Merkel formato sinistra?

Pubblicato il 10 settembre 2015, da Nel Mondo

Bisogna riconoscere che le parole più di “sinistra” e più coraggiose sul tema dei profughi le ha dette Angela Merkel. L’Italia ha fatto molto nell’accoglienza, anzi ha fatto più di tutti e molto merito nel cambiamento di orientamento a livello europeo ce l’ha Matteo Renzi, che ha posto con forza il problema al tavolo decisionale.

Però Merkel ha avuto il coraggio di pronunciare l’impronunciabile: che non è una emergenza ma un esodo che continuerà per anni. Che i numeri saranno imponenti e che la Germania accoglierà mezzo milione di profughi all’anno per molti anni. Che questo cambierà la Germania e bisognerà attrezzarsi e prepararsi: un nuovo welfare, una cultura diversa, una convivenza rinnovata.

Non ho sentito finora nessun altro leader europeo (anche quelli, pochi, della socialdemocrazia) rivolgere parole così coraggiose e veritiere al proprio popolo. Perché questo cambiamento? Ci saranno ragionamenti che hanno a che fare con il realismo ma penso che Merkel, come tutti i veri leader, ad un certo punto sia stata colpita nel senso dell’umanità. Siano state le foto dei bambini annegati, le foto delle lunghe teorie di profughi a piedi in mezzo alla campagna, gli attacchi dei gruppi neonazisti ai centri profughi. Certo tutti i fatti che hanno evocato nella coscienza della Merkel la presenza del male nella storia e le sofferenze indicibili che ha generato: i bambini ebrei nei campi di concentramento, gli attacchi dei nazisti alle sinagoghe ed ai negozi non ariani, la fuga dalla Germania Est di tanti tedeschi per sfuggire ad un regime illiberale: a piedi, con i fagotti sulle spalle, tentando di passare il Muro. Muri ieri, muri oggi per fermare la storia. Migliaia di chilometri a piedi con la Germania come sogno. Forse Merkel ha capito che questo era un problema ma anche una straordinaria risorsa per il futuro della Germania

Ha usato parole molto belle Joschka Fischer, lo storico leader dei verdi tedeschi: “sono orgoglioso del mio paese, rendo onore ad Angela”.merkel2

Questo dovrebbe anche portarci ad avere una immagine meno prevenuta e superficiale della Germania. L’ortodossia monetaria come unica dimensione? Una visione padronale dell’Europa? Eppure dovremmo chiederci perché da così tanto tempo la Merkel ha un così elevato consenso nell’elettorato tedesco. Perché (lo dimentichiamo troppo spesso) stia governando in coalizione con i socialdemocratici. Perché in una recente indagine fatta dalla BBC la Germania risulti prima tra 25 paesi come meta preferita per vivere e lavorare. Perché sia un paese così tollerante, capace di integrare milioni di stranieri, in cui si diventa cittadini tedeschi se si nasce sul suolo tedesco. Perché riesca a crescere conservando un buon sistema di welfare, valorizzando il partenariato sociale tra impresa e sindacato. Perché abbia ancora dei partiti di massa.

Se cercassimo un po’ di risposte, invece di luoghi comuni per assolvere le nostre colpe, qualcosa da imparare lo avremmo.

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