La riforma dell'ONU e gli Stati del Consiglio d'Europa

Pubblicato il 1 ottobre 2009, da Interventi al Consiglio d'Europa

Risoluzione 1688 (2009) adottata dall’Assemblea l’1 ottobre 2009


Intervento alla IV sessione dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa – Strasburgo, 1 ottobre 2009


La strada dell’uniteralismo e del tentativo di una sola superpotenza di riappropriarsi di quello ius ad bellum che la Carta delle Nazioni aveva cancellato é stato segnato da fallimenti su tutti i fronti. Dobbiamo perciò salutare con grande favore la scelta della nuova amministrazione statunitense di ritornare sulla strada della multilateralità e della cooperazione.

Realisticamente e secondo legalità, l’alternativa consiste nel rilanciare il multilateralismo istituzionale, quale rappresentato e gestito, sul piano universale, dal sistema delle Nazioni Unite e, sul piano regionale, dalle legittime organizzazioni regionali.

Il DNA dell’ordine mondiale di cui c’è bisogno sta nella Carta delle Nazioni Unite e nella Dichiarazione universale dei diritti umani. Sono due documenti tra di loro strettamente collegati che devono guidare insieme la nostra azione.

Il rispetto di questi principi presuppone naturalmente che le istituzioni multilaterali non soltanto esistano, ma che siano anche messe nella condizione di funzionare efficacemente.

Per questo sono grato al relatore per le sue proposte che condivido, in cui il necessario realismo convive con l’aspirazione ideale a credere nella forza di un nuovo diritto internazionale e di rinnovate istituzioni.

Sulla riforma del Consiglio di Sicurezza si sono arenati tutti i progetti di riforma, eppure è essenziale dare al Consiglio una maggiore rappresentatività e superare o limitare l’anacronistico diritto di veto di alcuni.

Vi tuttavia un’altro punto: l’ONU, tra le cui competenze c’è anche quella di decidere l’uso della forza per fini compatibili col suo Statuto, è tuttora priva di una propria Assemblea Parlamentare che traduca nei fatti il principio di democrazia rappresentativa. Occorre finalmente giungere alla costituzione di una seconda assemblea generale nella forma di Assemblea parlamentare delle Nazioni Unite.

La procedura da attivare senza necessità di modifiche statutarie è quella dell’art. 22 della Carta delle Nazioni Unite che prevede che l’Assemblea generale “può istituire gli organi sussidiari che ritenga necessari per l’adempimento delle sue funzioni”.

L’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, quale antesignana delle assemblee parlamentari regionali, deve porsi alla testa di una iniziativa all’insegna di più democrazia internazionale e operare in sintonia con i movimenti di società civile globale che condividono l’appello “rafforzare e democratizzare le Nazoni Unite”.

L’approvazione di questa risoluzione darà base politica e giuridica per condurre questa buona battaglia.


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