La rete, il voto, le nostre inadeguatezze

Pubblicato il 29 giugno 2016, da Pd e dintorni

Una indagine di Praxis sulle elezioni amministrative di Roma, Milano e Torino mette in luce che per la prima volta e concretamente emerge una rilievo notevole della rete nelle scelte elettorali. Se infatti per il 32% degli elettori ha influito di più la Televisione, al secondo posto si colloca internet con il 32%, più dei quotidiani (15%) e molto più di quelle cose che si fanno in campagna elettorale come riunioni e comizi che influenzano solo il 4% degli elettori, anch’essi importanti ma limitati.

Poi questa è una media, e quindi possiamo pensare che molto più elevata sia la percentuale dell’elettorato più giovane. Ne è una controprova un altro dato. A Roma la Raggi, che come è noto intercetta un voto giovanile, deve il suo voto per il 46% all’influenza di Internet, due volte e mezzo di Giachetti. Si può perdere nell’elettorato giovanile, anche se i giovani votano molto meno degli anziani (Brexit docet) e sono molto meno come classe demografica, ma questo non è necessariamente legato all’età del candidato. Ad esempio se a Torino Fassino è sopra la media di 20 punti tra gli elettori oltre 65 anni resta sotto la media tra i 5 e i 6 punti tra gli elettori tra i 18 e i 45 anni, a Milano Sala surclassa Parisi nell’elettorato giovanile, restando sopra la media di 7 punti tra i giovani tra i 18 e i 24 anni, mentre per gli ultrasessantacinquenni stravince Parisi: Sala come Appendino?

Un altro elemento è che se tre elettori su cinque hanno le idee chiare fin dall’inizio c’è un quarto degli elettori che decide nell’ultima settimana e ben un 10 per cento che decide in pratica quando entra in cabina (vi ricordate la scenetta di Verdone che entra in cabina in Bianco Rosso e Verdone?). Uno su quattro ha cambiato idea durante la campagna elettorale e anche più di una volta…

Dunque: voto liquido e variabile ed una crescente importanza della rete nel formare le opinioni di voto. Quello che mi ha sempre colpito nel PD è che la modernizzazione del partito (per me assolutamente necessaria) non si è tradotta per niente nella costruzione del partito nuovo. Si è molto criticato ed anche svillaneggiato inutilmente vecchie forme di presenza non più in sintonia con la società attuale ma frutto del sacrificio di tanti militanti che andrebbero sempre ringraziati, ma non si è costruito il nuovo. Mi sarei aspettato da dirigenti nuovi e mediamente più giovani ad esempio un investimento cospicuo nell’uso moderno della rete e dei social. Che non significa esattamente usare il linguaggio giovanile del “ciaone”, superficiale giudizio sulla complessità del voto sulle trivelle, ma farne un uso scientifico, seguendo regole, tecnologie, campagne, ecc. Certo Renzi ha introdotto un uso potente e martellante dell’immagine di un giovane leader mediatizzato e social, con le sue enews e con le sessioni sui social, ma il partito è indietro di almeno un decennio. Vale anche per il sito del PD nazionale.elezioniinternet

Mettiamoci nei panni di uno di quel quasi terzo di elettori che si forma una opinione sulla rete e che decide negli ultimi quindici giorni. Un elettore veneto che fosse andato sul sito del PD veneto cosa avrebbe trovato? Programmi, ragionamenti, giudizi?. Non avrebbe trovato assolutamente nulla. Solo lo sfortunatissimo slogan del “Veneto forte” che è diventato il simbolo della sconfittissima alle scorse regionali. Se poi fosse andato sul sito dopo le elezioni avrebbe ancora trovato in bella vista l’annuncio di manifestazioni elettorali già scadute: come è noto errore fondamentale da quattro non tenere aggiornato anche il più modesto dei siti. Oggi potrebbe trovare la riproduzione di qualche tweet, ma nessuna informazione sull’andamento del voto, nessun giudizio politico, nessuna analisi.

Cioè un sito inutile. C’è un grande appello per il sì, ma ci si potrebbe aspettare che insieme al manifestino con un grande Sì ci fosse un po’ di documentazione e di argomentazioni da offrire ai nostri elettori e militanti. Perché l’appello a fare i Comitati per il Sì non serve a nulla se insieme non offriamo le argomentazioni perché i Comitati possano fare una adeguata informazione. Tutti materiali che ci sono e poco costerebbe metterli sul sito.

Un elettore predisposto al PD ma dubbioso che immagine ne ricava del nostro partito? Di gente superficiale, poco rispettosa degli elettori. E magari guarda altrove. Ciò che un po’ mi indigna è che ci possono essere delle cose difficili da fare, complicate e si può giustificare che nonostante la buona volontà non si riesca a farle. Ma queste sono davvero semplici e facili. E certamente ci sarebbero moltissimi militanti disponibili a gestire anche sul piano volontario il sito del partito con più puntualità, presenza, curiosità. Non farle è segno davvero di immaturità politica e di una pigrizia non adatta alla democrazia.

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