Presidenza Confindustria: per il Veneto sarà la volta buona?

Pubblicato il 19 maggio 2015, da Dai giornali
Venezie Post, 19 maggio 2015
Il Nordest avrebbe titoli e uomini per aspirare a rappresentare il meglio della cultura manifatturiera italiana. E questa volta potrebbe avere sia gli uomini che l’elaborazione economica e culturale per farlo.
In queste settimane si stanno aprendo i giochi per la prossima Presidenza nazionale di Confindustria. Dopo le numerose esperienze negative che hanno visto il Nordest dividersi e non riuscire mai ad arrivare con un candidato credibile, potrebbe essere questa la volta buona? È arrivato cioè il momento di un Presidente che esprima l’economia di un’area che contribuisce per quasi un quinto dell’export italiano e manifesta bene quella realtà delle multinazionali tascabili o del quarto capitalismo sulle cui gambe cammina una buona parte delle performances produttive dell’Italia? Certo, una locomotiva in rallentamento con nodi strutturali da affrontare, ma che ha dimostrato una straordinaria capacità di recupero dentro la grande crisi con un rapporto export/pil superiore di sette punti alla media nazionale ed un export ricresciuto a 71 miliardi di euro dopo il crollo del 2009 (55 miliardi).
Non è che in passato siano mancate candidature autorevoli, ma si sono arenate prima di tutto per le divisioni interne al territorio. Sarebbe bene che questa volta non accadesse, e dopo l’Emilia fosse la volta del Nord Est.confindustria
Ma servirebbe sul serio un presidente emanazione di questo territorio o tutto si ridurrebbe ad una sorta di onorificenza simbolica? Perché poi tanto, si dice, tutto resterebbe nelle mani della pletorica struttura burocratica di via dell’Astronomia.
Abbiamo esempi positivi in senso opposto. Penso a quanto sia stata importante negli anni scorsi per la trasformazione della struttura nazionale di Confartigianato la presenza al vertice come Segretario generale di un veneto come Franco Giacomin. Che ha portato a livello nazionale una cultura del territorio, trasformando una struttura prevalentemente sindacale in un soggetto sociale attivo, costruendo nuove consapevolezze culturali, interlocuzioni con le istituzioni, alleanze trasversali.
Quindi se si vuole si può. Non entro naturalmente nel merito di possibili nomi. Quel che è certo è che non mancano personalità imprenditoriali che potrebbero ben rappresentare casi aziendali di successo ed insieme essere portatori di visione e sensibilità, di una moderna funzione sociale dell’impresa.
E un presidente veneto potrebbe avere senza dubbio alle spalle una tecnostruttura importante, una rete di saperi che sarebbero in grado di sostenere una presidenza innovativa. Penso alle competenze maturate con l’esperienza della Fondazione Nord Est, prima con Daniele Marini e ora con Stefano Micelli, che costituiscono un laboratorio innovativo di valenza nazionale. E poi il sapere diffuso delle Università venete, in cui centri di eccellenza molto stanno lavorando sui temi cruciali dello sviluppo del manifatturiero, del rapporto con il territorio, della evoluzione da distretti a reti di impresa, di interventi innovativi sulla catena del valore.
Si è detto del Veneto negli anni più impetuosi della sua crescita “Gigante economico, nano politico”. Ed in effetti dopo la stagione della Democrazia Cristiana, con leader di caratura nazionale come Rumor, Gui, Bisaglia la capacità di influenza della classe politica veneta si è parecchio consumata. Oggi comunque la politica è molto più debole di un tempo, scavalcata da processi che vanno oltre  i confini nazionali, indebolita dalla sua stessa frammentazione e dalla crisi di reputazione.
Per il Veneto poi si aggiunge una crisi identitaria, dentro un processo faticoso di adattamento ad un nuovo contesto in cui parole chiave che hanno significato molto per la società veneta come federalismo e autonomia sono sostanzialmente evaporate senza produrre effetti. E se si provasse a ricominciare per costruire una immagine nazionale del Veneto da dove il Veneto è più forte e cioè dalla rappresentanza della sua manifattura?
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