Il tradimento delle primarie

Pubblicato il 6 marzo 2014, da Pd e dintorni

La politica rischia sempre di essere il luogo delle molte verità, e perciò di nessuna verità. Potrebbe valere anche per la vicenda delle primarie tradite di Padova. Colpa del PD o colpa di Padova 2020? In questi casi bisogna andare alle cose essenziali, e le cose essenziali dicono che c’è una gravissima responsabilità di Padova 2020.

Primo: Il regolamento delle primarie è chiarissimo e non ha bisogno di interpretazioni. E’ stato accettato dai partecipanti. I partecipanti si sono impegnati ad rispettare il risultato e a non candidarsi a Sindaco. Punto. Così è successo ovunque. Quando il PD ha perso (a Milano, a Genova, a Cagliari, ed in altre città) non si sono inventati espedienti. Il resto sono arzigogoli da vecchi politicanti, ancorché giovani di età e di esperienza. In gioco è una questione essenziale. Una questione di lealtà e di legalità. Un impegno assunto non con i dirigenti del PD ma con tutti gli elettori del centrosinistra, ed in particolare con i 7000 cittadini che sono andati a votare. Rispettare le regole come principio fondamentale di legalità. Ed è risibile pretendere che punti fondamentali del programma del vincitore vengano accantonati. I programmi vanno integrati, come il PD ha accettato di fare e ci sono i documenti scritti che lo attestano. Non possono essere snaturati, perché votando i cittadini hanno scelto un candidato ma anche la visione della città.

Secondo: la richiesta di posti, a partire dal vicesindaco e non solo e la pretesa di essere gli unici interlocutori del PD. Anche questo è vecchia politica. Che non può più funzionare così. Gli equilibri politici di una coalizione li definiscono i cittadini con il loro voto, non gli incontri di vertici e le pretese preventive. Rossi ha tenuto su questo punto per una condivisibile questione di principio. Chi partecipa alla coalizione ha diritto, grande o piccolo che sia, ad essere rispettato e di tutti c’è bisogno. Poi gli elettori daranno il peso, non il potere di ricatto o le singole ambizioni.

Terzo: in gioco c’è anche una idea di città. Ho già scritto che il programma di Fiore contiene molte cose condivisibili, che difatti sono state recepite dal PD, con molta disponibilità da parte dei nostri Segretari Bettin e Bressa. Ciò che non può funzionare è la pretesa di essere gli unici detentori della verità. Che si pretenda che ci sia un ricominciare perennemente da capo con le verifiche, le discussioni senza un termine. E’ esattamente questa idea di politica che è rifiutata dalla maggioranza dei cittadini.

Responsabilità grave. Perché toglie credibilità ad uno strumento importante e gradito ai cittadini come le primarie. Chi si appassionerà ancora se diventano una finzione? Se mi piace il risultato ci sto, se non faccio quello che voglio.

Penso che i cittadini sapranno giudicare ed anche i votanti di Fiore ci faranno sopra una riflessione. Perché poi il risultato politico della scelta di Padova 2020 è stato quello di ringalluzzire un po’ un centro destra alla deriva. E non ce n’è bisogno davvero

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7 commenti

  1. Roberto
    6 marzo 2014

    Carissimo Paolo Giaretta, per la prima volta non condiviso la sua analisi. Noto che molte sue riflessioni non tengono conto di quanto avvenuto negli incontri tra il PD e Padova2020. Alle volte necessita uscire dalle rigide leggi di schieramento partitico e guardare i fatti con obiettività. Io ho cercato di farlo e mi sono reso conto che gli errori non sono solo di Padova2020 ma anche della Classe Dirigente del PD. I Cittadini Padovani sapranno valutare con attenzione chi premiare alle amministrative.


  2. Francesco
    6 marzo 2014

    Caro Paolo
    condivido totalmente


  3. Andrea
    6 marzo 2014

    Paolo condivido in pieno. E poi ancora con la politica elettorale basata sulla chiusura della linea dell’inceneritore….. moderni proprio. Idee innovative… perché non pensare anche di spegnere un lampione si ed uno no? Ma andiamo su. Poi non ci si lamenti se la sinistra ha il fiato corto.
    Concretezza ed impegno, metterci la faccia e sgobbrare… ecco la rietta


  4. luigi
    6 marzo 2014

    Per fare chiarezza pubblico questo resoconto delle trattative….

    All’assemblea plenaria del 14 febbraio, la prima dopo il voto, Francesco Fiore riceve mandato per proseguire le trattative con il PD, già iniziate da alcuni giorni. Questi i punti cardine del mandato

    I rappresentanti alle trattative si impegnano a ottenere il miglior compromesso possibile tra i programmi di Padova 2020, SEL e Partito Democratico al tavolo delle trattative e a portare i documenti finali in assemblea. I rappresentanti di Padova 2020 quindi non sono legittimati né a lasciare il tavolo se l’accordo non fosse da loro giudicato insoddisfacente, né a approvare direttamente i documenti finali;
    L’assemblea di Padova 2020 richiede che Ivo Rossi, vincitore delle primarie, offra a Padova 2020 la presenza di figure di garanzia che affianchino il candidato sindaco durante la campagna elettorale, a tutela della effettiva realizzazione del programma, permettendo quindi a Padova 2020 di affrontare la campagna elettorale fiduciosa che i cittadini potranno poi vedere effettivamente realizzate le proposte;
    L’assemblea chiede che gli impegni siano presi in forma pubblica, con documenti scritti e legittimate dalla comunicazione alla stampa degli impegni presi;
    L’assemblea di Padova 2020 richiede infine che il Partito Democratico tratti Padova 2020 come soggetto politico con dignità pari a quella del PD, con quindi una presenza quanto più possibile costante di Ivo Rossi alle trattative e uscite pubbliche comuni in cui arrivi il riconoscimento della dignità politica di Padova 2020 legittimata dal consenso delle primarie

