Fischi per Zanonato, ma la verità è sempre meglio

Pubblicato il 12 giugno 2013, da In primo piano

Fischi a Zanonato all’assemblea di Confcommercio a Roma. Poi ci sono stati anche gli applausi, comunque come è normale (ma deve proprio esserlo?) la notizia sono i fischi. Fischi perché? Per aver usato parole di verità: che la soppressione dell’aumento dell’IVA per l’aliquota più alta (eredità avvelenata del governo Berlusconi e dello scomparso Tremonti, il suo trasferimento alla Lega ha prodotto elettoralmente quel che ha prodotto) non è una cosa certa e al momento non si sono trovati gli interventi sostitutivi.

E infatti bisogna incominciare a parlare nel merito delle cose anche per il nuovo Governo. Bene le riforme istituzionali, bene trovare l’accordo sulla legge elettorale, poi c’è l’economia: bene aver rifinanziato gli ammortizzatori sociali, bene lo sblocco dei pagamenti della PA (e speriamo che dall’Europa arrivi l’autorizzazione per un ulteriore intervento) ma poi c’è il resto.1371046689-zanonato

Abbiamo detto a suo tempo dell’ottimo intervento di presentazione del Governo da parte di Enrico Letta e messo però in luce un elemento di debolezza: un elenco di cose tutte giuste e necessarie, senza però un accertamento delle compatibilità economiche. Perché il problema è che bisogna scegliere. Fare tutto non si può. Sono un fanatico della necessità assoluta di una revisione della spesa pubblica (produrre gli stessi servizi innalzando la produttività e spendendo meno e insieme verificare quanti dei servizi prodotti dall’apparato pubblico siano veramente necessari e/o prioritari), ma questi processi richiedono tempo per produrre risultati. Altrimenti i tagli di spesa diventano semplicemente scopertura di servizi anche essenziali per i cittadini, ed anche per questa via si deprime la domanda interna.

Perciò bisogna capire che nell’immediato non si tratta tanto di una riduzione della esosissima pressione fiscale (stretta tra evasione e vincoli di bilancia pubblica) ma piuttosto di una più efficiente distribuzione del peso fiscale.

E allora: prima il lavoro? Sì, prima il lavoro. Vuol dire che la priorità assoluta è rendere più conveniente assumere almeno per quelle imprese che hanno una necessità di produttori. Questo vuol dire due cose: defiscalizzare il costo del lavoro, in particolare per il lavoro giovanile e femminile e togliere alcuni appesantimenti introdotti dalla riforma Fornero (con il migliore degli obiettivi: evitare l’eccesso di precarizzazione) che funzionano in un periodo normale ma che in un periodo di crisi hanno ottenuto solo di scoraggiare anche il lavoro precario.

Se i soldi disponibili (pochi, purtroppo) vanno lì quella deve essere la priorità.

Non pensa che serva molto rinviare di tre mesi l’IMU o rinviare di altrettanto l’aumento dell’IVA: non si crea per questa via un clima di ottimismo e anzi se poi il rinvio si traducesse solo in una breve dilazione con poi il pagamento dell’uno e dell’altra sarebbe una grave presa in giro per i cittadini.

Eliminare l’IMU prima casa, benissimo e popolarissimo. Ma poiché le fasce più basse sono già esenti (si potrebbe semmai allargare questa fascia) come si trova la copertura? Non potendo premere ulteriormente sugli immobili produttivi non resta che aggravare il peso sulle seconde case e su altre imposte legate alla casa (Tares) e revisione del catasto. In sostanza l’abbiente non pagherà sulla prima casa (e potrebbe pagare senza sensibile sacrificio) ma pagherà di più sulle altre proprietà e tutti rischiano di pagare di più servizi erogati dai comuni e altre tassazioni immobiliari. E’ proprio un affare? Bisognerebbe chiederlo a PDL che pensa di fare un affare, ma mi sembra che elettoralmente non gli abbia molto reso. La cosa peggiore è promettere una cosa e poi il cittadino si trova comunque a tirare fuori gli stessi soldi di prima con la presa in giro che lo Stato glieli chiede con un nome diverso.

L’aumento dell’IVA, sia pure escludendo i beni di prima necessità è certamente problematico per tanti motivi. Domanda interna molto bassa, alta evasione, impopolarità naturalmente. E però se si deve scegliere: diminuire significativamente la tassazione sul lavoro o non fare nulla sul lavoro ed evitare l’aumento dell’IVA (per quanto tempo…?) io penso che sarebbe meglio aumentare l’IVA, escludendo quello che aveva previsto il Governo Berlusconi: Invece dell’aumento dell’IVA un taglio drammatico dei servizi sociali.

Bisogna scegliere. Meglio spiegare la durezza della situazione ai cittadini piuttosto che illuderli con brevi rinvii.

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