Come eravamo 4 – candidature e campagne elettorali

Pubblicato il 19 settembre 2016, da Pd e dintorni

Concludo la rassegna estiva sul “Come eravamo” con un episodio più recente, che mi riguarda direttamente. La mia candidatura al Senato nel 1996. Perchè può insegnare qualcosa per il presente e nello stesso tempo constatare quanto sia cambiato il quadro politico e la vita dei partiti. Quantum mutatus ab illo potremmo dire con Virgilio. D’altra parte a me sembra ieri, ma sono già passati 20 anni. Come il ventennio di infausta memoria della dittatura fascista.

Dunque allora io mi era ritirato dalla vita politica dopo l’esperienza di Sindaco ed ero tornato alla mia professione alla Camera di Commercio, che peraltro mi dava molta soddisfazione: indagare la realtà economica padovana, aiutare le imprese, affiancare le Associazione di categoria, studiare idee per lo sviluppo dell’economia padovana, ecc.

Nel 1996 cade il governo Dini, succeduto a Berlusconi, e si precipita verso le elezioni anticipate. L’Ulivo sviluppa la sua iniziativa sotto la guida di Romano Prodi. Si vota con il Mattarellum e si tratta di evitare gli errori del 1994 (divisione a sinistra) e di allestire liste competitive per i collegi, allora uninominali. Vennero a trovarmi i segretari dei DS (Elio Armano) del PPI (Tonino Ziglio) e dei Verdi (Ivo Rossi) proponendomi la candidatura del Senato. Richiesta un po’ inaspettata: allora mi ero allontanato dalla vita politica attiva, non ero iscritto ad alcun partito. Ci pensai su un po’, mi ero ormai reinserito bene nella vita professionale, certezza del risultato non ve ne era perché non si sapeva quale capacità attrattiva avrebbe avuto l’Ulivo. Comunque alla fine prevalsero le insistenze e la passione politica e detti la mia disponibilità. Che però rischiò di essere solo teorica. Infatti al tavolo romano per le candidature Rosy Bindi pose un veto, sostenendo con qualche ragione che non potevo rappresentare il PPI non essendo iscritto. Così in un primo momento restai fuori. Mi telefonò inferocito per la mia esclusione Giorgio Lago, Direttore del Gazzettino. Cercai di tranquillizzarlo dicendo che non avrei fatto il diario del candidato come gli avevo promesso, ma il diario del non candidato. La cosa lo divertì ma fece comunque un editoriale di fuoco sulla prima pagina del Gazzettino sulla mia esclusione. Sarà stato questo, sarà stato un intervento ai massimi livelli di Zanonato, fatto sta che rientrai nelle liste in conto all’esiguo gruppo di candidati “prodiani”.bragato

Così dovetti improvvisare una campagna elettorale. Il nome contava molto con il collegio uninominale e potei raccogliere molte adesioni sulla mia candidatura. Al di fuori dell’area del centrosinistra: tra gli altri si esposero pubblicamente sottoscrivendo un invito a votarmi il rettore dell’Università Bonsembiante, figure importanti del mondo dell’economia, delle associazioni economiche (tra le altre una certa Giustina Destro, allora presidente della piccola industria), del sindacato, del mondo del volontariato e dell’associazionismo (non mancava il presidente della Federazione Ciclistica….) Insomma, si trasmetteva l’idea di una città che si esprimeva attraverso la figura di un ex Sindaco.

Sfruttammo con gli amici che mi aiutarono le esperienze di altre campagne elettorali in cui avevamo sempre cercato di mettere un po’ di fantasia ed innovazione. Tutto fatto in casa come sempre senza agenzie, esperti di comunicazione, ecc. Erano veramente altri tempi. Avevamo sempre pensato che durante la campagna elettorale ci dovesse essere un simbolo della campagna che stabilisse un legame tra l’elettore e il candidato. Un piccolo oggetto da donare agli elettori. Non poteva essere costoso perché soldi ce n’erano pochi e non stava comunque bene buttarli in cose inutili. Sarebbe stato un modo di offendere gli elettori. Così per la prima campagna elettorale di Settimo Gottardo comprammo all’ingrosso qualche migliaio di quei mini pulcini che si usano per le festività pasquali. Era il simbolo della vita che si rinnova. Ebbero un successo straordinario, ne parlò anche Giampaolo Pansa su Repubblica. Alla processione del Santo che si teneva qualche giorno prima delle elezioni era singolare vedere al passaggio del Sindaco Gottardo tanti elettori mostrare il pulcino ed il “santino”. Come si dice: connessione sentimentale con il popolo. Un un’altra campagna elettorale utilizzammo delle mini piantine aromatiche . Anche qui era il simbolo della vita che si sviluppa se viene curata. Io utilizzai l’amicizia con il pittore padovano Gioachino Bragato che mi fece un quadro con un ulivo e la Specola ed il Battistero come simboli dell’anima scientifica e spirituale di Padova. Ne feci una riproduzione che distribuii durante la campagna elettorale, e piacque molto. Il risultato ci fu, fui eletto senatore vincendo il collegio, e vincemmo anche i due collegi della Camera con Piero Ruzzante e Gianantonio Mazzocchin.