    La conduzione delle trattative
    Il tavolo di trattativa viene condotto essenzialmente su due fronti:

    Sintesi dei programmi delle forze politiche sui punti condivisi. Tale sintesi viene condotta in modo pressoché esclusivo dai militanti di Padova 2020 ricevendo scarsa collaborazione;
    Discussione puntuale su temi controversi quali il nuovo ospedale, la linea del tram, la raccolta dei rifiuti, ecc. La trattativa è condotta al tavolo dai rappresentanti designati dalle forze politiche e per Padova 2020 è condotta all’interno del mandato assembleare illustrato sopra.

    Il documento presentato all’assemblea di Padova 2020 del 27 febbraio
    All’assemblea di Padova 2020 del 27 febbraio viene presentata una proposta di documento finale concentrato esclusivamente sui punti controversi (qui uno specchietto di confronto sintetico sui punti specifici). Manca completamente un documento ufficiale che ratifichi l’esito della sintesi del resto dei programmi, su cui a parole il Partito Democratico si dichiara d’accordo ma senza alcuna comunicazione ufficiale.
    All’ordine del giorno dell’assemblea la discussione sul documento, che dovrà essere valutato come rispettoso o meno del patto di coalizione e in particolare dell’articolo 7.3 che prevede la formazione del programma, a partire da quello del candidato vincente Ivo Rossi (qui il testo) integrato con le proposte del programma delle altre forze in base all’esito delle primarie.

    Alla presentazione del documento il Partito Democratico aggiunge, nel pomeriggio del 27 febbraio stesso, la richiesta di rinviare la decisione dell’assemblea per poter integrare il documento, presentando quindi un nuovo testo che possa essere maggiormente condiviso e più rispettoso dell’esito del voto. L’assemblea di Padova 2020 a stretta maggioranza approva la concessione di ulteriori 5 giorni in cui il mandato ai rappresentanti al tavolo di trattativa viene confermato. L’assemblea chiede inoltre che, in mancanza di integrazioni al documento presentato sui punti programmatici, il Partito Democratico renda disponibili i documenti che giustificano l’inamovibilità delle sue posizioni (es. studi preliminari sul nuovo ospedale).

    Il documento finale e la rottura del tavolo di trattativa
    Nella giornata del 3 marzo vengono nuovamente convocati al tavolo di trattativa i rappresentanti di Padova 2020. Il Partito Democratico presenta in forma cartacea il documento finale che ritiene essere il punto di sintesi ottimale sul programma di coalizione. Risulta ancora non pervenuta alcuna proposta relativa al programma di coalizione su tutti i punti esulanti dal documento presentato. Manca inoltre ogni documentazione a sostegno dell’impossibilità di rivedere i punti più controversi. Risultano inoltre del tutto assenti le richieste garanzie sulla rappresentatività di Padova 2020 nella campagna elettorale, a garanzia della realizzazione del programma da parte del futuro governo della città. Al contrario si rileva che il candidato sindaco Ivo Rossi ha già stretto accordi di alleanza con forze politiche non partecipanti alle Primarie di centrosinistra e in particolare ha presentato una propria lista civica completamente autonoma rispetto al quadro disegnato dalle primarie.
    I rappresentanti del Partito Democratico richiedono quindi che il documento finale, ritenuto unilateralmente soddisfacente come unico compromesso possibile, sia controfirmato seduta stante dai rappresentanti di Padova 2020 al tavolo di trattativa. Come già evidenziato tale decisione esula dal mandato ricevuto. I rappresentanti di Padova 2020 chiedono quindi di sottoporre il documento all’assemblea plenaria di Padova 2020 già convocata per il 5 marzo, due giorni dopo. Di fronte al rifiuto di controfirmare immediatamente i documenti, i rappresentanti del PD invitano Padova 2020 a lasciare il tavolo ritenendo impossibile la permanenza di Padova 2020 nella coalizione.

    Speriamo che queste precisazioni e in particolare la pubblicazione dei documenti, finora presentati alla sola assemblea di Padova 2020 nel rispetto del silenzio stampa che era richiesto durante lo svolgimento delle trattative, possano contribuire a chiarire il quadro in cui la rottura del tavolo è maturata e le responsabilità di ciascuna forza.


  5. Vincenzo Aliotta
    7 marzo 2014

    Non sono d’accordo con l’analisi soprattutto per il motivo che si doveva riconoscere il valore delle primarie in tutti i suoi aspetti e non solo nella richiesta di appoggiare il candidato vincitore.
    Le regole sono state pensate e firmate non per un mero VASSALLAGGIO POLITICO ma per creare una situazione di PARTECIPAZIONE e aggregazione delle forze politiche ed è questo principio che è stato tradito, ma non da Padova2020.


  6. luigi
    7 marzo 2014

    Chiedo scusa ma i link del documento non funzionano per poterli visionare: http://padova2020.it/blog/129-trattativa-sul-programma-di-coalizione,-un-breve-resoconto.html


  7. Arnaldo
    8 marzo 2014

    Niente di nuovo sotto il sole, si vuole rinnovare con molta fretta, ma si saltano de passaggi con il risultato di cercare l’affermazione personale e non quella delle idee.
    È molto amaro ma il metodo non è sostanza ma garantisce la qualità del prodotto.


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