Un settembre complicato

Pubblicato il 17 agosto 2015, da Politica Italiana

Con il superamento del tornante di ferragosto incominciamo a prepararci ad una ripresa politico/istituzionale che non sarà semplice. Sul versante delle riforme istituzionali sarà messa alla prova la fragile maggioranza del Senato, della cui esistenza allo stato non si ha alcuna solida prova. Si riuscirà a trovare una mediazione alta, vi saranno degli espedienti per mettere insieme una maggioranza numerica, rientrerà gran parte della opposizione interna del PD alla prova del voto? Lo vedremo presto.

Sul versante delle politiche finanziarie la proposta del Governo per la legge di stabilità dovrà offrire le necessarie compatibilità per mantenere gli impegni assunti in sede politica, pur in presenza di una crescita minore di quella quotata dal Governo in sede di documenti programmatici, crescita minore che si traduce in minori entrate per il Bilancio dello Stato. Ai dati positivi (moderatamente) per l’occupazione si contrappone il dato ancora molto debole per la crescita. Resto convinto che in questa situazione la popolarissima proposta di abolizione totale dell’IMU (ricordo che per la prima casa già non c’è) assorbe una quantità di risorse che potrebbero trovare migliore allocazione per sostenere politiche più direttamente collegate ad incrementare le potenzialità di crescita. Anche qui vedremo.

Intanto il dibattito (si fa per dire) estivo è stato dominato da due argomenti.

Il primo naturalmente è quello dell’esodo dei profughi che è continuato con intensità, anche se con numeri che comparati con quelli dello scorso anno non configurano affatto quella “invasione” presentata dal populismo nazionale. Confermano l’andamento numerico degli anni precedenti. Lega in prima fila, seguita dal populismo di Grillo e dal servile adeguamento di una Forza Italia senza più progetto politico.profughi

La Chiesa italiana è intervenuta con parole molto dure. Per chi specula su una tragedia umanitaria. E poi, forse per riequilibrare un eccesso di esposizione, con una critica che può apparire ingenerosa al Governo, perché non c’è dubbio che il Governo italiano è tra quelli europei quello più impegnato si questo fronte. Però la Chiesa di Francesco parla senza ipocrisie e senza riguardi. Non è che possiamo prendere solo la parte che ci piace.

Penso tuttavia che bisognerebbe sul punto contrastare da parte nostra con più dati e con più argomenti alcuni luoghi comuni che fanno presa sulla gente. Ad esempio l’affermazione “è meglio aiutarli sul posto”. Bisognerebbe chiedere ai vari Salvini “Quale posto?” visto che i profughi non vengono da luoghi in cui esistono strutture statuali che controllano il territorio con cui interloquire. Vengono esclusivamente da regioni in cui lo Stato unitario non esiste più, in cui ci sono fazioni in guerra, bande criminali con cui non si può fare alcun accordo. Oppure la facezia “Organizziamo i campi profughi sul posto?”. Anche qui occorre chiedere “Dove?, In Libia, in Siria, in Somalia?” Cioè in teatri di guerra in cui occorrerebbe con l’autorizzazione dell’ONU occupare una parte dei territori, entrare di fatto in guerra con ISIS e compagnia, offrendo appunto all’ISIS formidabili bersagli per la guerra terroristica. E sapendo che questo è un affare che dovrebbe gestire l’Europa, perché non ci si può attendere dagli USA un intervento maggiore dall’attuale. Mettendo nel conto che in guerra i soldati muoiono, e muoiono in tanti. Vorrei vedere la reazione dell’opinione pubblica di fronte a qualche centinaio di morti italiani sul territorio. Oppure, infine, l’affermazione: “Intervengano gli stati africani” anche qui parlando un po’ a caso. Certo l’Unione Africana dovrebbe sviluppare una iniziativa più forte, ma è un organismo praticamente solo formale, ma forse bisognerebbe far saper meglio all’opinione pubblica che in Africa ci sono milioni di profughi ospitati in Stati africani o mediorientali. La sola Giordania con 4 milioni di abitanti ospita due milioni di profughi siriani. Ed una Europa avara si spaventa in 500 milioni di abitanti per qualche centomila profughi. Con due grandi stati come Regno Unito e Francia (un governo conservatore ed uno progressista) incapaci di gestire qualche migliaio di profughi che tentano di passare dalla Francia all’Inghilterra se non elevando inutili muri, salvo poi ricorrere all’Unione Europea, dopo aver chiuso le porte alle richieste dell’Italia…Sul punto rinvio all’ottimo documento predisposto da Roberto Tuminetti per il PD padovano: immigrazione, culture, situazione geopolitica: dialogo o conflitto?

Il secondo argomento è stato quello dei giovani morti in discoteca e dintorni. Con il dibattito superficiale che spesso si sviluppa in questi casi. Qualche intervento estemporaneo, i famosi giri di vite che poi si esauriscono in breve tempo senza andare alle radici delle cause. Ma di questo parlerò domani.

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