Marino, che fare?

Pubblicato il 8 ottobre 2015, da Politica Italiana

Devo dire che anche a me, che di Marino non sono mai stato un supporter entusiasta, appare sospetta questa concentrazione di fuoco su di lui. Nel giorno in cui si conoscono le motivazioni con cui è stato condannato Silvio Berlusconi per la corruzione di parlamentari (condanna che si concluderà in un nulla di fatto per prescrizione) hanno più spazio le sue vicende con gli scontrini del ristorante. E anche il famoso viaggio a Filadelfia svillaneggiato in tutto il mondo ha più a che fare con argomenti da satira che con la buona amministrazione. Certo è che Marino ha cercato di impostare una svolta dopo il sacco di Roma dell’amministrazione Alemanno e per far questo ha toccato tanti interessi. Perché il malaffare non è fatto solo di ladroni matricolati ma anche di tanti che fanno finta di non vedere ma traggono la propria utilità, grande o piccola che sia.

Però se vogliamo uscire dalla difesa d’ufficio e da quell’atteggiamento così frequente in politica (e non solo), per cui ai nostri amici perdoniamo tutto ed agli avversari nulla, qualche riflessione bisogna farla.

La prima: amministrare una grande città è difficile, una città come Roma è difficilissimo. Perché senza voler generalizzare è una città con una diffusa mancanza di senso civico, di rispetto della cosa comune, in cui l’osservanza delle regole è una eventualità, da quelle piccole (il parcheggio in quarta fila) a quelle con rilievo penale (abusivismo diffuso), in cui ci sono aspetti corporativi dell’organizzazione sociale con atteggiamenti padronali (i taxisti, i vigili urbani, ecc.). Con la difficoltà poi di una duplice identità urbana: la città dei residenti con periferie sterminate sottodotate di servizi e la città capitale di un turismo mondiale.

Per governare una città così occorre avere insieme visione politica e capacità amministrativa, leadership reale, un sistema di relazioni con la città. C’è stata una certa presunzione da parte di Marino (ed un grave errore da parte di chi lo ha proposto, soprattutto Bettini, influente maker dietro le quinte del PD romano) nel pensare di poter amministrare una città così difficile senza avere alcuna precedente esperienza amministrativa, nessuna conoscenza approfondita della città.marino

Marino l’ho conosciuto abbastanza, avendo fatto una legislatura insieme al Senato. E’ uno di quegli uomini che hanno una grande opinione di sé, che pensano di essere in grado di fare bene qualsiasi cosa, ed indubbiamente hanno avuto successo nel proprio campo professionale, con frequentazioni importanti. Molto aiutato dai media che hanno una capacità unica di creare personaggi, salvo poi distruggerli. Così fu rilevante il successo alle primarie del PD, ma anche qui poi ha dimostrato i limiti di una leadership politica, perché a quel successo personale, che suscitò molte speranze in una parte importante di elettorato PD, non riuscì a dare alcun seguito.

Probabilmente il personaggio Marino avrebbe funzionato bene in una situazione normale, con un PD solido, in grado di dargli un vicesindaco operativo. Invece Marino si è trovato sostanzialmente solo, con settori del PD purtroppo collusi con il malaffare. Nessuno in queste condizioni, senza una solidissima precedente esperienza amministrativa/politica, riuscirebbe a governare.

Poi c’è un secondo aspetto. Quando tocchi rilevanti interessi corporativi, vuoi raddrizzare la legalità di una città, devi sapere che sarai oggetto di una guerra totale, con ogni mezzo. E devi essere al di sopra di ogni sospetto. Ora qui non si tratta solo delle gaffes che comunque andrebbero evitate. Emerge un problema più grave, che di fronte alle pressioni mediatiche Marino tende a dire molte verità che si contraddicono e offrono argomenti agli avversari. E’ un aspetto tipico delle personalità che hanno un’alta opinione di sé. Si offendono se gli altri pensano male. A questo attacco di avversari toccati nei loro interessi si aggiunge un clima generale di grande sfiducia della politica. E se la speranza Marino si deve destreggiare tra scontrini di pranzi di incerta natura rischiamo veramente il crollo. Perché resta il fatto che purtroppo le sue dichiarazioni, che ha messo on line pensando di assicurare la trasparenza, diventano un boomerang gigantesco. Perché se tutti smentiscono le sue dichiarazioni è un bel problema. Smentisce il ristoratore (e pazienza, magari è un elettore di Alemanno), smentisce la comunità di Sant’Egidio, smentisce il coautore di un libro sul card. Martini, smentisce l’ambasciatore del Vietnam. E francamente mettere tra le spese di rappresentanza il conto della tintoria dei propri vestiti con l’argomento he erano stati usati in occasioni ufficiali non è stata una bella pensata.

Ora Marino dice che rinuncerà alla carta di credito e pagherà le spese. Gli fa onore ma certamente all’opinione pubblica apparirà una ammissione di responsabilità. Avrebbe dovuto capire subito che la carta di credito non va bene. Se del caso un Sindaco (che oggi è pagato abbastanza) anticipa le spese o fa fare in caso di spese maggiori gli atti deliberativi. Così si evita ogni tentazione.