Perchè ricordo questi episodi? Perchè ci possono dire due cose importanti. La prima è che prevaleva nei dirigenti politici uno spirito di squadra ed una generosità di fondo. Ognuno dei tre personaggi che vennero a propormi la candidatura aveva titoli e meriti per candidarsi essi stessi. Potevano mettersi d’accordo tra di loro. Invece pensarono al risultato per l’Ulivo, si guardarono un po’ attorno e ritennero che il mio nome di ex Sindaco potesse essere significativo per il successo, Credo che sarebbe difficile che una esperienza simile possa ripetersi oggi. Tanto il nome del candidato non compare neppure nella scheda.

La seconda cosa è che un legame tra popolo ed eletto, una capacità rappresentativa del singolo parlamentare che non si esaurisca nella leadership del capo è una cosa positiva per la democrazia: aiuta il rapporto con l’elettore sul territorio, incentiva una selezione dei parlamentari per autorevolezza e credibilità, piuttosto che per fedeltà. Si può fare attraverso le preferenze, con i limiti che pure ci sono, si può fare con i collegi uninominali come con il Mattarellum. Ma recidere questo rapporto parlamentare/elettore indebolisce la rappresentanza democratica, incentiva il trasformismo, impoverisce il parlamento.

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2 commenti

  1. bisson gianni
    19 settembre 2016

    Caro Paolo altri tempi altra scuola altro entusiasmo ti racconto questa proprio in occasione di quella elezione che tu hai raccontato ero allora capogruppo in c.c. di Vicenza si organizza la campagna elettorale per il candidato era un sabato il nostro candidato alla camera era Tiziano Treu al mattino avevo organizzato fuori dal comune un banchetto per la raccolta firme ricordi si dovevano raccogliere trecento firme a sostenimento della candidatura ricordo che alla chiusura del banchetto all’una avevo raccolto circa cinquanta adesioni ma avevo il pomeriggio e la domenica. Fummo convocati tutti gli attivisti alle quindici del sabato a casa del suocero di Treu. Io da buon socialista non avevo dimenticato i ritmi ed arrivai alle quindici e dieci ricordo che entrai nella sala soggiorno che era gremita di tutti i personaggi noti del mondo politico del centrosinistra vicentino,ricordo che c’era una scrivania al centro con Tiziano Treu ed il Sindaco Marino Quaresemin ricordo che gli interventi per una buona mezzora si svolgevano ai vari ruoli che i vari personaggi presenti dovevano meglio volevano svolgere chi addetto stampa chi alla spesa chi ad altro tutte cose che a me non interessavano per niente,ad un certo punto mi stancai presi la parola prepotentemente e ricordo che tra lo stupore di tutti rivolsi una domanda a Treu, che passo alla storia,chi chiesi”mi scusi ma lei a Roma intende ad andare a fare il deputato o l’usciere?”e spiegai che avevo il banchetto raccolta firme con solo cinquanta adesioni che se non si faceva prima quello tutto quello che si stava decidendo non serviva a nulla. Ci fu un attimo di smarrimento dopo di che fu deciso di aggiornare la riunione vennero tutti a firmare mandarono i soliti familiari ed amici ed a sera avevo quattrocento firme quindi con un margine di sicurezza. Ti ho voluto raccontare questo aneddoto a dimostrazione come si faceva politica di servizio.Volevo anche dirti che dopo quel fatto Tiziano Treu si ricorda sempre con piacere di me!


  2. Paolo
    20 settembre 2016

    bella testimonianza, grazie


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