Caro PD, apriti

Pubblicato il 17 giugno 2015, da Pd e dintorni

Oggi vi racconto una piccola vicenda “esperenziale”, che però può contribuire a spiegare le difficoltà che incontra il PD nelle nostre comunità.

Il 13 giugno sono andato come tutti gli anni alla processione del Santo. Perché è una singolare esperienza di incontro tra la Padova civile e quella religiosa, che affonda le sue radici nei secoli. Da quando non ho obblighi istituzionali mi piace vederla passare e faccio solo l’ultimo pezzo: è interessante vedere decine e decine di associazioni, confraternite, ordini religiosi, gruppi di volontariato, bande musicali, persone di ogni età e etnia che compongono il colorito corteo. Quando ero sindaco naturalmente erano tutte associazioni con cui avevo rapporto, più o meno conoscevo tutti i dirigenti. C’era però qualcosa di più. Dentro il corteo vedevo in veste diversa tante persone che incrociavo poi nelle sedi del mio partito di allora, la Democrazia Cristiana. Perché la militanza di partito non era esclusiva, c’erano militanze molteplici: nel partito, ma poi nei donatori di sangue, nel gruppo alpini, nella parrocchia, naturalmente nel sindacato…L’altro giorno mi è venuto spontaneo pensare: ma perché qui non vedo nessuno che incrocio nel PD? D’accordo, la società è cambiata, i partiti si sono molto ristretti, però…

Possiamo dire: la processione manifesta forme di religiosità popolare piuttosto tradizionaliste, che forse nutre sentimenti che possono guardare ancora con sospetto alla “sinistra”. E’ vero solo in parte, ma allora faccio un altro esempio.IMG_0881bis

Domenica sono stato invitato al trentennale della Associazione Angoli di Mondo. Ero Sindaco quando aiutai Angoli di Mondo ad aprire il primo negozio. Una associazione che si occupa di commercio equo e solidale, di sostenibilità ambientale, di consumo critico, di riuso, ecc.. Che mobilita tanto volontariato, che dà anche lavoro a chi è in difficoltà. Qui siamo certamente nel campo delle sensibilità “a sinistra”. Ma anche qui, girando lo sguardo mentre parlavo, o parlando con i volontari, facendo la fila per il pranzo persone che si incontrano nel PD non le ho viste.

Perciò: un partito troppo autoreferenziale, in cui ci sono molti esempi di militanza generosa, ma sembra quasi che verso l’esterno la cosa prevalente che riusciamo a fare sono i meritori “banchetti”. E spesso si fanno senza un piano coordinato, senza una previa formazione, senza uno studio attento di temi e proposte. Tutto affidato alla spontanea generosità dei militanti.

Bene, se avessi responsabilità nel partito cittadino immaginerei di impostare un grande “viaggio” nella città. In cui il nostro gruppo consiliare, i responsabili dei vari settori con pazienza ed umiltà facessero un giro (perché bisogna andare, non invitare) di tutte le associazioni, nelle realtà dei servizi che offrono, conoscendo persone, strutture, luoghi. La città che si manifesta fuori dai circuiti della politica, ma che fa concretamente politica, cioè lavoro per la polis, per la comunità. Avremmo tanto da imparare, ma potremmo anche qualcosa offrire. Naturalmente chi ha fatto l’assessore questi rapporti li ha coltivati (e si è visto anche con le preferenze, segno di un rapporto di stima) ma occorre che siano coltivati non solo a titolo personale.

Se la politica non incrocia passioni, attese, atteggiamenti solidali e se non dà prospettive non serve assolutamente a niente. Magari serve alla promozione di modeste carriere per i singoli ma è troppo poco davvero.