Detto questo non saprei davvero rispondere alla domanda: ma cosa dovrebbe fare, dimettersi o proseguire? Perché sarebbe giusto proseguire ma la fiducia quando se ne va è davvero difficile ritrovarla.

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8 commenti

  1. Paolo Batt
    8 ottobre 2015

    Sono molto d’accordo e vorrei aggiungere due piccole chiose.
    1) Dentro il mondo in cui si gestisce potere (non solo politico) è molto facile ed anche frequente pensare che non valgano le regole elementari che si applicano (o si dovrebbero applicare) alla gente comune. Niente file, ingresso privilegiato nelle strutture sanitarie, spese di rappresentanza elastiche, l’autista che ti aspetta sul marciapiede ecc. Invece per i “potenti” dovrebbe essere motivo di orgoglio rinunciare a questi benefit. Ma mi sembra che andiamo nella direzione opposta.
    2) Roma , a parer mio, non è governabile con gli strumenti ordinari, sufficienti (ma talora anche no) nelle altre città italiane. E Marino è (stato ?) il sindaco più disarmato, non conoscendo a fondo i meccanismi della città e non avendo come alleati nessuno dei vari potentati e quasi nessuna delle forze organizzate, a partire da buona parte del PD. Se non si metteranno in campo strumenti nuovi (governatorato ?) il prossimo sindaco potrà amministrare solo facendo compromessi con almeno una parte degli attuali nemici di Marino.


  2. fiorella
    8 ottobre 2015

    considerazione 1: esiste un “caso Marino”?da quando è diventato Sindaco il PD e dico il PD…. non ha fatto altro che sparargli addosso… solito partito che cannibalizza…;
    considerazione 2: nonostante la gravitá dell’accaduto che non giustifico, non mi pare che quando qualche personaggio politico dello schieramento opposto si sia trovato coinvolto in situazioni analoghe i suoi colleghi o presunti tali di partito si siano messi a scrivere contro cosa che invece accade sempre nel PD (e ritorniamo alla cannibalizzazione);
    considerazione 3: i parcheggi in quarta fila… si trovano anche a Padova… basta andare in centro…
    considerazione 4: la rete è fantastica perchè ognuno scrive quello che gli pare.


  3. Paolo
    8 ottobre 2015

    Considerate però che nelle intercettazioni i vari mafiosi affaristi di Roma dicevano….se eleggono questo non facciamo più’ affari..e è’ da mettere nel conto che il marcio di Roma è’ emerso anche grazie a Marino, ed una larga parte del sottobosco politico mafioso della città’ gliela ha fatta pagare,Questo dovrebbe valere più’ di 900 euro di scontrini dubbi(questa la cifra contestata) e nemmeno a me che sono cattolico praticante certi atteggiamenti di Marino piacevano ma questo passa in secondo piano rispetto alla sostanziale onesta’ di una persona forse un po’ presuntuosa , come capita a certi chirurghi che si sentono Maitre apres Dieu.


  4. Pierluigi Petrini
    9 ottobre 2015

    Analisi precisa e condivisibile, ma mi domando come Marino avrebbe potuto essere meno solo. Cercando alleanze in un PD locale gravemente compromesso col malaffare? Cercando appoggi nel PD nazionale totalmente indisposto ad una difficile lotta moralizzatrice e assai più attento a encomiastiche campagne mediatiche? Rinunciando a sfidare i mille corporativismi che dominano Roma? Marino ha commesso molti errori a causa di quella personalità che tu ben tratteggi ma quello che si muoveva dietro a quegli errori era ben chiaro fin dallo “scandalo” della panda rossa, in cui un sindaco che quando non va in bicicletta si muove con un’utilitaria di sua propietà, senza auto blu e senza scorte, invece di essere lodato per la sua sobrietà viene crocifisso per essere entrato nella ZTL senza permesso pur essendo assolutamente evidente che si trattava di un disguido burocratico. Chi più del sindaco che svolge il suo pubblico ufficio in pieno centro storico è legittimato ad avere un pass? Mi domando con grande preoccupazione se certe campagne denigratorie, che molto ricordano il metodo Boffo e i calzini azzurri del giudice Mesiano, siano solo il frutto della bulimia scandalistica dei media o invece siano un disegno preordinato. Da chi? Per chi? Francamente della persona di Marino mi interessa poco, molto di più mi interessa capire chi muove i fili di queste campagne mediatiche, chi cerca di inquinare la vita democratica del paese. Quando erano i giornali e le TV di Berlusconi erano chiari gli intenti e gli interessi ed era anche evidente l’opposizione che la parte migliore di questo sciagurato paese esercitava per arginare quelle derive. Oggi tutti partecipano al massacro, gli stupidi in buona fede molti altri in perfetta malafede.


