Senatore Paolo Giaretta
Paolo Giaretta in Senato

Sulla scomparsa di Gabriele De Rosa

intervento in aula Paolo Giaretta - 9 dicembre 2009

Signor Presidente, è proprio vero, come hanno sottolineato gli oratori che mi hanno preceduto e lei stesso, che con Gabriele De Rosa scompare un intellettuale cattolico che ha profondamente segnato la ricerca e la cultura storica italiana ed europea, ma, insieme, un protagonista della vita civile e politica del nostro Paese. Sarebbe veramente difficile separare questi due aspetti. Tra le altre università, Gabriele De Rosa ha insegnato a Padova, nella mia università, ed i suoi studenti ricordano certamente il suo rigore nella ricerca storica, ma anche la passione civile di una partecipazione politica che emergeva dalla sua presenza di studioso e di ricercatore.
Sul piano della cultura storica ha avuto un grande merito, quello di aprire nel nostro Paese, fin dai primi anni Cinquanta, un filone storiografico prima trascurato, quale quello della storia del cattolicesimo post unitario. Sarebbe veramente difficile capire la storia del nostro Paese senza gli studi di De Rosa: senza poter comprendere le radici culturali, sociali, organizzative e spirituali di un movimento che avrebbe costruito poi, con don Luigi Sturzo, il ritorno dei cattolici nella vita italiana dello Stato post-unitario e, insieme, l'eredità nella costruzione della vita democratica del Paese dopo il fascismo, il contributo dato alla formazione dello Stato democratico, la complessità di una storia politica italiana nel suo formarsi come giustapposizione di diversi filoni culturali - quello cattolico appunto, quello laico repubblicano e quello della sinistra marxista - complessità che ha saputo poi trovare le ragioni di un incontro nella costruzione delle nostre istituzioni democratiche, e alla cui costruzione il contributo di De Rosa non è stato secondario.
Ma dell'importanza di De Rosa storico altri potranno dire in modo più autorevole; vorrei qui solo ricordare un lascito importante dell'opera culturale del professor De Rosa: lo sviluppo dell'istituto Luigi Sturzo, un istituto di ricerca e documentazione della storia del movimento cattolico che costituisce veramente un lascito di eccezionale importanza per le ricchezza delle fonti archivistiche che sono state lì raccolte.
Abbiamo detto dell'impegno di Gabriele De Rosa nella vita civile: ufficiale dei granatieri dell'Esercito italiano ad El Alamein; impegnato nella Resistenza contro il fascismo e, nell'immediato dopoguerra, nell'esperienza dei cristiani sociali; raccoglitore attento delle memorie di don Luigi Sturzo (in un bellissimo libro, "Sturzo mi disse", sono raccolti tanti pensieri di don Luigi Sturzo che sono di un'attualità straordinaria e che, grazie a De Rosa, ci sono stati trasmessi); impegnato poi nella Democrazia cristiana (intellettuale prestato, in questo caso, alla politica, come tante figure luminose dell'esperienza dei cattolici in politica, da Pietro Scoppola a Ruffilli, da Ardigò a Leopoldo Elia, che seppero tutti, usando gli strumenti di una piena laicità, portare con vigore nella vita pubblica idee e valori che si nutrivano dell'insegnamento cristiano, dell'esperienza del cattolicesimo sociale); per arrivare poi a questo estremo impegno di senatore, nel quale ebbe a svolgere, nel periodo più difficile e tormentato della storia politica recente del nostro Paese, il ruolo di Capogruppo della Democrazia Cristiana al Senato, incarico non ricercato, ma assunto con generosità.
Quindi, una lezione di grande attualità; nel momento in cui spesso nella cronaca quotidiana si tende ad asservire la ragioni della religione alle ragioni contingenti della politica, farebbe veramente bene a tutti noi rileggere le pagine così persuasive del professore senatore De Rosa su cosa vuol dire essere cattolici laici impegnati nella vita politica e culturale del Paese. (Applausi dal Gruppo PD e del senatore Scarpa Bonazza Buora. Congratulazioni).
 
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