Non c’è bisogno di tifoserie politiche

Pubblicato il 17 giugno 2007, da In primo piano

Occorre ritrovare il senso del bene comune

Cosa ci guadagna il paese da questo clima che l’opposizione certa di incattivire sempre di più? Non ci ricava nulla, se non un’ulteriore difficoltà a riconoscersi nella politica.

Il capo dell’opposizione dice sorridendo che ci vorrebbe un “regicidio” per mandar via Prodi. I leghisti con giubili goliardici occupano la Camera dei Deputati. Scherzi, battute, episodi da prendere sottogamba? Non proprio. Il capo dell’opposizione dovrebbe ricordare che nel nostro paese le pistole hanno sparato sul serio e che politici, servitori dello stato e della comunità sono caduti sotto il piombo di efferati assassini, e che se c’è un paese dove non ci si può permettere di fare battute sui “regicidi” questo è proprio l’Italia. E in un’aula parlamentare in cui qualche decennio fa sono state sospese per un ventennio le garanzie della libertà e della democrazia non c’è molto da fare dello spirito. La nostra storia recente dimostra che quando le parole passano il segno c’è sempre chi le prende sul serio, imboccando strade tragiche.

Politica fiscale: non sia campo di battaglia

La politica si divide senza riguardo per un minimo di reciproco riconoscimento e per la tenuta delle istituzioni? Il paese si divide di conseguenza. Si parla con un po’ di leggerezza di rivolta fiscale, nel paese dall’enorme evasione. Ci sono stati indubbiamente errori da parte del nostro governo, con eccessi di appesantimenti burocratici che prendono nel mazzo evasori e contribuenti corretti. Eppure dovrebbe essere interesse di tutti costruire le condizioni di una seria politica fiscale. Il patto fiscale corretto tra cittadini e Stato richiede un limite alla pressione fiscale perché non diventi oppressione (e in questo primo anno di governo la pressione fiscale è cresciuta troppo) e regole stabili e rispettose dei diritti e dello statuto del contribuente, perché non diventi vessazione. Ma il patto fiscale richiede anche serietà e trasparenza. Nel quinquennio di governo del centrodestra la pressione fiscale è scesa di 0,7 punti, ma in compenso la spesa pubblica corrente al netto degli interessi (quella che dipende dalle scelte del governo) è cresciuta 1,9 punti, il debito è tornato a crescere dopo 10 anni, l’indebitamento che doveva stare sotto il 3% è cresciuto dallo 0,8% (eredità del centrosinistra) al 4,2%. Cioè si sono caricate sulle spalle dei cittadini cambiali che adesso si devono pagare.

Una piazza contro l’altra

Qualche settimana fa una bella piazza segnava una domanda politica forte perché nell’agenda della politica entrino con più decisione i bisogni della famiglia. In questi giorni una risposta da un’altra parte del paese: una folla variopinta, con qualche parola di troppo e qualche esibizionismo discutibile, almeno per una parte di opinione pubblica, una folla numerosa, al di là delle iperboli degli organizzatori che tendono a largheggiare senza limiti nelle statistiche. Una piazza contro l’altra, che vede nell’altra piazza dei nemici? E’ questo che serve al paese? Un paese di tifosi, che non vuole neppure cercare di capire le ragioni dell’altro con una politica sempre più debole che si limita ad eccitare le tifoserie?

La coesione sociale è un problema di tutti…

Non è questo ciò di cui ha bisogno il paese. Occorre saper riprendere il filo di un ragionamento, di una difesa del bene comune, un termine questo da riscoprire in tutto il suo significato positivo. Sarà proprio questo l’oggetto della prossima Settimana Sociale dei cattolici italiani che si terrà il prossimo ottobre.

Spetta alla politica saperlo fare, alla maggioranza,e non sono mancate offerte concrete da parte del Capo del Governo, a cominciare dalla opportunità di un’intesa sulla legge elettorale. Spetta anche all’opposizione: anch’essa sempre più divisa sulla tentazione di cavalcare il populismo (Forza Italia e Lega), sul tentativo di tenere un profilo più istituzionale (UDC) e sugli ondeggiamenti continui di AN (il cui capo, apprendiamo dalle cronache, si separa dalla moglie: fatto privato naturalmente, ma comunque un altro difensore della famiglia che non sa tenere in piedi la propria).

…anche della Chiesa Cattolica

Spetta anche alla società civile, alle grandi agenzie educative, a cominciare dalla Chiesa Cattolica, così importante per la tenuta del tessuto civile del nostro paese. Un paese che accentuasse alcune caratteristiche di divisione e di rancore è un paese che non avrebbe un buon futuro davanti.

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