  5. Paolo
    10 ottobre 2015

    Questa è una bella domanda. In effetti specialmente nei primi mesi di sindacatura cosa avrebbe potuto fare Marino? Si trovava con assessori ed alti dirigenti collegati a mafia capitale, con nessuna specifica esperienza amminstrativa (e qui c’è stata una prima leggerezza nell’accettare un incarico cos’ gravoso senza adeguata preparazione nè con una squadro competente di sua fiducia). Non poteva che fidarsi di chi aveva attorno. Però passato qualche mese avrebbe dovuto accorgersi delle cose che non andavano. Però una parte del PD (ma anche di SEL) l’hanno presto contestato, chi in malafede perchè volevano continuare come prima chi perchè trovavano alla prova del governo Marino non adeguato. Perchè il fatto è che è la Magistratura a svelare il coinvolgiomento di parte della giunta, Marino fino ad allora non si era accorto di niente. Penso che il vero errore Marino (e a suo tempo lo scrissi) lo abbia fatto a non dimettersi quando fu sostanzialmente commissariato. Ne sarebbe uscito con più dignità. Perchè non puoi governare con il prestigio compromesso perchè comunque per lungo tempo ha avuto in giunta persone compromesse, con un rapporto molto indebolito cno la maggioranza, con decine di assessori che si sono succeduti, con sondaggi pessimi. Ma qui ha contato il suo carattere e l’enorme presunzione di sè che lo ha portato a non avvertire questo logoramento. E’ vero che i grandi media nazionale, senza eccezione, ad un certo punto non glie ne hanno perdonata una. Eppure è grazie a loro che era stata creata l’immagine nazionale di Marino come persona nuova, diversa dal politicante, ecc. Non potendo pensare che tutti, dalle grande firme del Corriere, repubblica, Stampa avessero interessi nella corruzione romana mi domando anch’io a che si deve questa unanime decisione. E’ vero che i peccati veniali di Marino (uso di qualche scrocco per mangiare) sono diventati mortali nel momento in cui vi sono state a copertura delle false dichiarazioni, però la campagna era anche antecedente,


  6. Paolo
    10 ottobre 2015

    Queste intercettazioni eran antecedenti alla sua elezione. Purtroppo poi Buzzi diceva che se restava la Giunta Marino “se magnemo mezza Roma”. Non certo perchè Marino fosse coinvolto ma perchè fino all’intervento della magistratura non si era accorto di nulla.Purtroppo non si tratta di soli 900 euro di scontrini. Questi sono solo quelli già emersi ma ci sono decine di migliai di euro di spese di rappresentanza dubbie. E il peccato da veniale diventa mortale quando all’uso disinvolto della carta di credito comunale (che un sindaco non dovrebbe avere) si aggiungono a copertura delle dichiarazioni false. Adesso la magistratura verificherà quanto di quelle dichiarazioni corrispondano a spese effettivamente di rappresentanza ma tu capisci che quello che è emerso è sufficiente purtroppo a non rendere credibile nessuna dichiarazione di marino.


  7. Paolo
    10 ottobre 2015

    Che ci sia una scarsa solidarietà nel PD corrisponde alla verità, anche per una certa cattiva tradizione della sinistra. Marino ha avuto da subito un rapporto difficle con il pD. Una parte va a suo merito, perchè gli stavano contro chi poi risultò coinvolto con mafia capitale. Una part eperò metteva in luce alcuni suoi aspetti di scarsa capacità amministrativa, e questo vale anche per SEL. Avrebbe dovuto con più umiltà ascoltare queste critiche. Parecchi assessori si sono dimessi anche primna dello scandalo per una difficoltà a collaborare in modo efficiente con lui. Che altri partiti abbiano difeso l’indifendibile è vero, ma non è un merito. Comunque Marino è stato sostenuto fino alla fine con energia dal Commissario del PD romano Orfini, anche contro Renzi che avvertiva una debolezza troppo grande del sindaco. E’ chiaro che poi è diventato insostenibile quando la vera forza di Marino che era la forza della onestà viene macchiata dalla vicenda degli scontrini. Possiamo dire un peccato veniale rispetto alle vere ruberie del suo predecessore, ma come ho scritto sopra il peccato diventa mortale se dichiari il falso. Che ci siano macchine parcheggiate in divieto anche a Padova è vero. Qui però è l’eccezione a Roma è la regola. E’ vero che sulla rete c’è di tutto. Il prblema è quando si vuole spacciare pareri personali per verità assolute…


  8. Paolo
    10 ottobre 2015

    Condivido quello che hai scritto tranne il fatto che chi verrà dovrà fare compromessi con gli attuali nemici di Marino. O meglio: dovranno essere intransigenti con coloro che erano contro per gli interessi malavitosi toccati mentre dovrà tener conto delle critiche fondate che venivano fatte su specifici fatti amministrativi. Ad esempio a me è piaciuta molto la scelta della pedonalizzazione dei fori perchè è una grande area monumentale. però non avendola inquadrata in una più generale scelta di diversa organizzazione della mobilità si è tradotta in un forte peggioramento del traffico nelle zone confinanti


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