Zanonato senatore? Sarebbe una risorsa

Pubblicato il 5 gennaio 2013, da Dai giornali

Il Mattino di Padova, 5 gennaio 2013

Senatore Paolo Giaretta, oggi potrebbe essere il giorno di Zanonato. Lei crede possibile la sua candidatura al Senato? «Scegliere tra gli amministratori locali è nelle corde del Pd che è noto per avere buoni sindaci. Ma solo Bersani oggi sa cosa vuole. Se dovesse chiamare Zanonato, la lista Pd sarebbe altamente qualificata: l’esperienza di Flavio è solida e importante». Il sindaco Zanonato, secondo lei, lo vorrebbe davvero un posto da senatore? «Lui è un uomo di partito, pensa che le scelte non sono mai individuali ma collettive. Credo che si fidi delle scelte di Bersani. Tuttavia, in un governo di centrosinistra, Flavio sarebbe un punto di riferimento per la nostra città». Anche economico? «Certo. Io in questi anni a Padova qualche buon finanziamento l’ho portato per valorizzare il territorio». Voci insistenti vogliono Zanonato sottosegretario nel governo Bersani anche se non sarà candidato alle elezioni. Lo ritiene possibile? «Non lo so, di ipotesi nella politica ce ne sono molte. Ripeto, le scelte di Bersani saranno accettate da Zanonato». Allora ipotizziamo che Zanonato sia eletto senatore. Che succede nell’immediato? «La decadenza di sindaco di Zanonato avviene con l’elezione, ovviamente. A quel punto in attesa di nuove elezioni cittadine, che non possono certo essere più tardi della primavera 2014, l’amministrazione è retta da Ivo Rossi che di capacità ne ha parecchie». Rossi si ritroverebbe però a gestire un progetto politico in vista delle amministrative. Che consiglio gli darebbe? «Lavorare per un progetto che accolga soggetti nuovi. Padova finora non ha vissuto un periodo di grandi liste civiche, ma oggi è matura per questa esperienza. Vedremo che cosa succederà intorno alla lista Monti, per esempio». E vedremo cosa succederà anche nel centrosinistra… «Intanto che il centrosinistra vinca con una maggioranza forte a livello nazionale: la ricaduta locale si sentirebbe. Teniamo presente che comunque sia a Padova cessa di fare il sindaco una persona che ha segnato la città per 17 anni. Un grande ciclo si chiude, come accadde con me. E un nuovo ciclo si deve aprire: Rossi ha le caratteristiche per guidare un processo di rinnovamento». Ivo Rossi non è un ex Ds: non teme che una forte vittoria nazionale del Pd possa emarginare la parte moderata del centrosinistra? «A Padova Rossi sarà un candidato che scende in campo per il centrosinistra con molta forza. Se ci sarà guerra interna si farà lo stesso battaglia alle primarie, ma sarebbe un errore ridurre il Pd al recinto della sinistra tradizionale. L’elettorato padovano non può più rinunciare ai moderati». Quindi non teme la forza organizzativa del Pd? «No, Renzi è andato vicino alla vittoria pur essendo molto debole come organizzazione di partito. E sono felice per il successo di Piva, che ho sostenuto con convinzione perchè rappresenta il cattolicesimo sociale, essenziale nel centrosinistra». E, per contro, cosa succederà del centrodestra? «Queste elezioni sono un sistema di svolta. Ci sono dei vuoti politici a destra che trovo preoccupanti. Ma è nel vuoto che nascono cose nuove e impensate. Lo stato miserevole attuale del centrodestra non ci deve far stare tranquilli». Infine: il fenomeno Grillo? «Sul nostro territorio non vedo proposte e prese di posizione grilline. Me le aspetto se avranno successo nazionale».

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