PD a Padova: per combattere Bitonci occorre svegliarsi

Pubblicato il 13 gennaio 2016, da Dai giornali

Partito_Democratico_SimboloCorriere del Veneto, 13 gennaio 2016

C’è sempre un dubbio quando si interviene in modo critico sul proprio partito. Fino a che punto è possibile farlo senza danneggiarlo? E fino a che punto il silenzio diventa colpevole? Chi come me è oggi un semplice iscritto (che continua ad esserlo) ma ha avuto qualche responsabilità nella nascita del PD e si sente comunque coinvolto nel suo futuro ha solo il potere della parola. E si ha il dovere di usarla se si vedono cose che non vanno. Se ti chiedono dei giudizi non è che puoi essere bugiardo in pubblico… Per questi motivi c’è la mia intervista sul Corriere di oggi, di cui riporto qui il testo.

Io mi auguro davvero che l’annunciata assemblea del 23 attivi un processo di riflessione. Che non faccia la fine di quella opportunamente organizzata nel 2014 con giuste ambizioni a cui però non ha fatto seguito nulla.

In particolare saper sviluppare una riflessione, coinvolgendo davvero chiunque voglia farla, su questi punti:

a) ragioni profonde della sconfitta dal PD a livello comunale e regionale e dell’elevato consenso che mantiene Bitonci; 

b) come contrastare l’evidente abbandono di iscritti e militanti “a sinistra”, che significa una perdita di passione e capacità rappresentativa, senza riuscire ad essere attrattivi per altri mondi elettorali

c) cosa significhi essere oggi progressisti nella città di Padova, quali siano principi, valori, idee che possono dare una identità del PD in una moderna comunità urbana

d) quali rapporti avere con la sinistra “a sinistra” che abbiamo invitato alle primarie ed oggi tratta direttamente con Bitonci, interessato a farla vivere per indebolire il PD

e) come recuperare rapporto con i mondi vitali della città, tenendo conto che la crisi non è solo dei partiti, ma dei sindacati, dell’associazionismo economico, ecc.

f) Come impostare e con quali contenuti una agenda complessiva della città, alternativa a quella di Bitonci, capace di appassionare, coinvolgere ed attrarre

Mi auguro che ci siano luoghi e forme per poter fare questo ed altro.

 

Le classifiche sul gradimento dei sindaci naturalmente non dicono tutto. Certo segnalano che il Comune è la realtà istituzionale più gradita ai cittadini, infatti l’ultimo dei Sindaci nella classifica del Sole 24 Ore ha un gradimento molto più elevato di Matteo Renzi che pure tra gli ultimi Presidenti del Consiglio è il più gradito. D’accordo, le elezioni sono un’altra cosa ma se Bitonci si segnala per un elevatissimo consenso tra i suoi concittadini un motivo c’è. Non lo rinchiuderei solo nel recinto della abilità comunicativa, perché Fassino, onesto tradizionale politico che con la comunicazione moderna a poco a che vedere, si classifica al quarto posto.

C’è di più: evidentemente Bitonci sa interpretare un sentiment di una parte larga dei suoi concittadini.

Spero che il mio partito, il PD, non minimizzi questo dato e voglia avviarci sopra una riflessione seria. Cosa che non ha fatto dopo la sconfitta con Bitonci (del resto neppure dopo la sconfitta ancor più radicale della Moretti). Allora ci si è accontentati di pensare che la sconfitta fosse colpa dei protagonisti: di Ivo Rossi e più sommessamente (perché ci voleva più coraggio) di Zanonato. Che bastasse liberarsi del passato per fare come con la Destro: un breve ciclo e poi il ritorno al potere. Senza meriti ma per automatismi.

Errore molto grave. Errore del resto fatto anche a sinistra, con l’illusione di spostare più a sinistra l’asse politico della città, facendo del PD un nemico da contenere, senza fare i conti con le tendenze elettorali. Padova è da sempre una città politicamente spaccata a metà. .Basta poco a far la differenza. Se si perde bisogna capirne le ragioni. Certo un eccesso di continuità ed una domanda nuova ha influito. Ma ha agito qualcosa di più strutturale. In questo momento piace di più una proposta securitaria. Diciamo: un uomo forte. Come il Zanonato dei primi tempi.

