Due buone notizie

Pubblicato il 18 marzo 2014, da In primo piano

renzimerkelDue buone notizie nello stesso giorno, per l’Italia e per l’Europa.

La visita di Renzi in Francia e Germania potrebbe veramente aver preparato al meglio il semestre europeo di Presidenza italiana. Non ottimale per il periodo (interessato dalle elezioni europee e quindi periodo di incertezza e di formazione dei nuovi organi comunitari) ma importante perché presieduto da uno dei paesi fondatori e comunque maggiori erogatori.

La prima notizia è la grande accoglienza fatta a Renzi dalla Merkel. Si sapeva della simpatia tra i due. Ma la simpatia si è tradotta in fatti utili. In sostanza una via libera di fatto alla possibilità dell’Italia di avvicinarsi maggiormente al livello di soglia del 3%. Che l’Italia comunque non supererà, ma si tratta di guadagnare quei due decimi due punto (dal 2,6 al 2,8%) che consentirebbero di mobilitare energie finanziarie necessarie per la piena copertura dell’ambizioso piano proposto da Renzi. Il limite del 3% da tempo l’Italia non lo supera ma invece siamo molto fuori dal rispetto del tetto del 60% del debito cumulato (siamo infatti al 132,9% del pil). Le nuove normative sottoscritte con il Fiscal pact impegnano ad un percorso di rientro costante nel tempo. Ricavando quindi un po’ di risorse entro il 3% per ripianare il debito. Avere più tempo per farlo, mobilitando energie per aumentare la crescita, è il successo della giornata tedesca.

Occorreranno le decisioni di competenza della Commissione Europea, ma è il segnale di una più ampia consapevolezza anche in terra tedesca che i conti pubblici senza crescita ed equità strozzano il futuro delle comunità. E anche la Germania da sola non si salva (con all’orizzonte la crisi Ucraina, che potrebbe avere pesanti conseguenze economiche per tutta l’Europa, anche quella più forte).

La seconda notizia positiva è che la Corte Costituzionale tedesca ha dichiarato la legittimità costituzionale delle decisioni assunte al momento della più acuta crisi finanziaria: il fondo da 700 miliardi di euro approntato dalla Banca Centrale Europea per salvare l’euro da attacchi speculativi con il potere di procedere all’acquisto illimitato di titoli non viola i diritti del parlamento tedesco in materi di politiche economiche. Tecnicismi, ma sostanza politica. Attorno alla questione si era sviluppata una sorda lotta (dentro la BCE contro Draghi ed in Germania contro la Merkel) per imporre un isolazionismo germanico, o l’idea di una Europa a due velocità, i forti da una parte ed  i presunti deboli dall’altra. Al di là delle questioni di tecnica finanziaria perciò una bella notizia politica.

Forse possiamo pensare ad una campagna elettorale per le europee in cui i leader politici più consapevoli siano in gradi di proporre un volt dell’Europa come il luogo delle opportunità e della soluzione dei problemi, piuttosto che la causa presunta dell’impoverimento dei popoli, Che è ciò che è assolutamente necessario.

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