Apps, democrazia, innovazione urbana

Pubblicato il 23 maggio 2014, da In primo piano

Ultimo giorno di campagna elettorale. Vi risparmio l’appello al voto. Tanto la sapete come la penso. Ho già scritto nei giorni scorsi perché penso che il voto al PD sia quello che meglio difenda gli interessi nel nostro paese. In Europa lavorando insieme con il grande schieramento progressista per cambiarne l’agenda, non per tornare indietro agli stati nazionali ottocenteschi. In Italia per rafforzare l’iniziativa politica di Matteo Renzi. Per le amministrative voto a Padova ed anche qui ovviamente voterò per Ivo Rossi, per appartenenza, ma anche perché sono convinto che tra i competitori sia il migliore per visione, esperienza, capacità amministrativa.

Spingo però lo sguardo oltre. Sono convinto che per sconfiggere la sfiducia così diffusa nei cittadini nei confronti delle istituzioni molto possa essere fatto (è già successo in passato) a partire dalla democrazia comunale. Solo che il buon governo non basta più. Serve un vero e proprio salto di paradigma. In cui la leva della rivoluzione digitale può costituire uno strumento potentissimo per costruire una nuova cittadinanza locale.

Non tanto per una pur necessaria semplificazione nel rapporto cittadino amministratore. E neppure per l’utopia un po’ sgangherata della Rete come Entità Suprema che si fa giudice, unico spazio democratico, espressione di una Verità assoluta come vorrebbe far credere il duo Casaleggio Grillo. A cui bisogna sempre ricordare che per il momento, a fronte di una raccolta alle ultime elezioni di più di otto milioni di voti, quelli che possono partecipare teoricamente alle decisioni (con il menu e le regole fissate esclusivamente dal duo) sono poco più di centomila e gli effettivi partecipanti poche decine di migliaia. Un po’ poco per parlare di rivoluzione democratica.

C’è un cambiamento molto più profondo. Lo dimostra la reazione dei taxisti milanesi (ma anche di quelli di Berlino o di Londra) all’irrompere nel settore di nuove tecnologie che aprono mercati e possibilità di scelta per il cittadino. La tentazione è quella di resistere al cambiamento anche se da un servizio migliore per il cittadini. Difendere lo status quo. Anche quando è intollerabile. Cosa può rendere sostenibile ad esempio che a Roma esistano ancora 6 o 7 centrali di radiotaxi a cui il cittadino deve rivolgersi in sequenza, con attese di decine di minuti negli orari di punta quando ad esempio nel Veneto la categoria ha predisposto un unico numero di prenotazione per tutte le città venete? Nessuna protezione corporativa potrà impedire che le nuove piattaforme tecnologiche offrano al consumatore una nuova libertà di scelta.rossisindaco

Questo avviene anche nei confronti del grande prestatore di servizi che è l’Amministrazione comunale. Accedere al servizio per via telematica, comprare biglietti, ticket, pagare l’accesso a zone a traffico limitato, conoscere le performance di funzionamento delle infrastrutture cittadine e decidere di conseguenza, costituire comunità per l’accesso ai servizi, il tutto in modo indifferente rispetto ai confini amministrativi, piuttosto in corrispondenza dei luoghi di vita e di lavoro. E insieme per le Amministrazioni che agiscono su una cittadinanza permanentemente interconnessa la possibilità di conoscere le modalità effettive di uso della città, le preferenze, i casi di successo e di insuccesso, ecc. Semplifico e non è il mio campo, ma è evidente che si apre una stagione di nuova cittadinanza e di nuova partecipazione possibile.

Se la smart city non si limita ad essere oggetto di convegni e conferenze stampa ma si traduce in un investimento reale di intelligenze, risorse, creatività si interverrà in modo decisivo non solo in direzione di servizi migliori, più efficienti, meno costosi ma si migliorerà il concetto stesso di cittadinanza. Cittadini più attivi, interconnessi, capaci di condivisione, non per sfogare proprie frustrazioni rancorose ma per perseguire meglio la qualità urbana, il bene comune. Una sfida ambiziosa ed affascinante. Che val la pena di affrontare.

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2 commenti

  1. Luigi Alibardi
    25 maggio 2014

    Buongiorno Paolo. Sono il cugino di Settimo. E’molto tempo che non ci incontriamo ma in questi anni l’ho seguita, di tanto in tanto come faccio con gli amici e I luoghi padovani dato che mi divido tra diverse localita’ italiane e straniere, attraverso Settimo ed il mio carissimo amico Gilberto Muraro. Colgo l’occasione della mia venuta a Padova per votare, per salutarla calorosamente e per trasferirle il mio rammarici per la sua mancata inclusione nella lista dei candidati europei del partito. L’avrei appoggiata volentieri. Nell’augurarmi di poterla incontrare quanto prima auguro a lei, alla sua famiglia e al nostro bisognoso Paese ogni bene. Luigi Alibardi
    PS: passo le estati a Levanto, porta delle Cinque Terre nota per il trecking ma anche per piste ciclabili. Qualora avesse l’intenzione di venire da quelle parti me lo faccia sapere. Il mio cell e’ 335 810 33 33.


  2. Paolo
    26 maggio 2014

    Caro Luigi, grazie del ricordo, e ottimo il suggerimento per le Cinque Terre! Quanto al mio ritiro da funzioni di rappresentanza istituzionale mi fa piacere naturalmente che vi siano persone che mi stimano (ed in effetti ho incontrato un bel po’ di persone che mi hanno chiesto perchè non mi sia candidatoalle Europee) ma pesno che bisogna saper fare i conti con i ltempo. Ognuno ha la sua stagione, io l’ho vissuta pienamente con molte soddisfazioni. Meglio lasciare semmai un po’ di nostalgia che provocare un senso di stanchezza…


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