Più umanità per vincere i disumani

Pubblicato il 16 novembre 2015, da Nel Mondo

Quelle che non mancano sono le parole. Ne abbiamo sentite e lette tante in questi due giorni. Per spiegare, per esorcizzare, per dare voce a sentimenti feriti. Mi sono chiesto se valeva la pena che aggiungessi qualcosa anch’io. Non sono un esperto di relazioni internazionali, di Islam, di Medio Oriente. Tanto meno di tecniche militari. Tuttavia per rispetto di questa piccola comunità che mi segue sul blog do espressione anch’io a qualche sentimento più che a qualche idea.

Credo che la cosa che più ci manchi sia la creazione di un pensiero all’altezza della sfida. Perché esistono le emozioni, rischia di non esistere la memoria. C’è già stato, ci sarà ancora. Papa Francesco lo ha detto un anno fa: è in corso una terza guerra mondiale. Nessuno lo ha preso sul serio. Perché si vorrebbero incassare i dividendi della globalizzazione senza affrontarne i nodi. Nel mondo globale non esistono guerre degli altri. Le guerre possono entrare in casa. Dobbiamo essere coscienti che l’intelligence può fare molto (e vediamo che anche in Italia ha fatto molto, nell’individuare organizzazioni che preparavano attentati) ma nessuno può impedire che possa essere colpito uno delle migliaia di obiettivi sensibili. Come si vive in questa situazione, a quali libertà siamo disponibili a rinunciare per innalzare il livello di difesa? Un po’ di memoria. Una stagione simile l’abbiamo già vissuta. Il paese insanguinato dalle Brigate Rosse. Erano uccisioni individuali e non di massa (ma ricordiamo le stragi: Milano, Brescia, Bologna, Palermo), e tuttavia si viveva con la contiguità del pericolo. Almeno certe categorie di persone. Professori universitari, giornalisti, sindacalisti, imprenditori, dirigenti, politici, magistrati, poliziotti e carabinieri. Assassinate o ferite. Il paese seppe reagire.

Un pensiero per affrontare questa emergenza. La destra è più attrezzata. Non per risolvere i problemi ma per incassare i dividendi politici del terrorismo. Per sfruttare le emozioni. Si possono dire cose che sono senza fondamento ma che piacciono, nell’eterna illusione di rimuovere il problema con ricette semplici. Così piace l’idea “bisogna chiudere le frontiere”. Che non si sa bene cosa significhi se non rendere più difficile la vita ai cittadini normali, visto che ci sono mille modi per passare le frontiere da parte dei delinquenti. E comunque due stati come gli USA e la Russia che hanno una cultura dei controlli agli ingressi sono stati oggetto dei peggiori attentati terroristici.parigiatt

Oppure “fuori gli islamici dell’Italia”, altra cosa naturalmente impossibile. Non solo perché sono centinaia di migliaia di persone che lavorano, producono, vivono in pace. E una parte sono cittadini italiani. Ma perché non comprende che le più numerose vittime del terrorismo sono gli islamici che nel Medio Oriente sono le vittime che cadono quotidianamente in attentati e vicende belliche. E’ giusto richiedere un più netto e condiviso giudizio di condanna da parte delle comunità islamiche europee, anche se non è mai mancato. Come ha dichiarato il leader delle comunità islamiche in Italia “Evocare il Profeta è aberrante, nominare il nome di Dio invano è una bestemmia. Per questo, dico che siamo stati colpiti due volte: perché sono state uccise vite umane innocenti e perché lo si è fatto inneggiando alla nostra fede religiosa. Usano il Corano e non sanno che nel Libro c’è un versetto che dice che chi uccide una persona è come se avesse ucciso tutta l’umanità.”
Però dobbiamo anche riflettere su un punto: quello che a noi appare una tragedia eccezionale per tanti cittadini dei paesi islamici è una tragica quotidianità. I cento e passa assassinati di Parigi sono come i cento, o duecento, o trecento morti delle cronache di kamikaze che si fanno esplodere che ci giungono dal Medio Oriente. Non è che la vita dei siriani, degli irakeni, dei pakistani, degli afgani, degli israeliani, e l’elenco purtroppo potrebbe continuare, valga di meno.

Una guerra di religione? No, una guerra di odio e di volontà di dominio e di potenza che sfrutta e asservisce la religione. E’ accaduto nei secoli passati anche in Europa. Ma come ci ha ricordato Papa Francesco “È una bestemmia utilizzare il nome di Dio per ricorrere alla via della violenza”.

Dunque un pensiero da organizzare sulla frontiera dei progressisti, sempre oscillante tra una aspirazione pacifista, una certa storica tolleranza per la violenza mediorientale contro Israele ed una talvolta astratta idea della democrazia.

Perchè l’altro insegnamento che ci viene è questo. Fare i conti con la storia. Graduare le scelte. Interrogarsi su cosa viene dopo. Assad, Gheddafi, Saddam dittatori. Sì, ma dopo peggio della dittatura, l’anarchia di bande armate o fragili governi non in grado di garantire le libertà più elementari. E l’incerta democrazia ucraina (potentati economici che si battono per il controllo del paese) vale uno scontro con la Russia ( a sua volta paese di incerta democrazia) senza la quale è impossibile prendere una iniziativa per tentare di stabilizzare il Medio Oriente? E il fatto che in Cina non esista una democrazia come l’intendiamo con i canoni occidentali ci impedisce forse di averla come necessario interlocutore?

Comunque: ci si difende riaffermano la “normalità” della nostra vita e dei nostri valori di convivenza, con più Europa (dirà qualcosa sul fatto che i terroristi agiscono globalmente in Europa: comprano le armi nei paesi del dissolto impero sovietico, stanno in Belgio, colpiscono in Francia, ecc.) e non con il risorgere di nazionalismi, utilizzando la religione e la spiritualità per unire nel nome della inalienabile dignità della vita e non per dividere in presuntuose identità. Questa è la vera battaglia da combattere. Come ha scritto oggi su Avvenire Padre Enzo Bianchi Disarmati, potremmo forse trovare il tempo e la lucidità per porci interrogativi che oggi l’angoscia e il pianto soffocano nella rabbia dell’impotenza. Siamo di fronte a disperati che seminano disperazione? Oppure cinici burattinai stanno giocando al massacro in una lotta di potere che gli uni rivestono di un manto religioso sempre più abusato e falso e gli altri abbelliscono con richiami ipocriti a valori negati nei comportamenti verso gli altri?”.

  • Facebook
  • Twitter
  • LinkedIn
  • RSS
  • Pinterest
  • Add to favorites
  • Print
  • Email

Tags: , , , , ,

Scrivi un commento