Pubblicato il 29 febbraio 2016, da Pd e dintorni

Renzi i risultati li sta portando a casa. Si può dire tutto quello che si vuole sul metodo (ed io l’ho detto in tempi non sospetti) ma il risultato sulle Unioni Civili c’è. Così aver alzato la voce in Europa qualche risultato lo sta producendo. Il documento innovativo presentato da Padoan ha suscitato molto interesse nei circoli europei.

Ora la polemica sul voto (aggiuntivo) del gruppo di Verdini sulle Unioni civili mi sembra veramente di poca sostanza. O meglio: riproduce uno schema di gioco vecchio. Siccome Verdini ha votato la fiducia è entrato nella maggioranza. Sì, una volta si sarebbe detto così. Ma ai critici sfugge un particolare di non poco conto. Che la fiducia non è avvenuta sul programma generale del governo ma è stato un espediente tecnico per portare a casa un provvedimento importante. Meglio la fiducia di un supercanguro che introduceva la prassi inaccettabile che avrebbe consentito ad una maggioranza di evitare la discussione parlamentare anche in assenza di ostruzionismo. E bisognerà anche dire che poi lo spazio a Verdini è stato dato da una una insipienza nella conduzione dei lavori, quando non si è capito per tempo che sulla adozione del figliastro i voti non c’erano e non si potevano chiederli in prestito gratis a M5S. Si sarebbe poi potuto dire allora che anche in quel caso nasceva una nuova maggioranza.

Certo, attorno a Verdini c’è un gruppo raccogliticcio di trasformisti, ma la natura politica non è diversa da NCD: governiamo con i voti di una pattuglia di parlamentari che erano stati eletti nelle liste di Silvio Berlusconi, esattamente come Verdini. Certo, che con più chiarezza politica scelsero di sostenere il Governo Letta e poi il governo Renzi. Ora senza ipocrisie diciamo: il timore della nostra minoranza è di diventare ininfluenti nel gioco parlamentare, di non poter “minacciare” il governo perché ci sarebbe sempre pronto il soccorso verdiniano?

Mi sembra che sia una semplificazione, perché si accetterebbe l’idea che di fatto il gruppo del PD è un gruppo finto. Serve certamente però un chiarimento vero: come condurre a termine la legislatura mantenendo unita la rappresentanza parlamentare del PD. Le semplificazioni alla Serracchiani non aiutano. Anche perché non si può banalizzare: per una parte dell’opinione pubblica che vota PD il governare anche con Verdini non piace.renzi

I dati dell’ultimo Atlante Politico di Ilvo Diamanti ci descrivono una situazione di luci (parecchie) e di ombre (qualcuna). I consensi al PD si assesterebbero al 32,2%, con un più 0,6 rispetto a novembre, ma con un -4 punti rispetto al gennaio dell’anno scorso ed addirittura a – 9 rispetto settembre 2014, senza tener conto delle straordinario 45,2 quotato dopo il risultato delle Europee. Insomma con lievi oscillazioni il PD si colloca stabilmente attorno al 32. Parecchio ma non molto.

Tenendo conto del fatto che M5S con il 25,8 è in calo di un paio di punti rispetto a precedenti rilevazioni (altri sondaggi lo danno ancora più giù) ma è pur sempre a rappresentare un quarto dei votanti.

Infatti appaiono molto incerti i giudizi degli italiani di fronte ad un ballottaggio PD /M5S: prevarrebbe il PD 51 a 49, ma la forbice si è assottigliata rispetto a novembre. Siccome diamo per morto il centrodestra è bene sapere che in caso di ballottaggio con loro siamo sempre su una grande incertezza: vinceremmo 51,8 a 48,2.

E alla nostra sinistra? Si possono cambiare nomi e formule ma lo spazio è limitato ad un dato sotto il 5%. Dove vanno gli elettori di sinistra? Nonostante i gufi continuano a votare il PD, ma un bel po’ si rifugia evidentemente nel non voto o in M5S. E se ci fosse una scissione potrebbe quest’area allargarsi riportando al voto e strappando voti a M5s? Non lo so.

E anche Matteo soffre. Perchè in un trimestre il gradimento per lui è passato dal 46 al 41%. Si pone ad un livello comunque alto, ma per la prima volta ha lo stesso gradimento del governo, che pure è al 41%, mentre prima era di qualche punto sopra. Vuole strafare nella comunicazione? Forse. Livello molto alto per un governo che è in carica da due anni, in un periodo molto perturbato ed ancora di economia che non riparte con vigore. Non ci sono precedenti simili, né in Italia né in Europa. E tanto per andare oltre i luoghi comuni il buon Bersani (l’usato sicuro) fa un balzo nel gradimento dal 32 al 39, alle immediate spalle di Renzi, che tende sempre a snobbarlo. Invece farebbe bene a rispettarlo.

Come si dice non male, possiamo accontentarci viste le crisi di tutte le leadership europee . Ma tutto è molto fragile.

Infine gli orientamenti degli elettori sul tema delle Unioni Civili. A smentire l’altro luogo comune su un parlamento arretrato rispetto al Paese. Perché il 69% è d’accordo sulle Unioni omosessuali ma per l’adozione del figliastro è a favore solo il 37%, con un 3% di non so e un 60% di contrari. Anche la maggioranza degli elettori del PD sono contrari. In materia di diritti individuali bisogna talvolta anche forzare l’opinione pubblica, se possibile offrendo buone argomentazioni. Ma è sempre sbagliato pensare che le proprie opinioni siano a prescindere maggioranza nel paese e bollare come conservatori, retrogradi ,ecc. chi non è d’accordo con te. Il paese è bene conoscerlo. E rispettarlo.

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1 commento

  1. Bodon antonio
    29 febbraio 2016

    Sempre lucido Paolo,,però mi sia consentito dire che sul confronto con la ns.sinistra interna, si dovrebbe essere un po’ più ” cattivelli” uso il diminutivo per carità di patria.
    Ma possibile che mai e dico Mai, ci sia un provvedimento che vada bene, anche Speranza dice cose che non aiutano, Bersani che dovrebbe essere il ” padre nobile” anche Lui specula con mezze frasi, mai una considerazione che aiuti.
    Certo anche Matteo, ha le Sue responsabilità, a volte dimentica di essere il Seg.del PD e agisce solo da Presidente del Consiglio.
    Se tutte le parti facessero un passo indietro anche sui rapporti personali, forse e dico forse, penso che il Pd, potrebbe avvantaggiarsene.
    Sulle unioni civili, concordo sulla analisi, dico di più, occorre una volta tanto dare atto a quei “cattodem” che sono minoranza nel PD, senza isterismi, hanno condotto una battaglia a schiena dritta dimostrando che da cattolici si può fare politica, laicamente ma nello stesso tempo tenere fede ai propri principi.


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