Corsi e ricorsi

Pubblicato il 2 ottobre 2014, da Nel Mondo

La Francia ha preso una iniziativa sulle politiche di bilancio il cui esito non sapremo quale sarà. Farà comodo anche l’Italia? Dipende. Se di fatto diventa il primo passo per una revisione della politica economica dell’Unione in cui Renzi (è ancora il patron del semestre europeo) riesce a costruire un compromesso accettabile. Oppure se sia l’inizio di un inasprimento delle posizioni, con una parte che si fa forte dei trattati e degli impegni sottoscritti ed una parte che dovrà fare i conti con sanzioni (che non intenderà rispettare), con ripercussioni sui mercati, con un conflitto anche all’interno della Banca Europea. Certo è fuori luogo il refrain della Cancelliere Merkel sulla necessità di fare i compiti. Dimostra anche una debolezza di argomentazioni, perché si tratta di prendere atto della realtà e costruire un nuovo patto idoneo ad affrontare questa crisi senza precedenti e nemmeno immaginata quando si costruì Maastricht.euro

Intanto possono essere interessanti un po’ di ricordi storici. Quando al momento della decisione dell’entrata nell’euro Prodi cercò di trovare qualche alleato per immaginare un percorso in due tempi, un primo blocco che decideva subito l’adesione alla moneta unica ed un secondo che entrava più avanti, completando un percorso di riforme. Prodi ha sempre negato di aver cercato un accordo con la Spagna, ma ad Aznar fece comodo farlo trapelare per dimostrare che la Spagna era pronta e l’Italia forse no. Prodi decise comunque (e per me fece molto bene) di essere nel gruppo dei paesi fondatori dell’euro. Aiutato in questo anche da Kohl, che comprese bene come la moneta unica senza l’Italia, uno dei paese fondatori della Comunità Europea, avrebbe avuto un significato politico molto debole.

Adesso le parti un po’ si invertono. La Francia si assume la responsabilità di aprire un conflitto non semplice. Questa volta potrebbe far comodo all’Italia. Sempre ricordando che avere maggiori margini di indebitamento può essere utile se si utilizzano per concrete politiche che siano capaci di far crescere di più, altrimenti significa solo caricare il bilancio dello stato di ulteriori oneri a discapito di altri impieghi direttamente disponibili per i cittadini. Per questo fa bene Renzi ad affermare che l’Italia intende rispettare il limite del 3% dell’indebitamente annuo ma chiede di rinviare il rientro del debito cumulato. E infatti ci sono le condizioni straordinarie per utilizzare lo spazio che i trattati riconoscono.

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