Discussione sui rapporti "Le energie rinnovabili e lo sviluppo sostenibile" e "L'energia nucleare e lo sviluppo sostenibile"

Pubblicato il 25 giugno 2009, da Interventi al Consiglio d'Europa

(Doc. 11918) Le energie rinnovabili e lo sviluppo sostenibile

(Doc. 11914) L’energia nucleare e lo sviluppo sostenibile


Dichiarazione di voto di Paolo Giaretta, a nome del Gruppo dell’ALDE (Alleanza Democratici e Liberali Europei)

Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa – 25 giugno 2009



Esprimo a nome del gruppo dell’Alde le felicitazioni per le due eccellenti relazioni. La disponibilità di energia in misura sufficiente, senza condizionamenti politici e con un accettabile impatto ambientale è nell’attuale mondo globalizzato un requisito essenziale per lo sviluppo e perciò per il pieno soddisfacimento di basilari diritti umani.

Il dibattito di oggi ci porta ad affrontare due approcci profondamente diversi per contribuire alla soluzione del problema energetico.

Largamente condivisa è la necessità di potenziare il ricorso alle energie rinnovabili. Si tratta di tecnologie relativamente semplici, senza rilevanti impatto sugli equilibri ambientali, con costi unitari di investimento bassi e perciò utilizzabili anche in aree a scarso sviluppo. Possono dare un contributo importante al bilancio energetico con alcuni limiti derivanti per il solare e l’eolico dall’impossibilità di assicurare flussi costanti di energia.

Il ricorso all’energia nucleare è più discusso. Certamente si tratta di una fonte di energia che può dare un contributo importante al contenimento delle emissioni di gas ad effetto serra. Tuttavia uno sviluppo più intenso richeide di affrontare alcuni problemi irrisolti. Uno sfruttamento intensivo delle attuali disponibilità di uranio porterebbe ad un accelerato esaurimento delle disponibilità conosciute, con un forte innalzamento del prezzo. Resta non adeguatamente risolto il problema dello stoccaggio sicuro delle scorie radioattive. Attualmente ogni anno vengono prodotte oltre 10.000 tonnellate di scorie radioattive dai reattori in esercizio e nessun paese ha realizzato un sistema definitivo per il deposito in sicurezza di tale materiale. Non vi sono soluzioni convincenti per controllare il rischio della possibile proliferazione di usi non civili. Va considerato inoltre che la dimensione degli investimenti necessari richiede un rilevante investimento pubblico senza il quale difficilmente capitali privati sosterrebbero la realizzazione di centrali nucleari. Appare opportuno perciò intensificare la ricerca per la realizzazione di reattori di IV generazione, concentrando maggiori risorse pubbliche a livello sovranazionale . Al progetto Gen IV già partecipano 12 paesi più l’Euratom. Se la ricerca consentirà di arrivare alla realizzazione di reattori più efficienti, più sicuri, con minore produzione di scorie pericolose, senza la produzione di plutonio di grado militare si faciliterà in modo determinante lo sviluppo di un nucleare più sicuro.

In ogni caso sia che si pensi allo sviluppo della produzione di energia di origine nucleare o da fonti alternative dobbiamo porci un altro problema. La domanda mondiale di energia primaria raggiunge la cifra di dodici miliardi di tonnellate equivalenti petrolio, di cui circa la metà è consumata dai paesi dell’area OCSE. L’Agenzia internazionale dell’Energia stima al 2030 un aumento della metà dell’energia attualmente consumata e nel 2050 un raddoppio.

Finchè il contenuto energetico del PIL sarà pari a quello attuale (1 punto di PIL in più corrisponde a quasi un punto di domanda di energia in più) difficilmente si potrà dare una soluzione strutturale al nodo energetico..

Tuttavia esiste una vera nuova fonte di energia rinnovabile che consentirebbe di rendere più sostenibile lo sviluppo e contenerne i costi. Questa fonte si chiama risparmio energetico. In media in Europa circa il 40% dell’energia è consumata per l’abitazione ed i servizi, il 35% per i trasporti, il 25% per l’industria.

Si calcola che sarebbe possibile ridurre oltre un quarto dei i consumi finali di energia in tempi brevi se si realizzassero in modo esteso politiche integrate in questa direzione. Le opportunità sono molteplici: processi produttivi innovativi a basso consumo di energia, uso della cogenerazione di energia elettrica e calore, miglioramento dell’efficienza energetica dei motori elettrici, degli impianti di riscaldamento e raffrescamento, miglioramento dell’isolamento termico degli edifici e sviluppo della bioedilizia, migliore organizzazione del trasporto di merci e motori (efficienza dei motori, sviluppo dell’idrogeno, logistica più efficiente, organizzazione delle città e dei nuovi quartieri con lo sviluppo del trasporto sostenibile).

La risoluzione del problema energetico e del suo impatto ambientale richiede l’uso integrato di molteplici politiche. Quella per il risparmio energetico è tra le più efficaci.


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