Tra Telemaco e selfie

Pubblicato il 4 luglio 2014, da Politica Italiana

Si conferma anche con il discorso al Parlamento Europeo la straordinaria capacità comunicativa di Matteo Renzi. Compreso il fatto di suscitare una enorme attenzione su un fatto, la presidenza del semestre europeo, che prima o poi tocca a tutti e che non significa molto dal punto di vista dei poteri concreti. L’ultimo che lo ha “pompato” è stato Sarkozy, anche con illuminazione ad hoc della Tour Effeil, ma si sa la grandeur francese…

Certo il semestre italiano capita in un momento di passaggio (quasi l’intero semestre sarà occupato dalla formazione degli organi e quindi non potremo aspettarci decisioni rilevanti) ma anche in un momento che richiederebbe una sorta di rifondazione delle istituzioni europee.

Così si spiega la scelta fatta da Renzi: piuttosto che un programma concreto della Presidenza italiana (ma quello ha detto che lo consegnerà) un discorso ispirato ai valori fondanti dell’Europa, con la sottolineatura della necessità di saper incarnare quei valori di fronte alle sfide presenti. Con quel mix di linguaggio che sa pescare nella modernità (il selfie sull’Europa noiosa) e nelle radici culturali dell’Europa (il mito di Telemaco). E penso che in questo momento di passaggio in cui è così necessaria una ispirazione innovativa (come fu ad esempio il New Deal in America) sia giusto richiamare il Parlamento Europeo a questa sfida.renzipe

Anche se, devo essere sincero, (probabilmente è un problema mio, perché gli italiani apprezzano moltissimo questo linguaggio) ho sempre un sentimento contradditorio: di ammirazione per la capacità comunicativa, un linguaggio nuovo che svecchia la comunicazione politica, di delusione perché ho sempre la sensazione di una certa leggerezza di contenuti. Quasi che Renzi abbia chiaro il percorso, ed abbia piena coscienza del coraggio che ci vuole, ma poi si scontri con la difficoltà a trasformare questa coscienza in un progetto operativo.

Lo dimostra anche la reazione di PPE e Bundesbank. Francamente fuori dalle righe, perché dire che il debito non fa sviluppo è una solenne sciocchezza proprio dal punto di vista economico. Perché gli investimenti, che spesso si fanno a debito, creano sviluppo. Se non ci fosse il debito come strumento di politica economica non servirebbe il sistema bancario. E del resto la Germania ha visto crescere il suo debito pubblico dal 73,5% fino all’83,2%, prevalentemente per il salvataggio delle banche (troppi debiti!). e in valore assoluto il debito tedesco ammonta a 2080 miliardi. E supera di 236 miliardi quello italiano. Oltre al fatto che  come ha ricordato Renzi in passato la Germania ha chiesto e ottenuto di sforare il parametro del 3%. Sono sciocchezze, ma resta il fatto che le sciocchezze dette dal capogruppo del PPE e dalla Bundesbank hanno un peso.

Per questo bisogna accelerare in Italia. I 100 giorni sono diventati 1000. Bene se significa una stabilità di medio periodo per fare tutto ciò che va fatto, ma bisognerà anche ricordare che Letta fu cacciato proprio perché a gennaio prevedeva un percorso di qualche mese per le riforme…Le cose stanno andando un po’ troppo a rilento e non tutto può essere coperto dalla straordinaria corrente di fiducia e simpatia che Renzi è riuscito a stabilire con il paese. Occorre che il parlamento corra di più.

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2 commenti

  1. Giovanni Gasparin
    4 luglio 2014

    Provo invidia nel vedere espresse così bene quelle che sono anche le mie convinzioni, ma che non riesco a tradurre in concetti comprensibili. Grazie per le tue profonde analisi che voglio sperare illuminino chi ha volontà e umiltà di seguirti.


  2. Paolo
    7 luglio 2014

    Caro Giovanni, grazie per la stima e mi fa piacere di essere utile con qualche invito alla riflessione. Ma non occorre avere invidia perchè è (o dovrebbe) compito del politico dare voce ai pensieri degli elettori


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