Landini va alla guerra

Pubblicato il 27 febbraio 2015, da Politica Italiana

L’annuncio di una discesa in campo di Landini, sia pure parzialmente smentita nella forma ma non nella sostanza, ha fatto fremere il cuore a sinistra. Anche di quei dirigenti che sembrano stare dentro il PD più per i posti che intanto garantisce che per convinzione.

Lasciamo stare le battute che non fanno onore a Landini. Come quella che Renzi non è legittimato dal voto. Difficile dire che Renzi non abbia avuto delle legittimazioni democratiche, due primarie con la partecipazione di milioni di elettori, una tornata elettorale in cui ha sbaragliato il campo e soprattutto la legittimazione che gli viene da un anno di governo con la conferma della fiducia parlamentare (o per Landini non siamo più in una Repubblica parlamentare?). E’ comunque un tema molto scivoloso, perché se Landini guardasse alla scarsità delle iscrizioni al Sindacato (purtroppo) anche all’interno delle grandi fabbriche dovrebbe interrogarsi piuttosto sulla propria legittimazione.

Resta la domanda vera: c’è uno spazio politico a sinistra che Landini potrebbe avere la capacità di riaggregare dandogli una prospettiva? In teoria questo spazio c’è e indubbiamente Landini ha le physique du rol: capacità di dominare le assemblee, buona resa televisiva, ecc.

Un trattore Landini

Un trattore Landini

Lo spazio politico: nella crisi globale che mette in discussione le certezze del welfare novecentesco e il diritto al lavoro si affacciano tante proposte più o meno convincenti ma comunque esistenti per superare l’attuale meccanismo di produzione e distribuzione della ricchezza. C’è anche una vivacità di produzione culturale, sia da parte di economisti di vaglia, sia come elaborazione collettiva nella Rete: penso ad esempio in Italia ai siti Sbilanciamoci e Comune-info. C’è una creatività culturale che attende di trovare un adeguato imprenditore politico. La sinistra a sinistra del PD (con l’eccezione di cui dirò più avanti) per eccessi di settarismi e di burocraticismo non ha finora saputo farlo. Chi si è più avvicinato è stato Vendola, poi risucchiato nella normalità dell’apparato.

Ci sono però due specificità italiane di cui tener conto. Perché è giusto citare la Grecia di Siriza e la Spagna di Podemos. Però lì il successo è avvenuto facendo liquefare i locali partiti Socialisti, incapaci di rinnovarsi. In Grecia logorati dalla continuità del potere, con il contorno di vari scandali, in Spagna incapaci di superare lo choc della sconfitta di Zapatero. In Italia piaccia o non piaccia c’è stata una forte innovazione sul versante della sinistra con la creazione del Partito Democratico, superando vecchie appartenenze e vecchie liturgie, insieme a superati apparati ideologici.

C’è poi in Italia una seconda specificità. Una parte consistente dell’area elettorale che si esprime in Grecia ed in Spagna con Sirita e Podemos è da noi organizzato da M5S. Che ha raccolto molto altro elettorato, nei pascoli del populismo, dell’antistato, perfino del razzismo, ma che ha un nucleo molto forte che si è sviluppato ed organizzato attorno a temi della sinistra radicale. Può darsi che una iniziativa a sinistra con un leader carismatico possa far esplodere questa contraddizione all’interno del M5S, che lo ha portato ad una inconcludenza parlamentare.

Ed il PD? Io penso che sia inevitabile un tentativo di far nascere alla nostra sinistra un movimento più robusto dell’attuale evanescente presenza. Si tratta di vedere come organizzare una risposta, non sottovalutando questo possibile processo. Perché il Pd deve conservare la sua caratteristica di essere un partito capace di interessare i ceti più innovativi estranei alla tradizionale storia della sinistra e insieme rappresentare la sinistra del nuovo secolo. Il termine “partito della nazione” non piace ad alcuni, ma la sostanza è quella. Questa è una battaglia che si vince sul piano dell’innovazione di pensiero politico. I riformisti del XX secolo inventarono il welfare, oggi occorre una eguale invenzione di quella potenza. Inventare, non conservare, per questo nasce la sinistra. E questa è la debolezza dei vari Landini, Fassina &c. : che tutte le battaglie che fanno quando è il momento di passare al concreto sono battaglie di conservazione.

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