Come si contrappone il PD a questa tendenza? Non basta criticare, come pure bisogna fare. Io sono convinto che Bitonci stia facendo degli errori anche gravi, ma solo più avanti se ne vedranno gli effetti, e giudicheranno i cittadini. Per il momento occorre riconoscere che l’agenda della città che propone Bitonci piace alla maggioranza dei cittadini. E bisogna reagire proponendo un’altra agenda.

Cosa che aveva tentato di fare Rossi. Ma senza grande seguito nel partito. Una visione generale della città. Di un nuovo ciclo amministrativo appropriato ad una media città europea che basa le sue risorse competitive sulla cultura, sulla qualità della vita, sull’innovazione imprenditoriale piuttosto che sulla chiusura culturale, sulle paure e sul motore di nuovo della speculazione edilizia. Costruendo le alleanze sociali necessarie. Con soggetti sociali che ci sono ma non si riconoscono più nei partiti, nei tradizionali schieramenti politici e neppure nell’associazionismo economico.

Lo dico con dispiacere. Questo lavoro il PD non lo sta facendo. Al di là di generosi impegni individuali manca una dimensione di comunità, attraente e affascinante. E’ ora che incominci a farlo. Anche perché le risorse in città ci sono. La rottamazione è avvenuta anche a Padova. Ma non basta, se l’effetto è solo un vuoto di idee per il futuro. Come è noto alle amministrative non si vota Renzi. Si vota su proposte ancorate al territorio. Bisogna produrle.

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5 commenti

  1. Paolo Batt
    13 gennaio 2016

    La prima cosa che ho pensato quando ho letto la classifica dei 100 sindaci, pubblicata da Il Sole 24 Ore, è che al PD mancano le cosiddette antenne che captano gli umori della gente. Infatti negli ambienti della militanza di centrosinistra (e credo ancor più in quella di sinistra-sinistra), la convinzione era che Bitonci (risultato 7°) fosse, al contrario, in calo di consensi. La seconda cosa che penso da tempo è che il confronto con l’attuale sindaco non si vince eccitando le identità culturali di sinistra, ma ragionando pacatamente con quelli che lo hanno votato pur non essendo ideologicamente e culturalmente a lui affini. Non snobbando i problemi che abitualmente cavalca la Lega di Salvini, ma dimostrando di aver ricette più efficaci e meno propagandistiche per risolverli. Il progetto su che sviluppo ricercare per Padova è altrettanto importante, ma stimola fasce sociali più selezionate, anche in termini relazionali. Ulteriore punto riguarda l’individuazione e la costruzione anche mediatica di un “uomo forte” (come il Zanonato dei primi tempi) , fattore indispensabile per come si è evoluto il clima politico attuale.