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9 commenti

  1. adina agugiaro
    17 giugno 2015

    caro paolo, concordissimo con te, bisogna ricostruire le reti di relazione con il mondo del volontariato e con tutte le altre ( economiche, culturali ecc ) della città. Ciò che del mio partito ( ma anche di qlli da dove provenivo e parecchia strada l’abbiamo fatta assieme )mi stupisce è che vive una vita autoreferenziale, parallela a quella del mondo fuori. Ti dirò di più: c’è pure una vita parallela anche all’interno del PD , tra militanti e classe dirigente, che da sola organizza dibattiti, temi, partecipanti, moderatori ( siccome a Padova faccio in realtà culturali di prestigio il relatore- presentatore di molti dibattiti ed anche con successo, il partito si guarda bene dall’utilizzarmi dentro, essendoci nuove e super pigre generazioni che lo fanno assai peggio di me e tolgono la voglia di parteciparvi anche ai sassi.. 🙂 🙂 :)) La gente arriva “ardendo ” dalla voglia di dire la sua, di chiedere , di sfogarsi e viene ingabbiata da due- tre iniziali interventi istituzionali di inenarrabile noiosità, che proseguono poi col tema proposto, dibattito quindi con altri due- tre boss ( o bossetti ) di partito, per finire in una discussione con i presenti puramente formale. Se potessi ribadire il concetto, è la NOIA a regnarvi sovrana. Anche i circoli, commissariati dal parlamentare di riferimento, che tiene ” inquadrato ” il segretario, sono fosse dei serpenti, luoghi di massima frustrazione. L’idea che IL PROTAGONISTA del Partito sia il militante, che lo vive di dentro per poi portarlo, moltiplicandolo, nel mondo di fuori , nn è nemmeno contemplata. Al partito, insomma, si va per affetto e ci si stufa per dovere. Avrei molto da dire, ma mi fermo qui Concludendo che quando partecipo ai famigerati banchetti, dove quasi mai presenziano le nuove, fulgide leve ( o vi fanno presenze immobili tipo statue di sale ), tuffarsi nel rapporto con i cittadini, poche volte sereno, moltissime volte difficile perché veniamo investiti da un mare di accuse da parte di persone INFORMATISSIME, quantomeno ci passa la noia. Ritroviamo invece l’entusiasmo di aprirci, come rappresentanti del Pd ,alla relazione con l’altro, con gli altri. Che, seppur fugace, seppur ambivalente spesso, SEMPRE CI FA CRESCERE . Grazie, Paolo !


  2. Paolo
    17 giugno 2015

    condivido, soprattutto la noia del già visto, già saputo.


  3. cosimo
    17 giugno 2015

    …scusi, senatore emerito, ma, nel frattempo, mentre i “nostri” sparivano dalle processioni (e non solo)…dove eravamo? o tutto è avvenuto in un momento, terminati gli obblighi istituzionali…prima, tutti bravi, ora tutti banchettari? no, con queste premesse, saremo ancora una volta in-credibili…si attende, ma non per troppo ancora, un po’ di sana autocritica, con le conseguenti decisioni.


  4. Giovanni
    17 giugno 2015

    Caro Paolo a mio avviso,da amico di vecchia data, per un ex DC il PD era ed è un posto sbagliato.


  5. bruno magherini
    18 giugno 2015

    Caro Paolo, l’unità politica dei cattolici fu figlia di un’epoca scomparsa un quarto di secolo fa. Poi la diaspora com’era nella logica delle cose. Il termine “cattolico” ha un’accezione religiosa non politica. Nessuna meraviglia quindi se alla processione del Santo hai incontrato molte persone mai viste nella formazione in cui militi. Ogni persona fa scelte politiche secondo parametri diversi. La fede appartiene ad un’altra sfera. Vedi che avevo ragione? Sta per avvenire una nuova diaspora quando non ci riconosciamo più nei compagni di cammino.
    Alcuni avranno sicuramente considerato la tua scelta di campo un tradimento.
    A torto io credo perché ognuno sceglie secondo i propri valori. Esistono cristiani di destra e di sinistra, la cui coerenza con i valori evangelici si misura dai comportamenti privati non da quelli pubblici.
    Le tue riflessioni nascondono una sorta di “laudatio temporis acti”.
    E’ un’inclinazione naturale, molto umana: Basta rileggersi qualche cantica del Paradiso dantesco.
    Parlo per me. o appartengo ad un mondo, ad una scena che non c’è più.
    La rappresentazione attuale non mi piace nè mi interessa.
    Preferisco i miei libri di storia e i miei dischi di Mozart per ingannare l’attessa che mi separa dalla “stazione di arrivo”


