PD: un congresso generativo di un pensiero radicalmente nuovo

Pubblicato il 8 luglio 2013, da In primo piano

Penso che Renzi si candiderà: Non può permettersi di non farlo, sarebbe un venir meno alle responsabilità che ha assunto incontrando nel paese un così largo consenso. Deve farlo per il bene del PD e per il bene del paese. Se non lo facesse sarebbe risucchiato nella politica dell’attendismo e del tatticismo, che è la politica da sconfiggere. Sarebbe una rottamazione del rottamatore. Penso anche che il PD dovrà mantenere (e lo farà) regole aperte per le primarie. Sarebbe singolare (e drammaticamente distruttivo) aver paura del proprio popolo di elettori e teorizzare una diversità da mantenere tra chi milita, iscrivendosi e partecipando alla vita del partito, e chi vota. Se c’è una diversità è una diversità da colmare e non da coltivare.

Si stanno profilando altre serie e possibili candidature. Al netto di chi annuncia candidature solo per dimostrare di esistere. E’ singolare che questa tattica venga praticata in nome del rinnovamento: candidarsi sapendo a priori di non avere alcuna possibilità di vincere solo per avere i riflettori accesi durante la competizione e raccogliere un po’ di consensi da far valere sul tavolo delle trattative postcongressuali è una cosa vecchia come il cucco. renzi1

Potrebbe essere perciò un grande congresso, ricostruttivo del PD, purché. Purché al centro vi sia il nodo che è il vero limite del PD. La costruzione di un pensiero all’altezza della crisi epocale che stiamo attraversando. Un pensiero generativo di politiche nuove, radicalmente nuove. Non è il tempo (solo) di slogan più o meno efficaci: il lavoro prima di tutto, l’Italia giusta, ecc. sono affermazioni necessarie. Ma il punto non è questo. Penso che il PD, ben più di altri luoghi dell’organizzazione politica (non possiamo limitarci a chiamar partiti luoghi in cui non vi è vita democratica interna e tutto è subordinato ai diktat di un capo padronale), coltivi valori fondamentali per una moderna democrazia, la solidarietà, la legalità, la partecipazione. Ma altra cosa è saper tradurre questi valori in scelte politiche radicali, con la radicalità richiesta dai cambiamenti in atto. Valori che si traducono in cose da fare, in proposte di cose da fare capaci di cambiare la vita dei cittadini.

Stiamo assistendo ad un fallimento epocale sia dell’ubriacatura del capitalismo finanziario, senza vincoli e senza regole, nell’illusione che il mitico mercato aggiusti tutto, sia della deriva burocratica delle grandi conquiste dell’età d’oro del welfare. Si prospetta la riscoperta di una economia sociale di mercato: un mercato ben regolato, con la lotta ai monopoli ed alle rendite di posizione, un rinnovato intervento dello Stato non ingombrante ma autorevole e decisivo. Va costruita una nuova architettura finanziaria internazionale, per contrastare la legge della giungla della speculazione finanziaria globale, con gli Stati succubi delle decisioni di pochissimi, di cui si intravedono primi timidi segnali. Tutto questo richiede che il PD sviluppi un pensiero innovativo e coraggioso ed occorre che ci siano dei luoghi in cui questo possa realizzarsi. Con continuità, con un investimento sul futuro. Approfondendo ed avvalendosi dei saperi e delle competenze. Facendone il fuoco della propria iniziativa politica. Perché questo pensiero esiste, vi sono tanti luoghi del sapere in cui si organizzano risposte o si tenta di farlo. Manca la sintesi politica: raccogliere queste idee, valutarle, organizzarle, tradurle in iniziativa politica. Non si può stare tra la stanca ripetizione  di idee logore ancorchè nobili del passato e l’accettazione acritica di ciò che circola in Rete.

Bersani non ha perso per le proprie debolezze di leadership o per una cattiva comunicazione. Ha perso perché il PD non è stato in grado di trasmettere in campagna elettorale una idea forte di governo: le cose da fare per cambiare la condizione degli italiani che stanno soffrendo, sotto il profilo economico, ma anche sotto il profilo di una prospettiva di vita, di una fiducia che si possa recuperare, di una speranza ben coltivata.

Giorgio Ruffolo in un suo recente saggio ci ha ricordato una cosa molto scomoda. Nel gennaio del 1933 Hitler sale al potere in una Germania con oltre 6.000.000 di disoccupati, dopo un anno sono dimezzati e cinque anni dopo sono meno di 400.000. Risultati superiori a quelli ottenuti dalla grande impresa del New Deal rooseveltiano. Questi risultati spiegano purtroppo il radicato consenso che Hitler mantiene nel popolo tedesco e la possibilità di condurlo alle peggiori tragedie del ‘900.

Serve una politica capace di cambiare le cose. Non di enunciare i problemi, ma di dare soluzioni. Che si traducano in atti concreti. Molto discutibile è la proposta di eliminazione dell’IMU prima casa (per tutti, anche per gli ultra benestanti) che sta cavalcando il PDL e presto ci si accorgerà che per una scelta ideologica ci saranno aggravi anche per i più deboli in altri settori fiscali. Ma è una proposta su cui il cittadino comune può discutere e far di conto, valutando le conseguenze sul proprio bilancio familiare. E il PD?

Di questo deve occuparsi il Congresso. Le leadership servono, e sono decisive in tutti i campi della vita associata. Ma devono essere leadership a servizio di un pensiero, e di un pensiero a servizio del Bene Comune.

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1 commento

  1. Tania Rossetto
    20 settembre 2013

    Salve,
    sono una geografa, ricercatrice dell’Università di Padova (e tra l’altro figlia di Isidoro Rossetto). Avrei necessità di avere ogni possibile informazione su un oggetto urbano che credo sia stato realizzato negli anni in cui Lei era sindaco di Padova (l’Archivio comunale non possiede nulla): si tratta della fontana recante una mappa dell’Europa ubicata in Largo Europa. Avrei bisogno di sapere quale è il contesto della sua realizzazione (celebrazione del Trattato di Maastricht, provo a indovinare?). Quale è il senso, l’origine, la motivazione (contesto storico, autore del concept, messaggio politico) di questo progetto? Quale la ricezione di allora? Nel ringraziarla fin d’ora per la Sua attenzione la saluto cordialmente.
    Tania
    dott.ssa Tania Rossetto
    Università di Padova
    Dipartimento Dissgea – sezione di Geografia
    via del Santo 26 – PADOVA
    tania.rossetto@unipd.it


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