  2. ex Nuovo Progetto
    13 gennaio 2016

    Come Giaretta penso che la sconfitta alle comunali e alle regionali sia stata frutto di una sottovalutazione della domanda reale della città, a volte complessa e strutturata su interessi, a volte semplice e basata sulla domanda di dare risposte reali e non fittizie ai più deboli.
    Ed anche di una sottorappresentazione della città nel Consiglio Comunale, solo poco meno di quanto lo sia oggi.
    Un dialogo va intessuto, le certezze vanno messe in discussione, la politica è servizio e non arrogante affermazione dell’egocentrismo biografico, ed è confronto e non presunzione costante e impermeabile di essere interpreti della realtà.
    Ascoltare non basta, occorre capire, interpretare e offrire risposte, anche coraggiose, alle domande dei cittadini. Rischiare.
    Il tempo (come nel caso dell’Auditorium poi Centro Congressi Fiera, marcito per 9 anni e ancora fermo), la dignità (come nel caso del PP1, aperto nel 2009 e fermatosi all’esaurimento dei fondi messi a disposizione dal Comune per il risanamento), l’Avancorpo di Prato della Valle, la Prandina, l’Arco di Giano, la seconda linea del tram.
    Ingenti risorse risparmiate e accantonate per essere poi lasciate alla gestione della nuova amministrazione.
    Un risultato finanziario ottenuto dopo sette anni di crisi risparmia dalle difficoltà, ma non compensa la rappresentanza politica e le domande dei cittadini, soprattutto disoccupati, senza casa e a rischio quarta settimana.
    Si creano squilibri.
    Come ricorda Giaretta, occorre affrontare onestamente questa situazione, questi ed altri corrispondenti fallimenti – ad esempio in Regione – dove neppure dopo vent’anni di governo Mose Galan il PD è stato in grado di costruire una valida alternativa.
    Alternativa significa confronto e capacità di cambiare.
    Nel caso del PD, anche un rapporto minimo con il Governo del Paese, in un parlamento dove il PD oggi ha 2/3 dei parlamentari nella maggioranza, e Padova ha 6 deputati, 2 senatori, 1 deputato europeo, due consiglieri regionali…
    Di quale partito vogliamo parlare?
    Se c’e’, batta un colpo, diversamente avrà rapido sviluppo il turismo politico, non per scelta ma per costrizione, soprattutto tra chi rappresenta istanze sociali reali.
    E come ricorda Giaretta, la sinistra della sinistra è l’unica che lo fa vedere. Gli altri lo praticano.


  3. Paolo
    14 gennaio 2016

    Sono molto d’accordo. In particolare questa frase andrebbe messa su una targa dietro il tavolo della sala assemblee del PD in lettere capitali Ascoltare non basta, occorre capire, interpretare e offrire risposte, anche coraggiose, alle domande dei cittadini. Rischiare.


  4. Pietro
    16 gennaio 2016

    On. Giaretta leggo sempre volentieri il suo blog, che trovo sempre ricco di spunti utili per la riflessione, ma si lasci dire che trovo abbastanza ridicolo il suo sottolineare molto spesso di essere “un semplice iscritto”. Lei non è un semplice iscritto: c’è tutto il peso della sua storia e pur non avendo cariche “istituzionali” o “di partito” lei continua a fare politica attiva, e questo blog, attraverso il quale contribuisce a indirizzare la discussione quotidiana padovana, ne è un esempio. D’altra parte la ritroviamo sempre in prima fila a quasi tutte le assemblee pubbliche del PD, e certamente non è stato uno alla finestra in tutta la gestione delle amministrative padovane del 2014. Insomma, lei è sul palco e continua a ballare, il che secondo me è un bene, considerata la qualità piuttosto mediocre degli altri danzatori. Insomma si prenda anche lei la sua parte di responsabilità.


  5. Paolo
    18 gennaio 2016

    caro Pietro, grazie per la stima. però che io sia un semplice iscritto è la verità. Oggi sul blog lo spiegerò meglio. Non ho alcun incarico e per la verità il segretario comunale Bressa non ha alcun interesse a sapere quello che penso, mai.Ti posso assicurare che veramente non sono sul palco. E se avessi contato qualcosa nelle amministrative del 2014 non avrei fatto i gravi errori che sono stati fatti. A partire dal voler fare le primarie senza aver predisposto una piattaforma programmatica condivisa sulle cose essenziali. Non so come si faccia a criticare Bitonci sullo spostamento dell’ospedale quando durante le primarie e per tutta la campagna elettorale Padova 2020 ha sostenuto essere sbagliatissima la scelta di Padova Ovest…Naturalmente siccome voglio bene a Padova ed al PD dico quello che penso, assolvo al dovere di ogni iscritto di partecipare alla vita del partito. Di fronte alla attuale situazione qualche responsabilità me la prenderei anche, ma non fa piacere a chi guida il PD padovano. E mettermi a fare battaglie sui posti non ne ho più voglia…Grazie per la stima e scrivo soprattutto per gente come te


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