  6. Paolo
    19 giugno 2015

    Caro Bruno,
    premesso che Mozart e buoni libri costituiscono un ottimo modo di impiegare civilmente il tempo che ci resta devo dirti che non è una laudatio temporis acti. La società e cambiata e sono cambiate le forme di partecipazione. però come sai la processione del Santo non è un fatto puramente religioso. E’ un modo in cui la città (certo, prevalentemente la parte cattolica) si esprime e si manifesta. Se in quella parte di città il militante politico non c’è (di destra o di sinistra che sia) è segno di quella separazione tra società civile e società politica che è una delle cause della debolezza della democrazia. Per il resto è vero che le scelte dei cattolici si indirizzano a tutto l’arco politico, e questo è un bene, l’importante sarebbe non usare a proprio comodo la religione cristiana ed essere coerenti, nella vita pubblica ed in quella privata, con il vangelo, che è piuttosto esigente…


  7. Paolo
    19 giugno 2015

    No, penso che possa essere il posto giusto. Con tutti i limiti che ha. Certo De Gasperi, Moro, ecc. (basta leggere quello che hanno detto e scritto) non sarebbero stati con il populismo di Salvini o con la mancanza di etica pubblica del berlusconismo


  8. Paolo
    19 giugno 2015

    Caro Cosimo, naturalmente è un lungo processo che ci porta a questo. Magari fossimo spariti solo dalle processioni. L’esempio della processione del Santo la faccio perché non è un fatto solo religioso, ma intercetta la città al di là delle appartenenze religiose. Penso di aver scritto in queste settimane cose sufficientemente chiare su errori, limiti e cose che si dovrebbero fare. Finora non ho sentito dai vertici regionali alcunché. Lunedì c’è la direzione regionale del pD, ascolteremo


  9. bruno magherini
    20 giugno 2015

    Caro Paolo, dunque le tue riflessioni portano a constatare lo scollamento tra politica e società.
    E non è proprio questo ciò che rende inevitabile la marea montante dell’antipolitica?
    Mi diletto in questi giorni ad aggiornarmi sui sondaggi politico-elettorali anche se lo so che vanno presi sempre “cum grano salis”.
    Alcuni dati sembrano attendibili, siain quanto validati dalle recenti elezioni,
    sia per la concordanza tra i vari istituti demoscopici:
    1. Caduta libera del PD ascesa vertiginosa 5 stelle e Lega.
    Tradotto: no secco e brutale a questo governo.
    2. Spaventosa rapidità del fenomeno.
    Pare (vedi il mio tono ipotetico?) che nell’ultima settimana il PD abbia perso 2 punti in percentuale.
    Ora se questo dato è vero che cosa ci dice?
    Ci dice che la mia analisi della situazione è corretta.
    Ci dice che è in atto un terremoto.
    Ci dice che non esistono più schieramenti di campo precostituiti e rigidi nella società.
    Ci dice che è in corso un rimescolamento dei comportamenti elettorali.
    Ci dice che il PD ha perso ogni legame con la tradizionale base sociale (vedi la diserzione massiccia nelle regioni “rosse”).
    Punto.
    Voglio essere cauto.
    Ammettiamo che la velocità di caduta di un partito sia di 1 punto al mese anziché di 2 a settimana.
    Alla fine di questo anno la perdita sarà di circa 6 punti.
    Vedi tu le conseguenze.
    Prova a tradurli in milioni di voti e capirai che cosa sta avvenendo.
    Credo che uno dei punti di forza del centrosinistra fosse il senso di rassicurazione sociale che emanava.
    Oggi il PD emana tra la gente inquietudine e insicurezza.
    Quando in tema di pensioni un ministro dell’economia dichiara che non esistono “diritti acquisiti” mentre i 5 stelle dicono che la sentenza della Corte Costituzionale va applicata in toto, quali vuoi siano gli effetti?
    Mi verrebbe da dire a tutti che si spellavano le mani per il nuovo capo-carismatico: “Io ve l’avevo detto!!!”
    A pelle i capi carismatici mi hanno sempre suscitato antipatia e diffidenza.
    Se qualcuno dice di avere in mano la ricetta della quadratura del cerchio io penso che sia o un caccia balle o un coglione.
    Amen


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