Bagnasco come Ruini?

Pubblicato il 19 maggio 2016, da Cattolici e società

 Le affermazioni del card. Bagnasco sulla legge sulle unioni civili appaiono francamente fuori luogo nelle motivazioni. Dire che la legge così come è stata approvata sancisca una equiparazione al matrimonio e alla famiglia e che ci si prepari al colpo finale dell’utero in affitto vuol dire sottovalutare la discussione che c’è stata, le chiare distinzioni che sono state introdotte. E’ anche un modo di svalutare il lavoro che è stato fatto e che se non fosse stato fatto avrebbe portato ad una legge certamente più in linea con i timori di Bagnasco. Una parte della Chiesa italiana fatica ad accettare ciò che altri episcopati europei accettano (vedi la Germania, ad esempio), c’è un certo retaggio in cui si pretende dalla legge ciò che non si riesce ad ottenere con l’evangelizzazione.

Che nella società contemporanea vi siano pulsioni a considerare ogni desiderio un diritto, a non avere la coscienza del limite e a non valutare le conseguenze sociali di questo atteggiamento è un dato di fatto, ma io penso che siano più utili a convincere i cittadini piuttosto che queste intemerate i discorsi di Papa Francesco, che offrono testimonianze, argomentazioni, inviti alla condivisione di una antropologia ispirata al Vangelo come arricchimento del senso della vita.

Tuttavia dobbiamo chiederci perché questa uscita così aspra del card. Bagnasco, diversa ad esempio della linea ferma ma prudente fin qui assunta da Avvenire.bagnasco-parla

Certamente c’è una parte delle gerarchie ma anche del clero di base e del laicato cattolico che ha chiesto una reazione più forte all’approvazione della legge sulle unioni. Si sbaglierebbe a sottovalutare questo elemento perché il PD è già in sofferenza a sinistra. Se va in sofferenza anche una parte di elettorato cattolico che fin qui al PD, e prima all’Ulivo, ha dato fiducia le cose non vanno bene.

Bisogna fare marcia indietro? No certamente, ma occorrerebbe intanto evitare di continuare da parte di nostri esponenti di proporre nuovi obiettivi in questa materia, c’è la legge, facciamola applicare, vivere nella coscienza del paese e poi si potrà vedere. E poi bisogna dimostrare che c’è una politica complessiva di sostegno alla famiglia, anzi alle famiglie nelle loro diverse forme. Perchè il cardinale usa un argomento che dobbiamo considerare perché ha un suo fondamento: “È su questi problemi (Bagnasco aveva parlato di mancanza di lavoro, denatalità, dipendenze del gioco d’azzardo) che la gente vuole vedere il Parlamento impegnato senza distrazioni di energie e di tempo, perché questi sono i problemi veri del Paese, cioè del popolo. Per questo non si comprende come così vasta enfasi ed energia sia stata profusa per cause che rispondono non tanto a esigenze – già per altro previste dall’ordinamento giuridico – ma a schemi ideologici”. Anche in chi ha condiviso l’approvazione della legge in effetti c’è stato un atteggiamento di fastidio per un eccesso di importanza e di attenzione che è stato dato a un problema che riguarda direttamente una base sociale ristretta.

Il problema è che poi Bagnasco esercita una critica molto forte sull’attività complessiva del Governo, mettendo molta enfasi nell’evidenziare i dati negativi dell’occupazione e della crescita limitata: “ Dall’inizio della crisi l’occupazione è caduta del 4,8%, una delle contrazioni più rilevanti in Europa: i dati ricorrenti dicono che la fascia tra i 15 e i 24 anni in cerca di lavoro è prossima al 40% contro il 22% della media europea: in termini percentuali siamo i peggiori, subito prima della Bulgaria… Il peso della vita quotidiana, alla ricerca dei beni essenziali, diventa sempre più insostenibile, compreso il bene primario della casa. La povertà assoluta investe 1,5 milioni di famiglie, per un totale di 4 milioni di persone, il 6,8 della popolazione italiana!” E si domanda retoricamente: “I responsabili della cosa pubblica, i diversi attori del mondo del lavoro, che cosa stanno facendo che non sia episodico ma strutturale?”

E a proposito della denatalità, dopo aver sottolineato che anche in questa materia i dati italiani sono pessimi: “ Che cosa sta facendo lo Stato perché si possa invertire la tendenza? Si avverte l’urgenza di una manovra fiscale coraggiosa, che dia finalmente equità alle famiglie con figli a carico”. Infine un giudizio severo di metodo: “ La democrazia avanzata deve cercare, non solo tollerare, il dialogo. Esso deve essere praticato nella onestà degli atteggiamenti, nel rispetto di persone e istituzioni, alla ricerca di una sintesi alta e realistica.”

Non fermiamoci perciò al giudizio secondo me sbagliato sulla legge sulle unioni civili, c’è qualcosa di più profondo da non trascurare.

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2 commenti

  1. Sabrina Di Napoli
    19 maggio 2016

    D’accordo. Ho postato un commento sul raddoppio del bonus bebè molto critico, perchè non è un incentivo serio, politicamente rivelante. E’ n premio a pioggia che casca a caso. Chi fa politica in termini di studi e programmazione di misure atte a modificare una situazione contingente negativa lo sa, ci si stupisce che non lo sappia un Ministro. I soldi a pioggia sono una scelleratezza. E un insulto alle famiglie. Quelle che ci sono sempre e in cui le donne pagano lo scotto di un walfare insufficiente in termini di asili, assistenza cura etc.


  2. Sandro3
    20 maggio 2016

    Come al solito parte della gerarchia ecclesiastica é lontana dai problemi reali della gente. Sono anni che organizza meeting insulsi come quello di Rimini, dove Comunione e Liberazione sperpera il denaro per proporci una passerella di personaggi politici e di ecclesiasti che altrimenti marcirebbero nel dimenticatoio. Se Bagnasco, ed anche i politici, si calassero nella realtá della gente scoprirebbero come il problema vero delle famiglie é il precariato, la mancanza di asili, oltre al lavoro. Scoprirebbe come mai é impossibile per delle coppie poter procreare. Ma Bagnasco quando ci parla di famiglia si dimentica di dirci che dopo oltre venta’anni di incontri sulla famiglia, la chiesa non ha ottenuto nessun risultato. L’ultimo che ha organizzato a Milano non ha portato a nessuna novitá; l’unica cosa che viene ricordata di quell’incontro tanto reclamizzato é la discesa dall’elicottero di Papa Benedetto XVI con le sue belle scarpette rosse. E poi, diciamolo, una chiesa che si fa rappresentare dai Giovanardi, dai Salvini, dai Formigoni che credibilitá puo’ mai avere? Bagnasco dovrebbe girare tra i palazzi dorati del Vaticano ed esortare i suoi compari ad uscire fuori da quei luoghi ed andare in mezzo alla gente, come aveva raccomandato Gesú Cristo. Forse il Vangelo andrebbe diffuso proprio tra la gerarchia ecclesiastica, che da quel che vediamo merita di essere convertita… Ma purtroppo ho l’impressione che anche Bagnasco aspetti la dipartita di Papa Francesco, perché tutto ritorni come prima.


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