubblica è lunedì devono ammettere che non è vero niente: non c’è l’intesa sul programma, non c’è l’intesa su chi mai possa essere il Presidente del Consiglio. Devono chiedere ancora tempo al paziente Mattarella.

Si dimostrano due giovanotti un po’ inesperti a quel livello ed un po’ imbroglioncelli. Un po’ troppo per voler rappresentare una autentica novità. Vedremo se le levate di scudi di Salvini corrispondono ad autentiche difficoltà o servono solo per spaventare Di Maio nella trattativa. Intanto le anticipazioni sul programma fanno intravedere tutte le insostenibilità: la Banca Europea dovrebbe cancellare 250 miliardi di euro di debiti nel momento stesso in cui scrivono che si dovrebbero anche creare le condizioni per uscire dall’euro. O quando si parla di una flat tax che sarebbe però progressiva: “La parola chiave è flat tax, caratterizzata dall’introduzione di aliquote fisse, con un sistema di deduzioni per garantire la progressività dell’imposta” Imbrogli con le parole, appunto. Altro che il “contratto” tedesco: lì ci sono dati esatti, cifre precise, quantificazioni.

Forse per loro è duro scoprire che la mediazione è una virtù necessaria. E positiva se non è fatta al ribasso. Ed anche riconoscere la realtà. Che se hai il 17% ad esempio non puoi impedire che chi ha il 32% esprima il Presidente del Consiglio. O che non puoi bloccare tutte le grandi opere del paese già in corso perché l’hai detto in campagna elettorale e non hai i voti per farlo.

Vedremo se l’ultima promessa: “Forse domani (oggi) si chiude” avrà lo stesso fondamento delle precedenti.

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