Ebbene sì, anche Renzi sbaglia

Pubblicato il 7 gennaio 2015, da Politica Italiana

Devo essere franco da convinto supporter di Renzi. La vicenda della norma fiscale subito chiamata salva Silvio non mi piace per niente. E finora non ho sentito chiarimenti convincenti. Da qualunque parte la si guardi non è una bella vicenda. Dire che si interverrà con un Consiglio dei Ministri dopo l’elezione del Presidente della Repubblica non aiuta per nulla. Come si diceva una volta “amicus Plato, sed magis amica veritas” e perciò svolgo la mia critica.

Non voglio pensare che la norma sia una clausola nascosta del patto del Nazzareno. Sarebbe troppo grave e soprattutto troppo stupido, perché le conseguenze politiche non si sarebbero comunque potute nascondere.

Ma la norma per me è inaccettabile a prescindere dal fatto che poi avrebbe potuto riguardare il cittadino Silvio Berlusconi e, forse, avere conseguenze sulla sua agibilità politica. Non deve essere tolta perchè riguarda anche Berlusconi ma perchè è profondamente sbagliata. E difatti questa norma non c’era sul testo licenziato dal ministero dell’Economia. Che era frutto del lavoro competente di una commissione guidata da Franco Gallo e da Vieri Ceriani, tra i maggiori esperti fiscali del paese. Si tratta di materia complicata con impostazioni sistemiche che non possono essere alterate dall’introduzione di una norma estranea alla filosofia complessiva del rapporto fisco contribuente. Tanto che Franco Gallo, persona con cui ho collaborato, che ho conosciuto come persona competente ed equilibrata, parla di stravolgimento del decreto Così come si sono pronunciati contro le modifiche i vertici dell’Agenzia delle Entrate.Matteo Renzi press conference

Perché non va bene? Perché come è scritta non prevede di semplificare il rapporto fisco cittadino o di evitare un intasamento dei tribunali penali. Con queste finalità ci sono già molte altre depenalizzazioni nel decreto: ad esempio fino a 150.000 euro per il mancato versamento IVA, fino a 150.000 per la dichiarazione infedele, fino a 50.000 per la mancata dichiarazione. Sono cioè largamente coperte quelle fattispecie di mancato pagamento per mancanza di liquidi o di errori materiali. La norma introdotta fa molto di più nella direzione sbagliata, perché copre in modo generalizzato anche i reati di dichiarazione fraudolenta mediante artificio. Non siamo in presenza di errori non voluti ma di emissione, ad esempio, di fatture false. Con la ciliegina di un tetto proporzionale al reddito dichiarato. Così chi ha un reddito di 100.000 euro se evade per 3.000 euro è già perseguibile penalmente, chi ha un reddito 5 milioni di euro può evadere senza conseguenze penali fino a 150.000 euro. Più rubi e meno paghi! Diciamo la verità. Neppure Tremonti che era appassionato di condoni aveva introdotto una norma così devastante. Perché il condono è (quasi) sempre sbagliato perché incentiva l’evasione futura con l’aspettativa di un futuro condono, qui siamo in presenza di una sorta di condono preventivo, per cui a priori mi faccio dei calcoli di convenienza, introducendo nell’ordinamento l’idea che la legge c’è, ma la si può violare se conviene.

Il che pone un secondo problema. Renzi ha condotto una meritoria battaglia (verbale) contro i ritardi delle burocrazie ministeriali, anche se conducendola in modo generico si rischia di penalizzare anche le eccellenze che pure ci sono. Ma per combattere davvero ciò che non va nei “mandarinati” burocratici occorre avere competenza ed autorevolezza. Ho già scritto altre volte di una certa debolezza della compagine ministeriale e qui si pone il problema della debolezza della compagine amministrativa di palazzo Chigi. Perché questa norma così evidentemente sbagliata è stata scritta lì. Siamo sicuri che sia stata una scelta felice portare a capo dell’ufficio legislativo di palazzo Chigi la comandante dei Vigili Urbani di Firenze? Capisco il rapporto di fiducia ma con tutto il rispetto sono due scale diverse. A Renzi però non andava bene l’espertissimo capo dell’ufficio legislativo nominato da Enrico Letta.

Sono fatti che mi preoccupano molto. Perché Renzi vive di una corrente di simpatia che ha con il paese. E’ un rapporto con una forte componente emotiva. Come viene se ne può rapidamente andare, ed errori non se ne possono fare. Perciò non si aspetti un mese e mezzo per correggere la norma sbagliata. Non era Letta quello che era troppo lento?

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4 commenti

  1. Ivano Paccagnella
    7 gennaio 2015

    Apprezzo la lucidità dell’analisi (come sempre) e l’onestà intellettuale e politica.
    Una domanda, non per Giaretta, ma per il PD: una volta (scusate, quando c’era un partito) di questo non si discuteva nelle “sezioni” (o nei circoli, oggi)?


  2. Gianfranco
    7 gennaio 2015

    Paolo grazie per la tua onestà intellettuale.


  3. Paolo
    9 gennaio 2015

    Caro Gianfranco,
    ho la livertà di dire quello che penso senza secondi fini, ed è una bella libertà!


  4. Paolo
    9 gennaio 2015

    Penso che in questo caso non ci sarebbe stato bisogno di una discussione nei circoli. La norma è talmente fuori dai principi generali che hanno guidato le scelte di politica fiscale dei progressisti (nel mondo, non solo in Italia)che non c’è discussione che la possa salvare. E difatti sarà cambiata. Resta il fatto che è vero che si discute troppo poco sulle linee di politica generale. I partiti, per quanto con una base sociale più ristretta rispetto al passato, dovrebbero servire anche a questo. perchè una militanza che non si nutre di conoscenze collettive e condivise, attraverso dibatitti e approfondimenti, serve molto a poco


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